Fondi europei post-terremoto assegnati senza appalto: secondo un'indagine giornalistica, si tratta di appropriazione indebita. È da qui che nasce uno scontro aperto tra la Procura europea e il premier croato Plenković, che rischia di avere ricadute anche sulle imminenti elezioni legislative
Fino a qualche settimana fa, per la ministra della Cultura croata Nina Obuljen Koržinek, le informazioni rivelate dalla giornalista di Telegram Dora Kršul erano solo “calunniose fake news ”. Oggi sono al centro di uno scontro aperto tra il Primo ministro Andrej Plenković e l’ufficio della procura europea (Eppo) e potrebbero avere un impatto sulle imminenti elezioni legislative in Croazia.
Lucrare sul terremoto
Parliamo della potenziale appropriazione indebita di fondi europei nell’operazione di mappatura 3D di alcuni edifici danneggiati dai due terremoti che hanno colpito la Croazia nel 2020. Secondo quanto pubblicato da Telegram a fine 2023 , quattro anni fa il ministero della Cultura croato ha assegnato – senza bando pubblico e con una decisione della stessa ministra Obuljen Koržinek – poco più di 2,5 milioni di euro alla Facoltà di Geodesia di Zagabria per mappare in 3D circa 200 edifici colpiti dal sisma (anche se le informazioni che il portale ha ricevuto dal ministero riguardo al numero preciso di edifici analizzati e alla loro superficie sono in realtà contrastanti).
I prezzi applicati dalla Facoltà di Geodesia risulterebbero però gonfiati rispetto a quelli che Telegram ha potuto ottenere da diverse imprese private. Inoltre, la Facoltà ha ottenuto l’incarico senza passare per un bando per ragioni di urgenza, ovvero a causa della catastrofe naturale appena intercorsa, ma ha poi subappaltato il lavoro ad altri, non avendo i mezzi per portare a termine il progetto. Allertata dall’inchiesta di Dora Kršul, la procura europea (Eppo) ha avviato un’inchiesta a fine anno scorso, avendo appurato che una buona parte della somma pagata alla Facoltà di Geodesia – 1,6 milioni di euro – sarebbe arrivata dal Fondo europeo di Solidarietà.
Il caso della mappatura in 3D degli edifici non è peraltro l’unico che vede coinvolta la Facoltà di Geodesia. Già a fine anno scorso la procura europea aveva chiesto l’arresto di 29 dipendenti della facoltà (tra cui il preside) per sospetti di frode, falsificazione di documenti ufficiali e appropriazione indebita di fondi europei. All’epoca Eppo aveva fatto sapere che il danno alle casse dell’Unione europea sarebbe di almeno 1,7 milioni di euro su un totale di quasi 6 milioni di euro di progetti finanziati all’85% dall’Ue (i sospetti si sarebbero comprati delle auto e pure una barca con i fondi europei). Il 16 febbraio la vicenda è però diventata politica, quando la polizia ha fatto irruzione al ministero della Cultura di Zagabria su mandato dell’Eppo.
A quel punto anche il Primo ministro croato è sceso in campo, spalleggiando la ministra della Cultura e attaccando – in alcune dichiarazioni visibilmente contrariate – la capo della procura europea, la magistrata romena Laura Kövesi. Secondo Plenković, l’inchiesta dell’Eppo sulla Facoltà di Geodesia non avrebbe nulla a che vedere con la mappatura in 3D degli edifici, perché in quel caso non sarebbero coinvolti finanziamenti europei, ma solo fondi nazionali. Eppo – ha assicurato il premier – starebbe dunque agendo al di fuori del suo mandato e sulla vicenda dovrebbe occuparsi la procura croata. “Noi siamo i primi a voler sapere se c’è stata una frode”, ha affermato Plenković, ma la competenza non è della procura europea.
Botta e risposta tra Zagabria e Lussemburgo
La procuratrice capo europea non è rimasta a lungo senza reagire. A metà febbraio, in un commento concesso alla televisione N1 , Laura Kövesi ha ricordato il sostegno ricevuto dal governo croato nell’adesione della Croazia all’Eppo (un’istituzione operativa dal 2021 e a cui partecipano oggi 23 stati membri) e ha detto: “Confido che il premier croato non voglia interferire nelle indagini dell’Eppo”. Anche perché, ha proseguito la giudice, "un simile sviluppo costituirebbe una grave violazione del corretto funzionamento dei servizi investigativi e delle procure, in relazione […] alla tutela degli interessi finanziari dell’Unione”.
Toccato sul vivo, Plenković ha abbandonato i toni diplomatici e a fine febbraio , ripetendo che la competenza sul caso della Facoltà di Geodesia spetta “al 100%” alla procura croata, si è detto “stupito che [Laura Kövesi, nda.] abbia osato commentare in quel modo”. Per comprendere bene il quadro in cui avviene questo scambio, si consideri anche il fatto che il nuovo procuratore generale croato Ivan Turudić – nominato a inizio febbraio dal parlamento di Zagabria su indicazione del governo e tra mille polemiche – ha scelto la sua prima intervista per attaccare proprio la procura europea, affermando: “Non sono sicuro che avremmo dovuto adottare quell'istituzione, molti paesi non ce l’hanno”.
Domenica 10 marzo, in una lunga intervista alla televisione N1 , la direttrice della procura europea ha deciso di mettere i puntini sulle “i”. "Chi ha dubbi sul nostro mandato si rivolga alla Corte di giustizia europea", ha tagliato corto Kövesi, che, incalzata dalla giornalista sul comportamento del premier croato, ha detto: “Faccio riferimento alla mia esperienza in Romania. Ho già visto questa mossa. È un esempio da manuale di politici che creano una cortina di fumo davanti ai cittadini”. Insomma, si cerca di mettere in dubbio la competenza dell’Eppo, mentre "la vera domanda, che interessa ai cittadini, è: c’è stata frode o meno?". Se Eppo sarà ostacolata nel suo lavoro – ha aggiunto Kövesi – non esiterà a segnalarlo alla Commissione europea, il che potrebbe compromettere il regolare flusso di fondi europei alla Croazia. "Non ci lasciamo intimidire", ha concluso la giudice.
Rien ne va plus
L’ultima conferenza del primo ministro Andrej Plenković, lunedì 11 marzo , ha segnato un nuovo record di nervosismo. Il premier croato ha schernito i giornalisti , spostando i microfoni e chiedendo ancora una volta alla procura croata (Dorh) e al suo Ufficio per la repressione della corruzione e della criminalità organizzata (Uskok) di intervenire per far valere la propria giurisdizione. L’indomani, martedì 12 marzo, Uskok ha pubblicato un comunicato sul proprio sito in cui annuncia di aver chiesto ad Eppo di trasferire i documenti relativi all’apertura dell’inchiesta contro la Facoltà di Geodesia, per valutare su quali basi la procura europea si considera competente sul caso.
A questo punto, abbiamo una procura nazionale che su pressione del governo interroga la procura europea su un caso in corso. È una situazione quantomeno inusuale e per questo la stampa croata si interroga sui motivi di tanta insistenza da parte dell’esecutivo e dello stesso premier. Se l’importante è scoprire se c’è stata o meno una frode – come ha assicurato lo stesso Plenković – che problema c’è se del caso se ne occupa la procura europea? Oppure c’è il rischio che l’esecutivo croato non possa controllare i risultati dell’inchiesta, come forse potrebbe fare se a guidarla fosse la procura croata?
Il caso, infine, sta montando a poche settimane dalle elezioni legislative in cui Andrej Plenković corre alla ricerca di un terzo mandato. Questo giovedì 14 marzo si scioglie il parlamento e i croati saranno chiamati alle urne tra fine aprile e inizio maggio. L’esecutivo riuscirà a resistere fino ad allora? O anche la ministra della Cultura finirà in manette? Si tratterebbe del 31° ministro o sottosegretario che lascia il governo croato per uno scandalo di corruzione da quando Plenković è al potere dal 2016.
Terremoti e fondi UE
Nel 2020 due terremoti hanno colpito la Croazia: a marzo con epicentro vicino Zagabria e a dicembre con epicentro a Petrinja. Le autorità di Zagabria hanno fatto appello in entrambi i casi al Fondo di solidarietà dell'UE (FSUE, parte del Fondo di coesione europeo), che ha risposto allocando oltre 1 miliardo di euro . L'assistenza completa per il terremoto di Zagabria (danni totali stimati a circa 11,5 miliardi di euro) è stata erogata a dicembre 2020, per un importo di 683,7 milioni di euro, mentre a fine 2021 la Croazia ha ricevuto altri 319 milioni di euro per coprire i danni causati dal sisma del dicembre 2020.
Il totale supera appunto di poco il miliardo di euro. A questo intervento si sono aggiunti aiuti europei: quasi 600 milioni di euro dai Fondi per la ripresa e la resilienza con l'obiettivo di “ricostruire meglio”, 98 milioni di euro dal Fondo europeo di sviluppo regionale per fornire ulteriore sostegno alla riparazione dei danni causati dal terremoto e altri 2,6 milioni di euro dal Fondo sociale europeo per sostenere le ONG a fornire aiuto alle comunità locali, e infine 30 milioni di euro dal Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale per ripristinare la produzione agricola.
Questo materiale è pubblicato nel contesto del progetto "Energy4Future" cofinanziato dall’Unione europea (Ue). L’Ue non è in alcun modo responsabile delle informazioni o dei punti di vista espressi nel quadro del progetto. La responsabilità sui contenuti è unicamente di OBC Transeuropa. Vai alla pagina "Energy4Future"
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