Ratko Mladić: rimandato al 2021 il processo d’appello

10 giugno 2020

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Già rimandato da marzo a giugno l’appello presso il Meccanismo residuale del Tribunale Penale Internazionale per l’ex Jugoslavia per emettere la sentenza definitiva a carico dell'ex generale dell'esercito serbo-bosniaco Ratko Mladić, condannato in prima istanza all’ergastolo, ora dovrà attendere il 2021.

È stato reso noto lo scorso 8 giugno dal giudice Carmel Agius, presidente del MICT [Meccanismo residuale internazionale per i tribunali criminali che ha sostituito il TPI - Tribunale penale internazionale per i crimini nella ex Jugoslavia, da inizio 2018] adducendo il rinvio alle misure legate alla pandemia da Covid-19 ancora in vigore.

In realtà la data iniziale di metà marzo era già stata rinviata al 16 e 17 giugno, ma ora si dovrà aspettare ancora per sapere se verrà confermata la condanna all’ergastolo a carico dell’ex generale dell’esercito serbo-bosniaco Ratko Mladić emessa il 22 novembre del 2017.

I crimini per i quali era stato processato comprendono quello di genocidio e complicità in genocidio (Srebrenica); crimini contro l'umanità e in particolare omicidio, sterminio, deportazione e persecuzione per motivi politici, razziali e religiosi commessi nelle aree di Banja Luka, Bihać, Bijeljina, Bosanska Gradiška, Bosanska Krupa, Bosanski Novi, Bratunac, Brčko, Doboj, Foča, Gacko, Kalinovik, Ključ, Kotor Varoš, Nevesinje, Novi Grad, Prijedor, Rogatica, Sanski Most, Srebrenica, Teslić, Vlasenica, Vogošća e Zvornik; attacchi contro civili e organizzazione di una campagna di terrore contro la popolazione, in particolare per i bombardamenti e l'assedio di Sarajevo, che ha provocato più di 10.000 morti.

Il giudice che a causa dei rinvii per la pandemia, ha informato che si prolungheranno i tempi anche di un altro processo ereditato dal TPI, a carico di Jovica Stanišić e Franko Simatović , il cui verdetto verrà altresì pronunciato nel corso del 2021.

Stanišić, ex capo dei servizi di sicurezza del ministero degli Interni della Repubblica di Serbia (Službe državne bezbednosti) e il suo braccio destro Simatović (a capo dell'unità per le operazioni speciali), erano stati assolti in prima istanza nel 2013, ma la corte d’appello del TPI aveva decretato nel dicembre del 2015 una sentenza che non solo capovolgeva quanto stabilito nel 2013, ma richiedeva che i due imputati venissero processati nuovamente. Questo processo è stato avviato poi dal Meccanismo residuale internazionale nel 2017.