Solidarietà da tutte le associazioni dei giornalisti della regione balcanica alla giornalista vittima di una campagna denigratoria da parte di un ex paramilitare e da alcune testate serbe
Da Skopje a Belgrado, da Podgorica a Pristina, da Sarajevo a Zagabria, le associazioni dei giornalisti di Macedonia, Serbia, Montenegro, Kosovo, Bosnia Erzegovina e Croazia si schierano in difesa della collega serba di Croazia che da una decina di giorni subisce attacchi sui social media e da parte di alcuni giornali di Belgrado.
La solidarietà transnazionale, cui si aggiunge anche la Federazione Europea dei Giornalisti nell'ambito del consorzio Media Freedom Rapid Response, arriva dalla rete SafeJournalists , che rappresenta più di 8200 operatori dell'informazione nei Balcani Occidentali: "Condanniamo questa campagna denigratoria, gli insulti e le minacce che hanno colpito la collega Anja Kožul, e chiediamo alle autorità, sia a quelle croate sia a quelle serbe, di indagare con attenzione".
La giornalista serba di Croazia, che lavora per il settimanale Novosti pubblicato in Croazia dal Consiglio nazionale serbo, aveva scritto di Arnaud Gouillon, un cittadino franco-serbo, arrivato in Serbia nel 2004 dalla Francia, dover era stato attivista del movimento islamofobo "Identitarian Bloc” di estrema destra. In un articolo uscito il primo dicembre, Anja Kožul ha semplicemente riferito della nomina di Gouillon a capo della struttura del governo di Belgrado per la cooperazione con la diaspora, citando il suo passato di estremista.
La pubblicazione del pezzo "Da islamofobo a funzionario di stato" ha scatenato un'ondata di minacce e offese sui social media nonché attacchi diretti da parte di giornali serbi. Il fondatore del gruppo paramilitare serbo "Aquile bianche" Dragoslav Bokan ha scritto: "Non scordatevi la sua faccia", "Dopo quello che ha fatto, non è più una serba", "Lei è il nostro nemico, è una traditrice, che fa tutto quello che le dicono per una manciata di kune". Mentre i quotidiani belgradesi Kurir e Večernje novosti si sono scagliati contro la giornalista e contro la sua testata, accusando il Novosti di essere l'organo degli estremisti croati.
"Si tratta di un attacco al mio lavoro e alla mia identità di serba di Croazia", ha detto la giornalista sentita da SafeJournalists, e mentre le minacce sono state denunciate alla polizia ed è in corso un'indagine, l'Associazione indipendente dei giornalisti di Serbia (NUNS) ha annunciato di voler presentare un reclamo al Consiglio serbo della stampa per denunciare l'atteggiamento dei due quotidiani belgradesi nella vicenda.
"Ogni attacco a un giornalista - ribadisce la rete transnazionale SafeJournalists - è un attacco al pubblico interesse, alla democrazia e ai diritti dei cittadini".