"Il modello partecipativo fondamentale per la costruzione di un'Europa dal basso" affermano i rappresentanti della autonomie locali italiane a Tokic. Che ribatte "ci avete aiutato in passato non solo dal punto di vista umanitario ma anche politico"
A Sarajevo una sottile pioggia ed un clima freddo quasi si prendono gioco della primavera. Davanti alla sede del Parlamento della Bosnia Herzegovina una delegazione italiana di responsabili di autonomie locali, tra gli altri sono rappresentate la Provincia di Lodi, quella di Trento, il comune di Trento e Rovereto ed altri. Rappresentano solo alcune delle autonomie locali presenti in questi giorni a Sarajevo per partecipare all'iniziativa "Europe from below - Europe beyond the borders".
Si entra nella sala dove normalmente si riunisce l'Assemblea federale della BiH. Ad invitare i rappresentanti degli Enti locali il Presidente dell'Assemblea, Seifudin Tokic, del Partito Socialdemocratico della BiH.
"Vi accolgo volentieri" ha esordito Tokic "poiché da voi e dall'Italia è arrivato in anni molto difficili un sostegno non solo umanitario ma anche politico". "Quando ho conosciuto Giulio (Giulio Marcon, presidente del Consorzio Italiano di Solidarietà, ndr.) ero presidente di un piccolo partito di opposizione. Oggi per fortuna i tempi sono cambiati e siamo al Governo". Tokic sorride e lascia la parola agli ospiti.
Giulio Marcon spiega perché i rappresentanti di più di settanta Enti locali, ma anche della società civile italiana e del sud est Europa si sono ritrovati in questi giorni a Sarajevo. Dieci anni dopo l'inizio della guerra in Bosnia Erzegovina per un'Europa dal basso, per un'Europa oltre i confini.
E' stato poi Michele Nardelli, dell'Osservatorio sui Balcani, a sottolineare come oggi più che mai vi sia bisogno d'Europa. Un'Europa in grado di sciogliere i nodi ancora irrisolti e dolorosi che attanagliano la Bosnia dagli anni della guerra. Un'Europa capace di una sua autorevolezza in ambito internazionale, a partire da un coinvolgimento nelle tragiche vicende di questi giorni in Israele e Palestina.
I rappresentanti delle autonomie locali italiani hanno poi sottolineato il motivo della loro presenza. Per un'Europa che non sia dimezzata, che sia in grado di ripartire dalle autonomie locali, prendere vigore da un radicato modello partecipativo.
Seifudin Tokic ha poi tratto le conclusioni . "Siete ospiti di una Bosnia che sta cercando, grazie alla vitalità della società civile e dei partiti democratici, di andare oltre il nazionalismo e lo sciovinismo degli ultimi anni". Ha poi ricordato come "nonostante siano ancora forti le conseguenze della tragedia che ha colpito il nostro paese, i popoli della BiH hanno identici desideri ed identiche visioni. Non bisogna però farsi soffocare dalla fretta, servirà tempo".
Tokic ha poi affermato che già alcuni passi importanti sono stati fatti verso una collaborazione interregionale quale ad esempio la recente firma di un protocollo d'intesa per raggiungere, entro il primo gennaio del 2004, un'unione economica dell'intero sud est Europa.
"Già nel 1992 Sarajevo voleva essere una città d'Europa. Dieci anni dopo lo desidera ancora più fortemente", ha concluso Tokic.
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