Lunedì 6 maggio è arrivata a Zagabria la Procuratrice capo del Tribunale Penale Internazionale dell'Aja, Carla Del Ponte, iniziando così un viaggio itinerante di qualche giorno che attraverso la Slavonia l'ha portata fino a Vukovar.
Il primo incontro di Carla Del Ponte è stato con il Primo Ministro Ivica Racan ed è avvenuto a porte chiuse. Nulla è trapelato: sia la Del Ponte che l'ufficio stampa governativo hanno mantenuto il totale riserbo sul contenuto del dibattito di lunedì pomeriggio, anche se si suppone che la Procuratrice abbia chiesto ai suoi interlocutori informazioni sul Generale Ante Gotovina ancora latitante.
In realtà le aspettative croate rispetto a questa visita, che non fa parte del solito protocollo utilizzato dalla Procuratrice, si concentrano tutte sulla possibilità che il TPI decida di ascoltare le richieste croate e quindi trasferire la gestione di una parte dei processi per crimini di guerra agli organi giudiziari locali. In effetti alcune dichiarazioni rilasciate dalla stessa Del Ponte sembrano confermare l'ipotesi: "Il mandato del TPI si basa sull'avvio delle indagini e dell'accusa di soggetti mandatari che hanno ricoperto un alto livello gerarchico nel paese di origine. Allo stesso tempo il Tribunale possiede molte informazioni che riguardano soggetti a livelli gerarchici più bassi, e queste ha intenzione di condividerle con i tribunali nazionali dei paesi in oggetto, in modo che essi possano avviare o procedere nei processi di accusa" (Hina 7.05.2002). Pare quindi che la collaborazione con il Tribunale de L'Aja mostrata negli ultimi due anni dal Governo croato abbia sortito i suoi effetti. E' di questo parere il Prof. Ivo Josipovic, docente di Diritto internazionale alla Facoltà di legge di Zagabria, il più grande conoscitore di questioni legate al TPI, che in un'intervista rilasciata a Slobodna Dalmacija il 6 maggio scorso ha sottolineato questo aspetto. "Per lungo tempo in Croazia non c'è stata l'intenzione politica di emettere una legge ed un sistema che portasse a processare i sospettati" aggiungendo che "ora invece esiste un sistema giudiziario che funziona, ed altri organi come quello di polizia che si stanno mostrando molto attivi nel lavoro di indagine e ricerca". "Ciò non toglie" ha concluso il Prof. Josipovic "che sarà il Tribunale Internazionale a decidere se e quanti provvedimenti delegare ai tribunali locali, tenendo conto inoltre che i processi di accusa costruiti sulla "responsabilità di comando" dovranno rimanere di competenza de L'Aja, perché l'attuale impostazione legislativa croata non la considera come possibile base di un'accusa".
Intanto la Procuratrice Capo al suo arrivo a Vukovar, il 7 maggio scorso, è riuscita, oltre che a commuoversi in occasione delle visite presso fosse comuni, luoghi di massacri, e incontri con testimoni, a rendere pubblica l'accusa a Milan Martic, uno dei capi della cosiddetta autoproclamata Repubblica Serba di Krajna, tutt'ora latitante. Come a voler indicare che la collaborazione deve proseguire, in modo che si possa, in un futuro prossimo, tener conto delle richieste croate ...
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