I fondi Ue per la Bosnia finiscono in Kosovo

10 dicembre 2013

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La Bosnia Erzegovina ha perso nel 2013, a seguito di mancate riforme, 45 milioni di euro in fondi pre-adesione. Parte di questi ora finiranno in Kosovo.

Il taglio deciso da Bruxelles è conseguenza del fallimento delle istituzioni bosniache nell'implementare la sentenza Sejdić-Finci della Corte europea per i diritti umani e nel riformare la costituzione.

Joost Korte, vice-direttore generale per l'Allargamento dell'UE ha specificato martedì 9 dicembre a Sarajevo che la Bosnia ha fallito nel mettere in atto un adeguato meccanismo di coordinamento con l'UE.

I fondi persi sarebbero dovuti servire tra le altre cose per migliorare le condizioni nelle carceri, aiutare le piccole e medie imprese e investire nei trasporti.

Dei soldi tagliati alla Bosnia 23.5 milioni verranno investiti in Kosovo, il resto in programmi regionali per la costruzione di case.

La Bosnia rischia, in futuro, di perdere altri fondi IPA. E' infatti necessaria la creazione di un meccanismo di coordinamento, che la Bosnia non ha, che chiarifichi quale istituzione sia autorizzata a condurre le attività che i programmi IPA richiedano.

Korte ha chiarito che questa è una condizione necessaria per pianificare nuovi fondi IPA a favore della Bosnia, che potrebbero “valere” 80 milioni di euro all'anno. Dal 2007 al 2013 un totale di 655.5 milioni di euro da programmi IPA sono stati investiti in Bosnia Erzegovina.

Intanto Doris Pack, rapporteur per la Bosnia Erzegovina del Parlamento europeo ha nuovamente proposto che quest'ultima venga sospesa dal Consiglio d'Europa perché non si è adeguata alla sentenza Sejdić-Finci della Corte europea per i diritti umani.

La corte ha sancito nel 2009 che la Bosnia Erzegovina dovesse modificare la propria costituzione in modo da permettere a tutte le minoranze di concorrere per la presidenza del paese mentre attualmente questo diritto è riservato ai cosiddetti tre popoli costituenti: serbi, croati e bosgnacchi.

Link: Balkan Insight