A Sarajevo intellettuali da tutta Europa si sono ritrovati per la terza volta. Tavole rotonde, mostre, presentazioni di libri. E non si è evitato di affrontare il binomio "scrittori e nazionalismo".
E' gia la terza volta che il centro culturale francese André Malraux di Sarajevo organizza la manifestazione Incontri letterari europei. La manifestazione si è tenuta nella capitale bosniaca dal 26 al 30 settembre e prevedeva tavole rotonde, dibattiti, mostre, presentazione di libri. Presenti molti "nomi importanti" della cultura europea.
A Sarajevo sono arrivati tra gli altri Jean Luc Godard, Predrag Matvejevic, il premio Nobel Jorge Semprun, il regista di casa Danis Tanovic, il filosofo Bernard-Henry Levi, il fumettista Enki Bilal
( Oslobodjenje, 26.09.2002).
In uno dei dibattiti Semprun, Henry-Levi, Peter Snider e Jean Francois Benio si sono confrontati sul tema "Dove va l'Europa e cosa si è sbagliato nel caso di Sarajevo?". Secondo Henry Levi l'Europa avrebbe bisogno di una sorta di "coup d'état" che le permetta attraverso i suoi valori culturali di rispondere alle sfide del mondo attuale.
In un incontro sulla letteratura bosniaca ha partecipato Predrag Matvejevic, scrittore della ex-Jugoslavia, il quale ha fatto un parallelismo tra la situazione vissuta dagli scrittori della ex-Jugoslavia e quella degli scrittori tedeschi durante la Seconda Guerra mondiale. "Noi scrittori della ex-Jugoslavia abbiamo vissuto intensamente la nascita e la crescita del nazionalismo, la stessa cosa è accaduta agli scrittori tedeschi durante la Seconda guerra mondiale. Loro hanno avuto la forza di guardarsi, specchiarsi e denunciare ciò che veniva fatto anche a loro nome. Quindi - ha continuato Matvejevic - esiste la possibilità anche per la nostra letteratura di essere uno specchio simile nel quale riflettersi e confrontarsi.
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