Problemi politici ed economici segnano l'avvio delle lezioni in una Bosnia Erzegovina alle prese con la riforma scolastica
In Bosnia ed Erzegovina con il primo settembre è iniziato il nuovo anno scolastico. A singhiozzo... Mentre in Republika Srpska infatti tutto procede abbastanza bene anche con il nuovo programma, che ha introdotto nove anni di obbligo scolastico, in diversi cantoni della Federazione ci sono scioperi. I motivi sono diversi, in parte politici e in parte economici.
Come si sa la Federazione croato-musulmana, una delle due Entità che compongono il Paese, è un territorio "misto". Negli anni passati il sistema di istruzione pubblica funzionava, ma in due modi diversi. Quest'anno, per la prima volta, doveva prendere vita un programma comune. Sono stati approvati libri unici per tutto il territorio della Bosnia Erzegovina, e libri con le cosiddette "materie nazionali". Sul territorio federale, con la benedizione dell'Alto Rappresentante, è stata inaugurata la cosiddetta prassi "due scuole sotto un tetto". Che significa? Siccome per la comunità internazionale era troppo presto mettere insieme negli stessi banchi ragazzi musulmani e croati, si è deciso di organizzare in una stessa scuola due turni: il primo per i ragazzi croati, ad esempio la mattina, e il pomeriggio solo per i ragazzi musulmani. La novità è che prima i ragazzi andavano in scuole diverse, mentre adesso c'è questo grande passo in avanti, saranno sotto uno stesso tetto (in turni separati).
Non tutti però sono stati disponibili a realizzare questo tipo di istruzione pubblica. In alcune zone a maggioranza croata, ad esempio, il partito al potere HDZ (Comunità Democratica Croata) ha dovuto pagare alcune multe all'ufficio dell'Alto Rappresentante per aver impedito il funzionamento del nuovo sistema scolastico. Stesso problema a Mostar dove i due licei classici, quello "musulmano" e quello "croato" dovevano riunirsi e formare il vecchio ginnasio di Mostar. I Croati non erano molto felici del fatto che nel "loro" palazzo sarebbero entrati di nuovo i ragazzi musulmani...
Ma a Mostar, e in tutto il cantone Herzegovina-Neretva, la scuola non è iniziata anche per un altro motivo. Gli insegnanti scioperano chiedendo due (a volte tre) stipendi che devono ancora ricevere. Si tratta di una replica dell'anno scorso quando il braccio di ferro tra gli insegnanti erzegovesi e il governo è durato più di due mesi. Quella volta gli insegnanti hanno ceduto accettando uno dei tre stipendi richiesti. Poi, nel corso dell'anno scolastico, il governo ha continuato a non pagare regolarmente gli insegnanti, quindi l'incubo continua.
Non sono solo gli insegnanti a scioperare. Gli fanno compagnia i tipografici. I nuovi libri, quelli approvati dalla comunità internazionale, sono stati stampati fuori dalla Bosnia e i sindacati bosniaci adesso protestano. Dicono che i libri avrebbero dovuto essere stampati qui, e così si sarebbero protetti gli interessi degli operai bosniaci.
Insomma, per quanto riguarda la Federazione la situazione è tranquilla solo nel Cantone di Sarajevo. Qui l'anno scolastico è iniziato davvero il primo settembre, come previsto.
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