I rappresentanti dell'Agenzia per la democrazia locale di Prijedor presentano l'itinerario alla base della creazione di un Forum Civico, che dovrebbe nel tempo sostituire l'Agenzia stessa.
Il Progetto Prijedor è presente nell'area della Bosnia nord occidentale dal 1996, dapprima in forme limitate poi in maniera sempre più stabile, fino al febbraio del 2000 quando - con il costituirsi dell'Agenzia della Democrazia Locale - il Progetto ha assunto le caratteristiche di un presidio permanente di diplomazia popolare a sostegno del dialogo, della riconciliazione e della cooperazione decentrata.
Dopo sei anni di attività le articolazioni del Progetto Prijedor investono ogni aspetto della vita sociale e civile di quella realtà, ricercando in ciascun ambito di intervento quella dimensione comunitaria in grado di coinvolgere enti locali, associazioni, esperienze professionali, gruppi di volontariato ovvero le parti vitali dei territori coinvolti, in Bosnia come in Italia. Senza dimenticare che attraverso l'ADL il Progetto Prijedor è parte di una vasta rete di città e comunità a livello europeo, potenziali attori di quel progetto "Europe from below - Europa dal basso" che è stato presentato a Sarajevo nell'aprile scorso.
Un impegno iniziato alla fine del '95 e che ha avuto un impatto diffuso sui territori, nella continuità come nel coinvolgimento degli attori locali, con il risultato di contribuire nell'aprire e trasformare quella che negli anni '90 era diventata il simbolo negativo della guerra e della pulizia etnica in luogo del ritorno.
Ma ritorno non è ancora riconciliazione. La riconciliazione rappresenta ancora un obiettivo più che una realtà consolidata, e se è vero che il ritorno è avvenuto in maniera più massiccia che altrove riuscendo a ricostruire un tessuto comunitario ed identitario (le prime moschee ricostruite in tutta la cosiddetta entità serba di Bosnia), le comunità tendono ancora ad essere separate, a costituire sistemi economici e sociali paralleli, ma soprattutto continuano a guardare al conflitto che ha lacerato l'ex Jugoslavia, la stessa comunità di Prijedor e le loro stesse vite attraverso chiavi di lettura diverse se non antitetiche.
Il Progetto Prijedor, nel suo porsi come soggetto di diplomazia popolare, ha cercato in questi anni di abitare il conflitto senza schierarsi fra le parti, portando il proprio aiuto a chi ha subito la guerra e la pulizia etnica, ed al tempo stesso cercando di favorire la rinascita economica, sociale e civile della comunità al di là di ogni appartenenza.
In questo percorso si è sviluppata una fitta rete di rapporti che oggi costituiscono il punto di partenza del Progetto Forum Civico, ovvero dell'itinerario per dar vita ad un organismo che nel tempo dovrebbe rendere superflua la nostra presenza stabile sul territorio di Prijedor e costituire un punto di riferimento a carattere interetnico per l'insieme delle attività del Progetto Prijedor. Più in generale, pensiamo al Forum Civico anche come forma per valorizzare le istanze della società civile, in grado di dialogare criticamente con le istituzioni locali e regionali e con gli organismi internazionali. E prima ancora come luogo utile per sostenere i processi di riavvicinamento, attraverso un percorso di ricerca-azione attorno ai temi che vanno sotto il capitolo "elaborazione del conflitto".
A questo percorso parteciperanno una trentina di persone che in questi anni si sono impegnate a vario titolo con il Progetto Prijedor. Parteciperanno a titolo personale. Ciascuno dei partecipanti, accettando di prender parte al percorso, si è anche impegnato ad avere un approccio di dialogo aperto e nonviolento con gli altri partecipanti.
L'itinerario si compone poi di una parte preparatoria di due capitoli e di una serie di attività collaterali e si realizzerà entro la fine del 2003. Il primo capitolo prevede approfondimenti tematici attraverso letture e discussioni collettive, nell'obiettivo di condividere un approccio di fondo alle questioni che verranno affrontate. Il secondo invece punta alla conoscenza e alla pratica di progetti, anche attraverso visite e studi di caso. Avverrà con l'ausilio di accompagnatori e dei protagonisti delle esperienze.
Lo scorso fine settimana si è tenuto il primo incontro. Tema trasversale alla discussione "Il 900" analizzato grazie alla presenza a Prijedor di Marco Revelli autore di "Oltre il Novecento" nel quale egli effettua una disanima del "delirio dell'homo faber". 900 significativo per la ex-Jugoslavia: un paese che nasce e muore nel '900, attraversato da tutte le principali ideologie (populismo, nazionalismo, comunismo, ecc.). Un itinerario attraverso il secolo da poco conclusosi che non prescinde dal territorio di Prijedor. Che indaga, cerca e segna le tracce di "quel che resta" delle diverse guerre che si sono avute in quella regione; dunque tracce nel "terreno", sul territorio, dalla miniera alla trasformazione dei fabbricati e degli edifici, i segni dell'industrializzazione socialista, le discariche, i luoghi di detenzione. Evidentemente un modo per tutti i partecipanti di iniziare a parlare di chi si è stati e di chi si è.
A questo primo incontro con Revelli ne seguiranno altri: con Rada Ivekovic, docente all'Università di Parigi, autrice di "Autopsia dei Balcani"; con i racconti e le testimonianze di donne che hanno vissuto la guerra raccolte da Rada Zarkovic; con le tematiche dello sviluppo locale, consapevoli che riconciliazione significhi anche nuovi modi di intendere lo sviluppo sul territorio.
Come Osservatorio cercheremo di seguire il dipanarsi di questo percorso attraverso la cronaca degli incontri ed interviste a relatori e partecipanti.
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