Azis

Vestiti da donna, forte trucco e pizzetto ossigenato. E' il look trasgressivo ed ambiguo di Azis, star della musica chalga, un mix tra folk, pop e dance. Alle prossime elezioni politiche bulgare - con altri cantanti e modelle - è pronto a sbarcare in Parlamento

16/03/2005 -  Tanya Mangalakova

Può sembrare scioccante. Azis, cantante della scena pop-folk bulgara abituato a scandali ed a far parlare si sé è probabile siederà nel prossimo parlamento bulgaro. "E poi al posto dei completi Versace in Parlamento andranno in voga le stringhe di cuoio, i deputati non voteranno più con carte elettroniche ma con la musica di Neka me boli (singolo di successo di Azis, ndr)", ha commentato in modo molto sarcastico il quotidiano Standard.
Il cantante il prossimo 25 giugno, giorno delle elezioni parlamentari, scenderà in campo con il movimento "Euro Roma" e si confronterà a Varna, città sul Mar Nero con candidati non certo nuovi alla politica: Nikolay Vasiliev, attuale vice-Primo ministro e deputato del Movimento nazionale Simeone II e Nadezhda Mihailova, leader dell'Unione delle Forze democratiche, opposizione di destra all'attuale governo ed ex Ministro degli esteri.

Lo scandaloso

Azis non ha mai nascosto il suo essere omosessuale. Anche nei suoi video musicali. Indossa solitamente vestiti da donna molto vistosi ed in pubblico appare sempre truccato. L'unico accessorio poco tradizionale in questo turbinio di travestimenti è il pizzetto ossigenato. Questo cantante che si diverte nel mescolare due sessi in uno ha migliaia di fan. Che ne ammirano la vena trasgressiva. Nell'ottobre del 2004, poliziotti e vigili del fuoco hanno dovuto in tutta fretta smantellare un'enorme manifesto in cui Azis mostrava le sue gambe nude, montato di fronte al monumento a Vasil Levski, eroe nazionale bulgaro e simbolo della lotta contro l'Impero ottomano. "Uno scandalo!" commentò in quell'occasione Boiko Borrissov, uomo di ferro del Ministero degli interni, nel quale ricopre la carica di Segretario generale. "Solo una campagna pubblicitaria, lo scandalo è vantaggioso a quest'ultima, questa musica e questi comportamenti non sono altro che kitsch", commentò invece in quell'occasione Ivan Slavov, prominente intellettuale e professore presso l'Università di Sofia.

Azis e Don Tzezi

Azis si dichiara certo della propria elezione. La prima cosa che farà in Parlamento? "Cantare. E poi metteremo pressione sui politici. Devono iniziare a lavorare". La discesa in campo di Azis non è un capriccio ma rientra nella strategia adottata dal movimento politico "Euro Roma", guidato da Tzevetelin Kanchev (Don Tzezi), che si pone - almeno a parole - come obiettivo la difesa dei diritti della minoranza rom. Per farlo occorre innanzitutto superare lo sbarramento d'ingresso in Parlamento posto al 4%. Kanchev - una carriera politica interrotta da una condanna, nel 2000, per racket che lo ha obbligato a lasciare l'aula del Parlamento per una cella - ha quindi pensato di chiedere aiuto a star del mondo dello spettacolo. Secondo i sondaggi "Euro Roma" avrebbe un peso ininfluente nel panorama politico bulgaro, dallo 0,2 al 0,5% dei consensi, corrispondenti a circa 1/3 dei voti dei rom. Ma Azis no. Da solo porterebbe in dote, secondo l'agenzia di sondaggi Mediana, il 4% dei voti bulgari. Euro Roma supererebbe in questo modo alcuni partiti che da anni esistono in Bulgaria come l'Unione popolare agricola di Anastasia Mozer o i Democratici per una Bulgaria forte dell'ex Primo ministro Ivan Kostov. "E' una star, e questo può pesare anche nella sfera politica" ha commentato Kolio Kolev, a capo dell'agenzia Mediana. Azis non sarà l'unica star a correre per Eruo Roma. Al suo fianco vi saranno anche il cantante Boni, la "perla rom" Sofi Marinava, la cantante folk Anelia, la modella Juliana Kancheva, finita già due volte sulla prima pagina della versione bulgara di Playboy. Don Tzezi spera che il suo partito venga sostenuto da almeno 200.000 rom.

Chalga time

Solitamente i colleghi di Azis e gli intellettuali bulgari hanno da sempre criticato la scena musicale folk, o chalga, come viene chiamata in Bulgaria. Ciononostante nell'ultimo decennio questo genere musicale è letteralmente fiorito. Non solo in Bulgaria ma nell'intera regione. Il chalga bulgaro può infatti essere paragonato al cosiddetto turbo-folk in Serbia. La parola chalga deriva dal turco. E' un genere molto legato ai gruppi rom.
Durante gli anni '90 a questo genere musicale era caratterizzato da testi banali e derivati dallo slang dei cosiddetti "musi", i nuovi arricchiti, coloro i quali avevano fatto i soldi con traffici illeciti, racket ed altre attività criminali. "Ooo, la tigre, la tigre" uno dei più noti singoli del genere chalga, inneggiante ai soldi facili, era diventato un vero e proprio inno della criminalità bulgara. "Se avrai soldi potrai avere gallinelle, se non avrai soldi avrai solo vecchie nonnine". A volte alcune canzoni chalga sono state addirittura premonitrici di sviluppi politico-economici. Nel 1995, molti mesi prima della bancarotta di molti istituti bancari e della fortissima svalutazione del lev (moneta bulgara) la cantante folk Sashka Vaseva cantava: "The Levs into Deutsche Mark". Poi progressivamente il chalga è divenuto una vera e propria industria con 70 album prodotti per anno e circa 20 video. Ha subito anche dal punto di vista musicale un profondo cambiamento, per alcuni aspetti divenendo più raffinato. Uno degli esempi di questi cambiamenti è la cantante Sofi Marinova. Anche i più critici nei confronti del chalga - e non ve ne sono pochi - hanno dovuto ammettere che ha una magnifica voce.

Dive al silicone

Attualmente vi sono dozzine di dive del chalga. Di solito le cantanti, all'inizio della propria carriera, copiano le colleghe serbe. "Questo genere musicale viene ascoltato con gli occhi", ricorda Mitko Dimitrov, proprietario della Pioner, una delle più importanti case discografiche che produce questo genere musicale. La via del successo per una cantante passa dal trucco, dalle parrucchiere, dal consiglio degli stilisti, dai poeti e soprattutto .... dai chirurghi estetici. I maggior profitti di queste cantanti provengono dalle loro esibizioni presso club e ristoranti che programmano musica chalga. Una performance di un'ora può venir pagata dai 250 ai 2000 euro. Quest'ultima è ad esempio al cifra che richiede il cantante Azis.
A Sofia uno dei club più conosciuti è il Nai club. Vi si trova posto solo prenotando molto tempo prima. Il clou della serata arriva solitamente a mezzanotte quando l'orchestra rom inizia a girare per il locale e molte ragazze si mettono a ballare la danza del ventre sui tavoli. E' diventato un vero e proprio cult per i giovani bulgari festeggiare il proprio compleanno al Nai Club.
Planeta, il quarto canale televisivo bulgaro per audience, dietro solo ai canali statali, è dedicato esclusivamente al chalga. Non viene solo visto dai bulgari ma anche in Macedonia, Serbia, Turchia e Grecia. Secondo il quotidiano "24 Chassa" lo stesso presidente dell'Afghanistan Hamid Karzai avrebbe una volta dichiarato di vedere i video trasmessi su Planeta TV.

Don Tzetzi, di nuovo?

Non tutti temono il fenomeno Azis. Alcuni intellettuali hanno affermato che Azis è sicuramente più civilizzato di quei parlamentari che - utilizzando le parole della drammaturga Milena Fuchedzhieva - iniziano a picchiare chiunque quando hanno bevuto un bicchiere di troppo. Milena vive negli Stati Uniti dove lavora in una lussuosa gioielleria. E' il suo modo di guadagnarsi da vivere. Poi scrive libri e per il teatro. "Nell'attuale parlamento siedono già alcune modelle. Il nuovo ministro della cultura è una ragazza che di cultura bulgara proprio non ne sa niente. Azis è senza dubbio uno show man che non pretende di fare arte, ma solo uno show. Anche se da parlamentare non combinerà nulla, manterrà l'amore dei suoi fan. Nessuno degli attuali e dei precedenti parlamentari può glorificarsi troppo", ha scritto la Fuchedzhieva.
Anche alcuni analisti politici non sono preoccupati del fatto che Azis entri in Parlamento ma piuttosto che quest'ultimo possa servire a dare più rilievo politico a coloro che gli stanno dietro. In particolare a Don Tzetzi.


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