Rossella Vignola 7 agosto 2014

Il nuovo governo tecnico bulgaro ha confermato la candidatura di Kristalina Georgieva alla carica di Alto rappresentante per la politica estera dell'Unione. Cresce la pattuglia femminile, ma secondo il PE non è abbastanza. Le prossime tappe delle nomine UE

Il 5 agosto il presidente bulgaro Rosen Plevneliev ha confermato ufficialmente il nome di Kristalina Georgieva per un secondo mandato come commissario europeo. La decisione è stata annunciata insieme alla nomina del nuovo governo tecnico guidato dall'ex-socialista Georgi Bliznashki in seguito alle dimissioni del tormentato esecutivo di centro-sinistra di Plemen Oresharski.

La Georgieva, figura tecnica di grande prestigio internazionale, economista rispettata nonché ex vice-presidente della Banca Mondiale, si è distinta per il suo operato come Commissaria alla cooperazione internazionale e alla gestione degli aiuti umanitari nella Commissione Barroso II. La sua ricandidatura, auspicata più volte dallo stesso presidente della Commissione Europea (CE) Jean-Claude Juncker, gode del sostegno dei paesi dell'Europa dell'est decisi ad appoggiarla per la carica di Alto rappresentante per la politica estera dell'UE.

L'economista bulgara rappresenta, infatti, la sfida più insidiosa per la corsa di Federica Mogherini, considerata troppo filo-russa dai paesi del blocco orientale. La decisione finale è attesa il prossimo 30 agosto, quando si dovrebbe comporre il puzzle delle nomine europee con le decisioni, da parte degli stati, anche sul nome del prossimo presidente del Consiglio europeo e sul presidente dell'Eurogruppo.

Si va dunque componendo la lista dei possibili commissari della nuova Commissione: ad oggi tutti gli stati, tranne il Belgio che non ha un governo, hanno ufficializzato i nomi dei propri candidati. Nella rosa dei nomi, che sarà formalizzata solo dopo il vertice del 30 agosto, sono presenti sei candidate donne, proposte da Bulgaria, Italia, Danimarca (che ha presentato due nomi), Repubblica Ceca e Svezia, mentre in Slovenia ha fatto discutere l'auto-candidatura della premier dimissionaria Alenka Bratušek.

Ma il Parlamento Europeo (PE) ha già minacciato di bocciare una CE con una quota rosa inferiore all'attuale, dove siedono 9 commissarie. "La nuova Commissione dovrebbe includere abbastanza donne o rischia di essere bocciata dal PE", ha infatti ammonito Martin Schultz . "Il Parlamento non accetterà un club di soli gentiluomini", ha sottolineato il presidente dell'Europarlamento, ribadendo che il PE non può accettare una Commissione in cui le donne non siano adeguatamente rappresentate.

Sarà infatti proprio il PE ad esprimersi sulla nuova Commissione: i primi di settembre, dopo aver attribuito le competenze ai commissari scelti, Juncker presenterà il "pacchetto Commissione" all'Europarlamento che si esprimerà durante la plenaria di ottobre. La nomina dei commissari, che sono chiamati a presentarsi per le audizioni presso le commissioni parlamentari competenti prima dell'approvazione dell'aula, è attesa entro il 31 ottobre, quando termina il mandato della seconda Commissione Barroso e dell'Alto rappresentante Catherine Ashton.

L'insediamento della nuova CE è prevista a novembre 2014, ma potrebbe slittare anche all'inizio del 2015 nel caso in cui il PE bocciasse uno o più candidati alla Commissione.

 

(Immagine per gentile concessione di Debating Europe )

 

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