Varie organizzazioni che si occupano di libertà di stampa denunciano una recente proposta di legge presentata dal partito di estrema destra Vazrazhdane che sembra pensata per colpire i media critici in Bulgaria
Insieme alla Federazione europea dei giornalisti, all’European Centre for Press and Media Freedom e all’International Press Institute, abbiamo lanciato l’allarme per un disegno di legge presentato al Parlamento bulgaro dal partito nazionalista filo-russo Vazrazhdane (Rinascita), volto a colpire i cosiddetti "agenti stranieri" e con potenziali sanzioni per tutti quei media che ricevono finanziamenti dall'estero.
Vazrazhdane alle recenti elezioni è diventato il quarto partito in parlamento ed è attualmente in trattative per formare un governo di coalizione. Sebbene l'approvazione della legge nell'attuale clima politico rimanga dubbia, essa rappresenta comunque una seria minaccia alla libertà dei media che la Commissione europea dovrebbe monitorare attentamente.
La proposta fa suonare un campanello d'allarme anche date le somiglianze con la famigerata legge russa sugli agenti stranieri che nell'ultimo decennio è stata utilizzata sistematicamente come arma per bloccare ciò che resta dei media e delle ONG indipendenti in Russia.
Qualsiasi tentativo di implementare leggi di questo tipo nell’Unione europea dovrebbe essere a nostro avviso risolutamente contrastato. Nessuno stato membro dell'Ue ha mai approvato una legislazione simile ad eccezione dell’Ungheria, che nel 2017 ha approvato una legge che si applicava alle organizzazioni finanziate dall'estero e alle ONG, ma non alla stampa. La Corte di giustizia dell'Unione europea ha poi giudicato che questa legge viola il diritto dell'Ue.
Temiamo che l'adozione di una legge simile in Bulgaria possa aprire la strada ad abusi da parte del governo attuale e dei governi futuri, oltre a rappresentare un tentativo di screditare e stigmatizzare i mezzi di informazione indipendenti. Una simile legge sarebbe inoltre altamente discriminatoria, creerebbe un clima di ostilità per gli investimenti nei media nel paese e violerebbe direttamente il diritto dell'Ue.
Il disegno di legge sulla registrazione degli agenti stranieri è stato presentato da Vazrazhdane il 2 novembre scorso. La legge obbligherebbe ogni media che riceve più di 1.000 leva (500 euro) all'anno da una fonte straniera a registrarsi come "agente straniero" presso il ministero della Giustizia. Sarebbero quindi considerati “agenti stranieri” i fondatori, dirigenti, dipendenti, proprietari, soci e azionisti dei media in questione.
Qualora non si registrassero, i singoli giornalisti etichettati come "agenti stranieri" rischierebbero multe da 1.000 a 5.000 leva, mentre per le persone giuridiche la multa andrebbe da 5.000 a 10.000 leva. A questi media non verrebbe inoltre permesso di ricevere denaro da fondi statali, come ad esempio i proventi della pubblicità commissionate da enti pubblici. La legge si applicherebbe ai mass media, alle associazioni e alle ONG.
La proposta di legge si applicherebbe poi non solo ai fondi provenienti da paesi autoritari come la Russia o la Cina, ma anche a sovvenzioni provenienti da paesi membri dell'Ue e dagli Stati Uniti. L'unica eccezione alla regola sarebbe rappresentata dai finanziamenti e dalle sovvenzioni della Commissione europea.
Anche la tempistica di questa proposta di legge solleva importanti interrogativi sulle sue motivazioni. La proposta arriva infatti poco più di un mese dopo che il leader del partito Vazrazhdane, Kostadin Kostadinov, ha tentato di espellere i giornalisti di quattro media privati - Dnevnik, Capital, Club Z e Mediapool - da una conferenza stampa, accusandoli di essere "agenti stranieri", sollevando numerose critiche . Le quattro testate, finanziate in parte da sovvenzioni statunitensi, sono ampiamente considerate fonti di notizie professionali e indipendenti in Bulgaria.
Per le nostre organizzazioni è difficile evitare di trarre la conclusione che il disegno di legge di Vazrazhdane sugli "agenti stranieri" sia di natura ritorsiva e mirato soprattutto ai media che criticano le politiche del partito. Un altro obiettivo della proposta di legge sarebbe Slobodna Evropa, il braccio bulgaro di Radio Free Europe/Radio Liberty, finanziato dal Congresso degli Stati Uniti.
Anche se è improbabile che questa proposta diventi legge, sarà necessario monitorare la situazione. Le preoccupazioni circa l'incompatibilità del disegno di legge con il diritto dell'Ue e con la Costituzione bulgara sono legittime. In futuro, è fondamentale che i partiti bulgari si coalizzino nell'opposizione al disegno di legge e si assicurino che non passi in parlamento.
Esortiamo Vazrazhdane a ritirare il progetto di legge e ad astenersi da futuri attacchi ai media indipendenti. Le nostre organizzazioni continueranno ad osservare da vicino la situazione e a segnalare ulteriori sviluppi. Una missione internazionale per la libertà di stampa verrà organizzata all'inizio del prossimo anno per valutare il clima generale della libertà dei media in Bulgaria.
Firmato:
European Centre for Press and Media Freedom (ECPMF)
European Federation of Journalists (EFJ)
International Press Institute (IPI)
OBC Transeuropa (OBCT)