Otto arresti per Srebrenica, 20 anni dopo

23 marzo 2015

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Mercoledì scorso la Serbia ha arrestato otto ex poliziotti serbo bosniaci accusati di essere coinvolti nelle uccisioni di massa avvenute a Srebrenica nel luglio 1995, dopo la caduta dell'enclave.

In particolare, gli otto sarebbero tra i responsabili dei massacri avvenuti a Kravica, villaggio poco distante da Srebrenica, dove circa 1.000 bosniaco musulmani erano stati ammassati in un magazzino e poi uccisi a colpi di armi da fuoco e granate.

La strage di Kravica, insieme alle molte altre avvenute nei giorni successivi alla presa di Srebrenica da parte dell'esercito di Ratko Mladić, è stata definita un genocidio dalle Corti internazionali e dalla Corte della Bosnia Erzegovina per crimini di guerra.

Gli arresti, che avvengono a 20 anni da quei tragici eventi, rappresentano un fatto molto importante in quanto segnalano l'avvio di una reale collaborazione tra le Procure di Sarajevo e di Belgrado.

Il vice Procuratore della Serbia per crimini di guerra, Bruno Vekarić, ha sottolineato alla Associated Press che “è la prima volta che la nostra Procura tratta la questione delle uccisioni di massa di civili e prigionieri di guerra avvenute a Srebrenica. Non abbiamo mai affrontato un crimine di tali proporzioni.”

Secondo la Procura serba, gli arrestati sono ex appartenenti al Centro di Formazione Jahorina, un'unità speciale della polizia serbo bosniaca.

I resti delle circa 1.000 vittime sono stati trovati nelle fosse comuni di Ravnica e Glogova 1.