Prosegue l'acceso dibattito in Bulgaria sulla posizione del Paese rispetto alla crisi in Iraq. Ma un voto in Parlamento non lascia ombre sulla posizione interventista della politica bulgara.
"Bulgaria - un nuovo vassallo", titolava in prima pagina il quotidiano 'Troud' lo scorso 8 febbraio. Si cita in questo caso un articolo da poco pubblicato su 'The Guardian', in reazione al voto del Parlamento bulgaro, avvenuto lo scorso 7 febbraio, che ha concesso agli USA il sorvolo del territorio nazionale, le basi militari ed il diritto di passaggio dei mezzi e delle truppe su territorio bulgaro nonché il coinvolgimento in un'eventuale azione militare di unità speciali addestrate per operare in caso di attacchi nucleari e batteriologici.
Sono stati 165 i parlamentari che si sono espressi a favore, nessuno contro e 48 gli astenuti. Respinta una mozione, proposta dal leader dell'opposizione di sinistra del Partito socialista bulgaro Sergei Stanishev, che vincolava l'appoggio bulgaro all'approvazione di una seconda risoluzione ONU successiva alla 1441. Ciononostante i parlamentari di sinistra non hanno votato contro. "Per paura di essere visti come una forza anti-NATO", commenta il quotidiano 'Monitor'.
E dalle pagine di '24 Chassa' il commentatore politico Ognyan Minchev sembra cercare di fare il difficile esercizio di conciliare le posizioni di interventisti e non-interventisti. "La Bulgaria deve intervenire ma in cambio di quest'intervento deve assicurarsi che si arrivi ad una pace piena e che i problemi vengano risolti sino alla radice", e ricorda poi il caso del Kossovo dove una pace "mai conclusa" ha portato nell'area il chaos criminale, la pulizia etnica ed il brigantaggio che non hanno fatto che "sostituire il regime di Milosevic". "La ripetizione del Kossovo su grande scala in Iraq ed in Medio oriente implicherebbe una tragedia con immani conseguenze".
Intanto il 10 febbraio scorso sono scesi nelle strade di Sofia circa 200 dimostranti per protestare contro la decisione del Parlamento di supportare in modo incondizionato gli Stati uniti. Alcuni degli slogan: "No alla guerra", "No alla NATO", "Non moriremo per l'America". Tra i manifestanti molti pensionati, molti palestinesi e curdi. La dimostrazione è stata organizzata dal 'Comitato bulgaro per la pace'.
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