Una veduta di Mostar con lo Stari Most. Foto Adobe Stock

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UniTrento ha collaborato alla redazione di un glossario costituzionale per il paese balcanico

21/12/2023 -  Daniele Santuliana

(Originariamente pubblicato da Unitrento Mag , il29 novembre 2023)

La Bosnia ed Erzegovina è probabilmente l’unico paese al mondo con una costituzione scritta in una lingua straniera. Quella in vigore dal ‘95 è infatti in inglese, non esiste traduzione ufficiale nelle lingue parlate nel paese. Chi ha memoria degli anni Novanta ricorda bene lo scenario in cui si arrivò a questo. Le guerre che per cinque anni sconvolsero i Balcani, le pulizie etniche, le stragi, i cecchini e l’assedio di Sarajevo. Da allora, dagli accordi di Dayton del '95, la situazione istituzionale della Bosnia Erzegovina è congelata, sintomo di un’elaborazione ancora lontana dalla storicizzazione e dalla pacificazione compiuta.

A fronte di questo, però, non mancano i tentativi di dialogo. Quel dialogo fondamentale per capire le differenze e porre le basi per rapporti nuovi e in cui la riflessione sulla Costituzione ha un ruolo fondamentale.

L’Università di Trento è stata coinvolta nei mesi scorsi in un progetto internazionale coordinato dall’Università Milano Bicocca per la redazione di un glossario dei concetti costituzionali fondamentali della Bosnia ed Erzegovina. Un tentativo per tradurre, spiegare e rendere accessibili a un pubblico vasto i principi su cui si basa la convivenza nel paese balcanico.

«Per la prima volta – spiega Jens Woelk, docente di Diritto costituzionale comparato all’Università di Trento e membro del gruppo che ha lavorato al glossario – 35 concetti fondamentali della costituzione bosniaca ed erzegovese sono stati tradotti e spiegati nelle tre lingue parlate nel paese». Il lavoro sulla costituzione ha coinvolto le maggiori istituzioni accademiche pubbliche della Bosnia ed Erzegovina, per la prima volta insieme in un progetto che è riuscito ad andare oltre le barriere e le diffidenze. Ne è nato un testo dall’approccio divulgativo pensato per essere consultato da un pubblico ampio: persone con incarichi politici o diplomatici, docenti, ricercatrici e ricercatori universitari, giornalisti e giornaliste, ma anche semplici cittadine e cittadini interessati a capire un po’ di più le basi istituzionali del paese».

Ma cosa ci racconta questo glossario della Bosnia Erzegovina di oggi? «Rispetto alla semplice Costituzione – racconta Woelk – il glossario aggiunge soprattutto l’aspetto dei diritti dei cittadini. Per noi è un dato scontato, ma non così per chi vive in Bosnia ed Erzegovina. La costituzione del paese ruota infatti sui tre gruppi - bosniaco, croato e serbo - con un sistema federale che suddivide i poteri tra le comunità ma tutto l’impianto presta poca attenzione ai diritti individuali. Da un decennio la giurisprudenza si sta però evolvendo nella direzione di porre più enfasi sui diritti delle persone. Su questo il glossario cerca di fare chiarezza».

Del progetto fanno parte istituzioni – come l’Università di Trento, l’Eurac di Bolzano o l’Università di Graz – radicate in territori di confine. Qual è il filo rosso che collega queste esperienze “di frontiera”?

«Sicuramente, una maggiore attenzione ai temi delle diversità e del plurilinguismo. Ambiti che possono generare conflitto in Bosnia ed Erzegovina, così come in passato è successo in Trentino – Alto Adige/Südtirol o in altre regioni di confine. Voglio ricordare anche il ruolo fondamentale che in questo progetto ha avuto l’Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa, che ospita sul proprio sito i risultati di questo studio e il glossario pubblicamente accessibile».

Da un punto di vista metodologico, il lavoro è durato due anni: «I concetti da trattare sono stati individuati insieme. Ogni voce – racconta Woelk – è stata poi affidata a un gruppo di ricerca formato da più università, in modo da favorire il dialogo e la sintesi tra prospettive diverse. Un lavoro collettivo che ha assegnato il ruolo determinante alle istituzioni accademiche della Bosnia ed Erzegovina, con l’obiettivo di creare una piattaforma accademica nel paese».

Per quanto riguarda le prospettive della ricerca, «l’obiettivo è quello di partire da quest’esperienza per potenziare la collaborazione tra le università del paese balcanico. Ad esempio, creando una rivista online che, a partire dal glossario, possa fornire contributi continui relativi al diritto pubblico e al diritto costituzionale. Sarebbe una novità nel panorama accademico bosniaco ed erzegovese».

Un lavoro, quello sul glossario, che si inserisce bene nel percorso di avvicinamento di Sarajevo all’Unione Europea. Woelk: «Dallo scorso anno, la Bosnia ed Erzegovina è candidata all’adesione. Tra pochi giorni, si deciderà se aprire formalmente i negoziati. Certo, le divisioni sono ancora forti ed è necessario lavorare per far capire a chi ha responsabilità di governo che senza riforme non si va da nessuna parte. Le resistenze sono tante, posizioni di rendita che non intendono cedere terreno. Credo però che la prospettiva dell’adesione all’Unione Europea possa dare una motivazione fortissima per far cambiare le cose».

Lunedì 20 novembre, il gruppo di ricerca del progetto “Bosnia Erzegovina: costituzione e adesione all’Ue”, finanziato dai fondi Cei Kep Italy e coordinato dall’Università di Milano Bicocca, ha presentato a Sarajevo in collaborazione con l'Ambasciata italiana la pubblicazione “Cittadini, Costituzione, Europa: Glossario dei concetti costituzionali essenziali della BiH”. Il libro, pubblicato dall’Università di Sarajevo–Facoltà di Giurisprudenza, è frutto di una discussione accademica pluriennale. Il glossario, scritto in inglese, bosniaco, serbo e croato, spiega le particolarità costituzionali, come funzionano le istituzioni e come procede il percorso di integrazione europea del paese.

 

Questo materiale è pubblicato nel contesto del progetto "Bosnia Erzegovina, la costituzione e l'integrazione europea. Una piattaforma accademica per discutere le opzioni” sostenuto dalla Central European Initiative (CEI). La CEI non è in alcun modo responsabile delle informazioni o dei punti di vista espressi nel quadro del progetto. La responsabilità sui contenuti è unicamente di OBC Transeuropa. Vai alla pagina dedicata al progetto


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