Ieri OBCT e le organizzazioni partner della rete MFRR hanno presentato la relazione finale della missione internazionale di fact-finding sulla libertà di stampa che si è svolta lo scorso ottobre in Bosnia Erzegovina
Lo scorso ottobre, OBCT ha partecipato ad una missione di fact-finding di tre giorni in Bosnia Erzegovina insieme alle organizzazioni partner di MFRR, Article 19 Europe, l’European Centre for Press and Media Freedom (ECPMF), l’European Federation of Journalists (EFJ), Free Press Unlimited (FPU), l'International Press Institute (IPI) e un rappresentante della South East Europe Media Organisation (SEEMO).
Durante la missione, coordinata dall'Associazione dei giornalisti BH Novinari, la delegazione internazionale ha incontrato diversi attori politici e dei media a Banja Luka (Republika Srpska - RS) e Sarajevo, con i quali ha affrontato diverse questioni relative alla libertà dei media nel paese, tra cui i preoccupanti sviluppi legislativi in RS, il crescente numero di atti intimidatori contro i giornalisti e la fragile situazione dell'emittente pubblica BHRT.
Ieri, i rappresentanti della delegazione di MFRR hanno presentato la relazione finale in un webinar a cui hanno partecipato Maja Sever, presidente della European Federation of Journalists (EFJ), e Frane Maroevic, direttore esecutivo dell'International Press Institute (IPI).
Il rapporto fornisce una panoramica dettagliata dei risultati della missione e copre tre punti chiave: il pacchetto di leggi restrittive sia in RS che nel cantone di Sarajevo, la sicurezza dei giornalisti e la situazione dei media del servizio pubblico e del relativo quadro normativo.
Come sottolineato da Frane Maroevic, la Bosnia Erzegovina per diversi anni ha avuto uno dei quadri giuridici più avanzati in materia di libertà dei media nell'intera regione. Nel 2001, ad esempio, la Bosnia Erzegovina è stata il primo paese a depenalizzare la diffamazione, una riforma che ha segnato un importante passo avanti nella tutela della libertà di stampa. Negli ultimi anni, tuttavia, si è assistito ad un continuo ribaltamento di tutti i passi avanti: l'influenza politica sul settore dei media è aumentata, mostrando un chiaro tentativo da parte dei partiti al governo di regolamentare e limitare la libertà di espressione. La reintroduzione del reato di diffamazione in RS lo scorso anno è una chiara prova di questa tendenza allarmante.
"Sebbene ci sia bisogno di norme che regolino il settore dei media, queste devono sempre rispettare gli standard europei e internazionali in materia di libertà di espressione e diritti umani, due principi fondamentali della democrazia e dello stato di diritto", ha sottolineato Maroevic.
Maja Sever ha richiamato l'attenzione sulle crescenti preoccupazioni per la sicurezza dei giornalisti e sull’elevato numero di atti di intimidazione, tra cui attacchi verbali e fisici: "L'effetto dell'impunità è preoccupante, soprattutto in RS, dove i giornalisti ormai non si fidano nemmeno della polizia quando si tratta di garantire la loro protezione".
Sever ha infine evidenziato le condizioni critiche in cui riversa l’emittente pubblica BHRT: la crisi economica che da anni colpisce l'emittente pubblica statale è degenerata nelle prime settimane del 2024 e ora "la chiusura è più certa che mai. Se ciò dovesse accadere, la BiH sarebbe l'unico paese europeo senza un'emittente pubblica".
Nel loro rapporto, le organizzazioni partner della rete MFRR hanno elaborato una serie di raccomandazioni rivolte alle autorità della Republika Srpska, alle autorità statali, delle entità e dei distretti e alla comunità internazionale. Nell’intento di trasformare queste raccomandazioni in passi e azioni concrete, il consorzio europeo continuerà il lavoro di advocacy per fare pressione sulle autorità a tutti i livelli e assicurarsi che la libertà dei media e la libertà di espressione rimangano tra le priorità dell'agenda politica del paese.
Il rapporto completo della missione in lingua inglese è disponibile a questo link: Bosnia and Herzegovina: media freedom in survival mode