A Zenica, la città più inquinata della Bosnia Erzegovina, i cittadini sono scesi in piazza per difendere il proprio diritto ad un'aria pulita. Protestano contro l'acciaieria Arcelor Mittal, rea di superare i limiti delle emissioni nocive e di non introdurre filtri ai propri impianti. Possibile un'azione legale collettiva
Questo articolo è stato originariamente pubblicato il 16 febbraio scorso da Oneworld South East Europe
Il 4 e l'11 febbraio scorso si sono svolte a Zenica dimostrazioni di protesta contro l'acciaieria Arcelor Mittal, all'insegna dello slogan “la Mittal ci avvelena!”. I cittadini di Zenica hanno espresso il loro malcontento per l’eccessivo inquinamento e le emissioni dell’acciaieria nella città, e hanno chiesto un’azione urgente per migliorare la situazione attuale della qualità dell’aria a Zenica.
I cittadini hanno presentato diverse richieste alla Arcelor Mittal e all’amministrazione locale, soprattutto, l’installazione di apparecchiature di filtraggio sulle ciminiere di scarico degli impianti della compagnia entro i prossimi tre mesi e la conclusione dell’accordo di collaborazione tra il Comune e l’Università di Zenica (UNZE), per introdurre un sistema di misurazione nel quale le misurazioni della qualità dell’aria saranno condotte da un istituto indipendente.
I dimostranti hanno inoltre domandato che tutti i dati e gli indicatori sull’inquinamento a Zenica vengano esposti pubblicamente nel centro della città, in tempo reale, e che vengano introdotti sistemi di allarme che suonino in caso di livelli di inquinamento eccessivo.
“L'azione insolente e priva di scrupoli della Arcelor Mittal e dei suoi sostenitori è inaccettabile, incivile, immorale e illegale. È giunto il momento che qualcuno sia ritenuto responsabile per l’avvelenamento prolungato e il maltrattamento dei cittadini del quartiere di Tetovo, a Zenica“, afferma l’associazione “Akcija Gradjana“ (Azione dei Cittadini) nella sua lettera di sostegno alle proteste.
Akcija Gradjana sostiene inoltre che, ancora oggi, le condizioni di base accettabili per l'ambiente e i requisiti legali non sono stati rispettati, aggiungendo che l’incidenza del cancro è in aumento nel Cantone di Zenica-Doboj, e che per alcuni agenti inquinanti i limiti massimi consentiti sono stati superati per più di 35 giorni l’anno scorso.
“La Legge sulla protezione ambientale prescrive che chi inquina risarcirà la popolazione“, afferma Akcija Gradjana, annunciando sostegno ai cittadini del quartiere di Tetovo nella preparazione di un’azione legale collettiva contro la società dell’acciaio Arcelor Mittal.
Il movimento DOSTA! ha condannato le costanti eccessive emissioni di particelle tossiche nell’atmosfera e ha richiesto alle autorità competenti di fare il loro lavoro ed assicurare che le apparecchiature di filtraggio siano installate, come promesso al momento della firma dell’accordo di privatizzazione con la Arcelor Mittal.
Il movimento DOSTA ha invitato i media a sostenere i tentativi dei cittadini di veder riconosciuto il loro diritto ad un’aria pulita, uno dei diritti umani fondamentali, e ha fatto appello ai cittadini di Zenica di non permettere una situazione in cui essi dovranno respirare aria inquinata, e di impedire ai funzionari pubblici di intraprendere azioni arbitrarie.
“Noi speriamo che i cittadini di Zenica dimostreranno sufficiente solidarietà e responsabilità civica per esigere dalle autorità che l’appropriato sistema di filtraggio venga installato, ma anche per insistere e persistere con le loro richieste per una vita sana”, afferma il movimento Dosta.
Anche l’associazione ambientalista Eko Forum Zenica ha sostenuto le proteste dei cittadini di Zenica, e ha invitato tutti i cittadini ad unirsi al lavoro dell’associazione per raggiungere l’obiettivo comune - una città sostenibile dal punto di vista ambientale.
Sostegno è arrivato dall’organizzazione internazionale Alpe Adria Green e dalla rete Bankwatch.
Alpe Adria Green, nella sua lettera di sostegno, ha accusato la Arcelor Mittal di Zenica di violazione di trattati internazionali e del Protocollo di Kyoto, delle convenzioni per la tutela della salute e della Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, minacciando i cittadini di Zenica con emissioni di metalli pesanti e gas tossici.
“Noi sosteniamo i manifestanti e faremo ogni cosa in nostro potere a livello internazionale per mettere fine alla loro agonia. Intendiamo usare tutti gli strumenti legali e i mezzi di pressione disponibili sui proprietari e i politici in Bosnia Erzegovina per preservare la salute dei cittadini", afferma Alpe Adria Green nella sua lettera di sostegno.
Bankwatch, la rete di Ong internazionali che monitorano il lavoro e gli investimenti delle istituzioni finanziarie internazionali in Europa centrale e sud-orientale, ha richiesto che la Arcelor Mittal di Zenica installi i filtri richiesti sui suoi impianti. Bankwatch avverte che, cinque anni fa, la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo ha investito 25 milioni di euro in progetti per interventi di miglioramento della Arcelor Mittal di Zenica, che sono state condizionati all’introduzione di un sistema di protezione ambientale efficiente.
Zenica, ai tempi detentrice del titolo di "città più inquinata nella ex Yugoslavia” (un dubbio onore che condivideva con Veles in Macedonia) è oggi la città più inquinata della Bosnia Erzegovina e una delle città più inquinate d’Europa.
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