Dal 27 ottobre al 2 novembre in una piccola galleria di Sarajevo, la Black Box, una mostra "Welcome" di Federico Lanaro. Protagonista la città ed un elefante
Scorgere un elefante sulla Titova è ammaliante e paradossale allo stesso tempo. Sorprende, ma in fondo allude alla ben nota complessità di questa città. L'elefante è il diverso. È colui che viene da fuori, esotico nella sua alterità. Ma è anche l'altro che vive a fianco a noi ogni giorno, la cui distanza diamo per scontata ed irriducibile.
Un elefante nella čaršija stupisce, ma non è una presenza del tutto nuova. Nel suo racconto “L' elefante del visir,” Ivo Andrić racconta di un elefante fatto arrivare a Travnik dal visir di turno. Goffo e fuori posto l'animale perde da subito la sua magnificenza e diventa il simbolo del potere tirannico.
Questa mostra è un omaggio alla città di Sarajevo. Allo stesso tempo, coerentemente, celebra l'attrattiva di questo spazio urbano che è “metafora del mondo”, microcosmo dentro cui si ritrovano tutte le sfide e le complessità che esistono all'esterno. Coesistenza e diversità sono elementi caratterizzanti di questa realtà urbana, così come lo sono state, storicamente, le invasioni. Una costante che tuttavia muta col tempo. Le invasioni contemporanee sono differenti, ma non meno problematiche di quelle passate. Sono un fatto, percepito in molteplici modi e dai molteplici risvolti. Arricchiscono, ma sono al contempo potenziali minacce.
Il titolo della mostra, Welcome, si riferisce alla capacità di accogliere ma anche, più sottilmente, ad un'espressione formale che può diventare schermo dietro cui proteggersi.
Questa doppia possibilità richiama le considerazioni di Karahsan sull'ambivalenza di Sarajevo, una città in cui apertura e chiusura convivono senza escludersi a vicenda.
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