A Trento, come in altre 76 città europee, il 31 maggio prossimo si ricorderà la tragedia della pulizia etnica in Bosnia Erzegovina
Il prossimo 31 maggio, alle 17.30, a Trento, si manifesterà per la "Giornata internazionale delle fasce bianche". Sarà una manifestazione per ricordare una pace che non c’è ancora, quella in Bosnia Erzegovina. Sarà una manifestazione per ricordare le troppe volte in cui una guerra è terminata, senza però portare la pace. Sarà una manifestazione per ricordare che l’assenza di pace “Ci riguarda” sempre, perché dove non c’è pace non ci sono diritti, giustizia, equità economica, democrazia. Lo si farà indossando delle fasce bianche, così come faranno quel giorno e più o meno a quell’ora a Prijedor, città nel nord della Bosnia Erzegovina, e in altre 75 città europee.
Per capire la ragione, dobbiamo conoscere una storia. Il 31 maggio di qualche anno fa un ragazzo giovane, Emir Hodžić, si legò al braccio una fascia bianca e si mise solo, in piedi, nella piazza del municipio. Non disse nulla. Rimase zitto. Voleva protestare contro l’assordante silenzio delle autorità di Prijedor. Voleva si condividesse il ricordo di quello che era accaduto vent’anni prima, il 31 maggio 1992. Quel giorno, a Prijedor, le autorità serbe di Prijedor, obbligarono tutti i cittadini non-serbi a mettere uno straccio o un lenzuolo bianco alle finestre di casa. Per essere riconoscibili anche fuori, in strada, furono obbligati a mettere una fascia bianca al braccio. Così, iniziò la tragedia. In pochi mesi 31.000 civili di Prijedor, tutti rigorosamente non serbo–ortodossi vennero rinchiusi nei lager. 53.000 persone furono vittime di persecuzione e deportazione. Quelli uccisi furono 3.173. 102 erano bambini.
L'appuntamento, a Trento, è a Palazzo Thun, il 31 maggio alle 17.30.
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