Un altro articolo della stampa oltre mare dedicato alla vicenda Ballarò. L'articolo, pubblicato dal settimanale montenegrino 'Monitor', riprende le dichiarazioni del presidente del consiglio della BiH e di altri funzionari.
Riportiamo un estratto dell'articolo comparso sul settimanale montenegrino 'Monitor' il 23 gennaio scorso dal titolo "BiH e Mujaheddin. Grafie differenti". Abbiamo tralasciato la prima parte della versione originale perché si soffermava sulla spiegazione della trasmissione, già ampiamente ripresa negli articoli precedenti che abbiamo pubblicato.
Di Šeki Radončić. Traduzione di Nicole Corritore
... "Le scoperte scioccanti" dei giornalisti italiani in BiH non hanno lasciato nessuno indifferente. Si è espresso anche Adnan Terzić, Presidente del Consiglio dei Ministri della BiH.
"Abbiamo già dato ordine al team antiterrorismo e al Ministero degli Esteri, che attraverso la nostra rappresentanza diplomatica in Italia, entrino in contatto con il governo italiano e con la RAI. Per verificare se vi sono degli indizi che dimostrano che il servizio è stato veramente girato in BiH. E' precoce parlare finché l'indagine non verrà portata a termine. In ogni caso, questo danneggia molto l'immagine della BiH agli occhi del mondo", dice Terzić.
Coloro che hanno visto il servizio pensano sia stato girato probabilmente a Bočinje, o da qualche parte nel pressi di Maglaj. Anche se suona veramente strano che in BiH, con una così massiccia presenza di forze militari e di polizia internazionale, ci possano essere settemila mujaheddin. La polizia federale ha avviato un'indagine immediatamente dopo che l'informazione è stata resa pubblica, come dichiarato dal consulente del direttore della polizia Ćamil Kreso.
"Tra le fonti di informazione che utilizziamo nel nostro lavoro vi sono anche i mass media. Queste informazioni fanno venire il 'mal di testa' ed è assolutamente normale che la polizia reagisca subito" ha detto Kreso.
Si è espresso anche il Capitano Dave Sullivan, portavoce del Comando SFOR in BiH. "Lo SFOR non ha prove consistenti rispetto a questo. Se le troviamo, reagiremo in collaborazione con gli organi di governo locali", ha dichiarato brevemente Sullivan.
Ha fatto una sua dichiarazione anche il deputato del Parlamento Federale Ismet Mehmedović, esprimendo i suoi dubbi sul fatto che questa notizia rappresenti un preliminare per un avvenimento più importante in BiH, e questo sotto la regia di vari servizi segreti internazionali.
"Sono stato uno dei maggiori sostenitori della lotta ai mujaheddin, che in BiH venivano reclutati, fra gli altri paesi, anche dai servizi segreti italiani. Li hanno inviati in BiH quando non poteva entrare nemmeno un chilo di farina a causa dell'accerchiamento totale. E' bene finirla una volta per tutte di giocare con la BiH chiamando in causa un intero popolo per terrorismo" ha detto categorico Mehmedović.
Durante la sua visita a Sarajevo, avvenuta lo scorso 18 gennaio (ndt: nell'articolo si dice scorsa domenica), il Segretario generale della NATO Jaap de Hoop Scheffer ha dichiarato che l'alleanza atlantica non ha prove più concrete sul fatto che Al Qaeda operi in BiH e qui addestri i suoi uomini.
Ricordando questa dichiarazione di Scheffer e affermando che i 'Guerriglieri di Allah' sono stati portati in BiH durante la guerra dai servizi segreti inglesi e italiani, perché si compromettessero i musulmani bosniaci, i mass media sarajevesi si chiedono: "Perché gli italiani ci danno dei terroristi?"
La risposta forse l'ha data Franco Frattini, Ministro degli Affari Esteri dell'Italia, che come ospite della trasmissione in questione ha commentato così il servizio giornalistico: "Vi sono degli scambi di informazione tra diversi servizi segreti occidentali, grazie ai quali siamo a conoscenza di molte cose oltre a quelle presentate nel servizio. Ed è proprio per questo che è importante che in BiH rimanga la forza internazionale militare della NATO e in futuro anche l'esercito europeo".
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