Sarajevo ospiterà il primo Pride nella storia della Bosnia Erzegovina
3 aprile 2019
“In Bosnia Erzegovina il Pride avverrà spontaneamente, come espressione di insoddisfazione di un gruppo sociale e una forma di lotta. Le persone scendono in strada quando sentono la necessità di denunciare i problemi con cui sono costrette a confrontarsi”, così spiegava Emina Bošnjak, direttrice del Sarajevski otvoreni centar, organizzazione non governativa impegnata nella promozione e nella difesa di gruppi vulnerabili, tra cui donne e minoranze sessuali e di genere, in un'intervista riportata sulle pagine di Deutsche Welle . A qualche mese di distanza, lo scorso lunedì, è stato annunciato alla stampa bosniaca che il prossimo 8 settembre Sarajevo ospiterà il primo Pride nella storia del paese.
L'intenzione dei 15 attivisti che andranno a costituire il comitato organizzativo della marcia è certamente quella di riunire la comunità LGBTQ di tutta la Bosnia Erzegovina con l'obiettivo di dare visibilità ad un gruppo sociale “invisibile” nonché oggetto di discriminazione e violenza.
La Bosnia Erzegovina ha fatto parecchi passi avanti dall'abolizione nel 1998 della legislazione che criminalizzava l'omosessualità. Tra questi vanno citati l'adozione della Legge sull'uguaglianza di genere del 2003, che nell'articolo 2 vieta esplicitamente la discriminazione sulla base del genere e dell'orientamento sessuale, così come l'emendamento del 2016 che ha incluso tra i motivi discriminanti l'identità di genere. Eppure, ancora molto deve esser fatto, e non solo sul piano normativo. Come indicato nella Annual Review di ILGA-Europe , sono ancora molti i casi di violenza e discriminazione nei confronti dei membri della comunità LGBTQ bosniaca e il persistere di questa situazione è dovuto ad un'immagine stereotipata dei suoi membri, che è dura a morire.
La marcia del Pride del prossimo 8 settembre si affianca all'attività di sensibilizzazione portata avanti da varie organizzazioni per i diritti umani in Bosnia Erzegovina. Si tratta di un'occasione per dare visibilità ad un gruppo sociale a cui viene spesso impedito l'accesso allo spazio pubblico. Tuttavia, come riferisce Lejla Huremović, attivista e membro del Comitato organizzativo della Bonsia Erzegovina Pride March, il Pride non sarà solo la marcia della comunità LGBT, ma di tutti quei gruppi lasciati ai margini della società.