L'acciaieria di Zenica - Da Sky Above Zenica - foto Emir Džanan

L'acciaieria di Zenica - Da Sky Above Zenica - foto Emir Džanan

Zenica, distretto industriale della Bosnia Erzegovina, è una delle città europee più inquinate, come emerge da un documentario che ha riscosso molto successo in diversi festival cinematografici. Abbiamo intervistato i registi Zlatko Pranjić e Nanna Frank Møller e uno dei protagonisti Samir Lemeš

22/11/2024 -  Anna Lodeserto

Sky Above Zenica - locandina

La Bosnia Erzegovina continua ad affrontare un grave degrado ambientale e sociopolitico dovuto alle conseguenze delle guerre balcaniche, allo sfruttamento incontrollato delle risorse, alla scarsa consapevolezza ambientale tra le élite politiche e all’ancor più scarsa regolamentazione, con l’aggravante del cambiamento climatico, reso con grande evidenza dalle immagini delle crescenti inondazioni a Jablanica e nel resto della Bosnia centrale. L’inquinamento industriale, i fiumi intasati dai rifiuti di plastica, la distruzione dell’habitat naturale da parte dei progetti idroelettrici e la deforestazione che sta mettendo a rischio le specie vegetali e animali minacciano sia la sopravvivenza umana che l’ecosistema regionale.

Le organizzazioni ambientaliste e gli attivisti locali sono impegnati in una battaglia senza sosta, spesso esposta a numerosi rischi, contro attori potenti responsabili dell’inquinamento e facendo fronte anche all’inazione del governo. Zenica, una città ora sotto i riflettori grazie all’acclamato documentario “The Sky Above Zenica”, emerge come simbolo di questa lotta per la giustizia ambientale.

In occasione dell’ultima edizione del Sarajevo Film Festival, durante le proiezioni in programma nel calendario della Giornata dei Diritti Umani 2024, il film "Il cielo sopra Zenica" (“Nebo iznad Zenice” in lingua originale) diretto da Zlatko Pranjić e Nanna Frank Møller (Danimarca-Bosnia Erzegovina, 2024) ha registrato il tutto esaurito per ben due volte a distanza di poche ore e un grande successo di critica, oltre a quello del pubblico internazionale.

Il film documenta le conseguenze dell’inquinamento industriale e della negligenza del governo che affliggono Zenica e i suoi abitanti, evidenziando al contempo le coraggiose iniziative promosse dalla cittadinanza per la difesa ambientale e della salute pubblica. Abbiamo, dunque, incontrato, i registi e il professor Samir Lemeš, attivista ambientale e docente all’Università di Zenica, nonché co-fondatore dell’Eko Forum Zenica, per parlare della realizzazione del film, del suo impatto attuale e del significato su scala globale.

Perché The Sky Above Zenica è un film così importante per la Bosnia Erzegovina e per il mondo?

Professor Lemeš: Questo film è fondamentale per noi e per il mondo intero perché sposta la questione da una lente locale a una scala veramente globale. Ora che è disponibile anche sulle piattaforme di streaming, le persone potranno conoscere le nostre lotte, che sono simili a quelle di altre comunità alle prese con l’inquinamento e i danni prodotti dalle imprese multinazionali anche in altri paesi europei e del resto del mondo. La compagnia che appare nel film [la ArcelorMittal, ndr] è attiva in molti altri paesi come Belgio, Germania, Italia e Francia, dove è però costretta ad aderire a standard ambientali molto più rigorosi a causa delle normative UE. Tuttavia, in Bosnia Erzegovina le normative sono molto più permissive, con gravi conseguenze sull’ambiente.

Inoltre, il valore del film è anche quello di esercitare una chiara pressione sugli investitori e sugli azionisti. Il fatturato annuale della società è di quasi venti volte superiore al bilancio del nostro Paese, rendendola molto più potente del governo. Per apportare cambiamenti significativi dobbiamo, dunque, fare appello a entità più forti, come le banche che finanziano queste aziende. Mettendo in luce con molta chiarezza il problema, il film aspira a incoraggiare le istituzioni finanziarie a richiedere migliori pratiche ambientali.

Samir Lemeš di fronte alla cokeria, da Sky Above Zenica - Emir Džanan

Come è cresciuto l’attivismo locale in questi ultimi anni e quale impatto potrà avere?

Zlatko Pranjić: L’attivismo locale è stato essenziale per la credibilità dell’intera storia. Gli attivisti di Zenica non sono affiliati a grandi organizzazioni internazionali come Amnesty International o Greenpeace, trattandosi di persone comuni con risorse limitate a loro disposizione. Eppure, sono riusciti a confrontarsi con le multinazionali e a sfidare i politici complici che svendono le risorse naturali senza alcuna salvaguardia ambientale. Un film come il nostro manda un messaggio potente al resto del mondo: la perseveranza e l’azione collettiva possono aiutare a ottenere risultati efficaci per il bene globale e per le comunità coinvolte nella lotta.

Professor Lemeš: Il film rappresenta anche una risposta alla narrazione pervasiva e dominante affossata su una dimensione di apatia e nichilismo che risulterebbe l’unica possibile in questa regione. Se è vero che persone continuano a dubitare nella possibilità di un cambiamento concreto, il nostro messaggio è comunque molto chiaro: mantenete la forza, la tenacia e non vi arrendete. Usate tutti gli strumenti a disposizione: media, film, vie legali e accordi internazionali. Questo film dimostra fino a che punto uno sforzo incessante può portare a un vero progresso, anche nelle situazioni più difficili e inimmaginabili come quella creatasi a Zenica.

Cosa vi ha ispirato a lavorare in questo modo su Zenica e quali sfide avete incontrato nel raccontare questa storia?

Nanna Frank Møller: Ho sentito parlare di Zenica per la prima volta da Zlatko Pranjić, dato che lui è cresciuto lì. Io, invece, ho visitato quella zona per la prima volta soltanto nel 2017 ed è stato sconcertante vedere il fumo così denso e scuro che usciva dai tetti delle fabbriche senza camini, qualcosa che avevo visto solo in immagini remote di zone altamente inquinate in altri continenti. Fin dall’inizio, sapevamo che sarebbe stato molto di più di un progetto a breve termine tanto che il lavoro per il film è durato ben 7 anni attraverso una metodologia partecipativa.

Io e Zlatko abbiamo voluto narrare in profondità la realtà quotidiana delle persone a Zenica e seguirle nel loro percorso di lotta, permettendo al pubblico di entrare in contatto diretto con le loro battaglie. Siamo stati al fianco di Samir Lemeš e degli altri attivisti di Eko Forum mentre facevano pressione sulle autorità locali e sulla compagnia siderurgica. Ci è voluta molta perseveranza, ma la risonanza della storia ne è uscita ulteriormente amplificata quando le autorità locali e il Ministero dell’Ambiente hanno iniziato a far rispettare nuove misure di riduzione dell’inquinamento, rafforzando dunque le argomentazioni presentate da Eko Forum.

Non dimenticherò mai la prima proiezione a Zenica. È stata incredibilmente emozionante. La maggior parte degli spettatori erano cittadini locali che avevano partecipato o sostenuto il film, e hanno espresso sincera gratitudine per aver finalmente visto la loro realtà quotidiana e le loro lotte riconosciute sul grande schermo.

Ritenete che il film sia stato utile alla lotta contro l’inquinamento industriale in città?

Nanna Frank Møller e Zlatko Pranjić: I documentari hanno un potere unico di approfondire questioni in modi che le notizie dei quotidiani non potrebbero emulare dato che creano, attraverso le immagini e la narrativa, dei legami emotivi duraturi con il pubblico e possono accompagnare, in tal modo, un profondo cambiamento sociale.

Sei settimane dopo la prima proiezione del nostro film, la cokeria di Zenica ha chiuso . Questo è avvenuto parallelamente a una denuncia in corso presso la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS), esposta dal professor Lemeš come si vede nel film. La società siderurgica ha citato ragioni economiche e ambientali per giustificare la chiusura, ma è chiaro che questo è stato un risultato complesso, frutto sia degli sforzi degli attivisti che della pressione istituzionale.

Le attiviste Alma ed Edita nei pressi dell'acciaieria di Zenica - Nanna Frank Møller

Potete raccontarci del premio vinto al Sarajevo Film Festival e del suo significato per le lotte narrate nel vostro documentario?

Nanna Frank Møller e Zlatko Pranjić: Il film ha ottenuto lo Special Environmental Awareness Award, assegnato per la prima volta dal Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo in Bosnia Erzegovina, a conclusione del 30° Sarajevo Film Festival. Questo riconoscimento va anche oltre Zenica, mostrando come le comunità di tutto il mondo soffrano a causa dell’inquinamento causato dalle grandi multinazionali. Il film solleva una domanda cruciale ovvero se è possibile conciliare la responsabilità ambientale con il profitto senza scadere nel ‘greenwashing’. Dato che organismi internazionali come la BERS, parzialmente finanziati attraverso le tasse dei contribuenti, sostengono queste aziende, speriamo che questo premio porti la dovuta attenzione sulla necessità di una responsabilità aziendale equa a livello globale. Vogliamo ispirare organismi internazionali e aziende private a impegnarsi per un pianeta meno inquinato e più giusto.

Quali sono le prossime tappe per il movimento e la giustizia ambientale a Zenica?

Professor Lemeš: Il lavoro qui è tutt’altro che finito. Sebbene la qualità dell’aria sia leggermente migliorata, i rifiuti industriali restano un enorme problema. Le fabbriche ora sono dotate di filtri, ma la necessità di una costante manutenzione richiede un monitoraggio continuo.

A livello globale, la decarbonizzazione è una questione veramente urgente e anche per questa ragione, come associazione, abbiamo aderito a diverse piattaforme internazionali impegnate nella decarbonizzazione della produzione di acciaio, impegnandoci anche in campagne di sensibilizzazione come per esempio "Shiny Claims, Dirty Flames ", guidata dalla Fair Steel Coalition, impegnata in attività di monitoraggio e denuncia di aziende private che affermano pubblicamente di ricorrere a tecnologie verdi ma trascurano gli impatti ambientali, i rischi per la salute e le violazioni dei diritti umani legati della produzione di acciaio. ArcelorMittal, ad esempio, è stata sponsor della torcia olimpica a Parigi, promuovendola come realizzata con tecnologia verde. Tuttavia, la realtà è molto diversa dato che l’impresa non riesce ancora a soddisfare gli standard ambientali in luoghi come Zenica. Incoraggiamo, dunque, tutti ad approfondire le attività di queste iniziative per capire meglio i retroscena di tali affermazioni connotate con tanta visibilità come “verdi".

Il cielo sopra Zenica

Il cielo sopra Zenica/The Sky Above Zenica è stato presentato in anteprima al "CPH:DOX 2024" di Copenaghen, ottenendo nomine per l’Human Rights Award e il Danish Dox Award, in seguito al "Dokufest" di Prizren e al "DocuMental" di Sofia. Ha vinto il premio ‘Special Environmental Awareness Award’ al Sarajevo Film Festival 2024 e di recente una menzione speciale al "6th Rab Film Festival" (Croazia), il ‘Check Point Award’ al Bergen International Film Festival (Norvegia), due menzioni speciali all’Inconvenient Films Festival (Lituania) e lo scorso 3 novembre ha vinto il premio Testimonies nell’ambito del "Ji.hlava International Documentary Film Festival" (Repubblica Ceca). In Italia, sarà proiettato a gennaio 2025 al Trieste Film Festival .


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