la nostra fame d'amore / Giacomo Scotti, uno scrittore sotto attacco / Croazia / aree / Home - Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa

la nostra fame d'amore

Ecco la spiegazione, E' Vice presidente della Unione degli ISTRIANI


LA NOSTRA FAME D'AMORE

di Giacomo Scotti (1970)

Ricordo i primi anni.
La gente di mia lingua
pronunciava a fatica le parole
anche se belle come
drug, zadruga, udarnik.
Ma dire Tito è facile
è come dire l'acqua dire il sole
un saluto brevissimo
di buon augurio.
E prima ancora, al tempo
della violenta morte quotidiana
al tempo in cui la vita
era legata a un filo
tenuta per i denti
si scriveva sui muri Tito Tito
nome proibito
gridato anche da noi stirpe italiana
nelle battaglie della libertà
lanciato sulla bocca dei fucili
da Pino Budicin
dai suoi fratelli ancora ripetuto
in questa terra comune.
Si diceva Tito
e si moriva quasi contenti.
Si scriveva Tito sui muri
e cento vivi credevano
nella libertà di vivere
perché non ci fossero più le notti.
Tito, un uomo come noi.
Lo abbiamo avuto padre
nelle disgrazie
per lui abbracciamo i popoli
come fratelli
anche nell'ombra della solitudine.
Domani i posteri forse ci invidieranno la nostra presenza con Tito.

Domani diranno eroici i nostri giorni
che portiamo in spalla come un peso consigliandoci di tanto in tanto col cuore
guardando spesso a lui per leggergli negli occhi le parole antiche buone di
unità, eguaglianza, di fratellanza, del rosso che dovrebbe rivestirci, della
giustizia
che dovrebbe sempre nutrire la nostra fame d'amore.
Domani forse i posteri ci benediranno perché lo amammo perché dicemmo un
nome che n