3 milioni di euro per 4 specie di uccelli

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"La Repubblica […] garantisce la protezione e la riproduzione dell'ambiente, la conservazione della natura vivente in tutte le sue varietà e l'utilizzo ragionevole delle risorse naturali". Recita così l’articolo 15 della Costituzione della Bulgaria, primo paese dell'Unione europea per quota di territorio coperto da aree protette.

La Bulgaria è anche uno dei maggiori beneficiari dei fondi di coesione dell’UE, i cui obiettivi includono il miglioramento e la protezione dell’ambiente. Nello scorso decennio il programma “Ambiente” gestito dallo Stato bulgaro ha investito circa 1,7 miliardi di euro, provenienti in gran parte da fondi europei: molte risorse sono andate nella modernizzazione dei sistemi per la gestione dei rifiuti e delle acque e negli interventi per la protezione civile e la prevenzione dei disastri naturali, ma alcuni progetti si sono andati a concentrare anche sulla protezione di specie animali.

In particolare, sono quattro specie di volatili quelle che hanno ricevuto i maggiori contributi, tutti orientati a migliorarne lo "stato di conservazione", ovvero le probabilità di sopravvivenza nel tempo.

Tra questi l’avvoltoio monaco, una specie a rischio di estinzione su cui è stato investito l’equivalente di quasi 1 milione di euro in fondi di coesione. Decisamente più schivo è il tarabuso, un uccello mimetico noto anche come airone stellato, censito in ben 37 aree protette della Bulgaria. La moretta tabaccata è un’anatra considerata "prossima alla minaccia". Diffusa in diverse regioni del mondo, in Bulgaria è presente soprattutto nelle regioni sudorientali. Il progetto a suo favore, gestito da un’organizzazione non governativa, ha mobilitato risorse pari a 800mila euro. È stato invece il comune di Šabla a implementare un progetto per migliorare le condizioni di vita dell’oca collorosso, una specie originaria della Siberia classificata come "vulnerabile".

 

Questo materiale è pubblicato nel contesto del progetto "Cohesion4Climate" cofinanziato dall’Unione europea. L’UE non è in alcun modo responsabile delle informazioni o dei punti di vista espressi nel quadro del progetto; la responsabilità sui contenuti è unicamente di OBCT.