I sindacati contestano al governo la nuova riforma della legge sul lavoro. Se non si cambierà strada in febbraio si avrà il primo sciopero generale nella storia della Croazia indipendente, affermano.
I sindacati croati si opporranno alla nuova proposta di legge sul lavoro, se necessario anche con uno sciopero generale, che sarebbe il primo della Croazia indipendente. E' emerso da un incontro tra i rappresentanti delle confederazioni sindacali tenutosi il 13 gennaio scorso.
In particolare vengono contestati i tagli all'indennità di licenziamento ed ai termini di preavviso. Nel caso in cui il Governo non rinunci alla strada intrapresa, lo sciopero generale è previsto per febbraio, mese nel quale la riforma verrà discussa in parlamento.
I sindacati prevedono che circa mezzo milione di lavoratori potrebbe in quell'occasione incrociare le braccia. L'opinione pubblica croata sembra almeno in parte condividere le ragioni dei sindacati. In un sondaggio pubblicato lo scorso novembre sul settimanale croato Globus si sottolinea come il 49,5% dei croati siano pronti a sostenere attivamente gli scioperi, solo il 24% non sarebbe invece disponibile a dare un proprio sostegno attivo e il 26,4% è indeciso. Il 64,9% degli intervistati approva inoltre gli scioperi nelle aziende in crisi, mentre solo il 32,4% approva gli scioperi dei dipendenti statali per ottenere stipendi più alti. Infine, il 45,1% dei croati è convinto che con gli scioperi si possa ottenere un aumento di stipendio, il 27,3% ritiene che siano utili per conservare il posto di lavoro e il 22,9% è convinto che siano utili per risolvere il problema della proprietà delle aziende (Notizie Est).
"Siamo convinti che non ci sarà bisogno dello sciopero generale e che il governo sarà abbastanza sensibile da abbandonare alcuni capitoli di questa riforma e sarà capace finalmente di iniziare a trattare con i sindacati", ha affermato Ivan Tomac, vice-presidente della Federazione dei sindacati indipendenti croati (SSSH).
Intanto alcune categorie non hanno atteso lo sciopero generale. Dal 15 gennaio scorso sono in sciopero gli insegnanti delle scuole secondarie e i medici degli ospedali pubblici per chiedere aumenti salariali. I medici, secondo quanto annunciato dai sindacati, faranno uno sciopero ad oltranza sino a quando non otterranno dal governo un aumento del 45 per cento dello stipendio mensile. Un medico generico negli ospedali pubblici guadagna circa 600 euro, uno specialista 760 euro. Gli insegnanti della scuola secondaria chiedono invece un aumento del 14 per cento (ANSA Balcani).
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