"Ai tuoi ordini, generale", recitavano le magliette dei partecipanti al corteo funebre del militare croato, accusato dall'Aja di crimini di guerra
Venerdì due maggio circa 25.000 persone hanno partecipato ai funerali del generale Janko Bobetko. I funerali si sono tenuti a Sisak, cittadina a 50 chilometri sud est di Zagabria. Molti dei partecipanti indossavano magliette con la immagine del generale Gotovina, mentre altri avevano magliette nere con scritto: "Ai tuoi ordini, generale" sotto la fotografia di Bobetko.
Prima di morire, Bobetko aveva espresso il desiderio che Mirko Norac potesse essere alla testa del corteo funebre con una croce. Il giudice del tribunale distrettuale di Rijeka, Ika Saric, non ha tuttavia consentito al "più caro generale" di Bobetko, Norac, di partecipare ai funerali. Norac è stato da poco condannato a 12 anni di prigione per i crimini di guerra commessi nei confronti della popolazione civile serba a Gospic nel 1991. Il giudice Saric si è attenuto strettamente alle disposizioni legislative in vigore, che consentono ai prigionieri di partecipare a dei funerali solo nel caso della morte di un congiunto.
Il governo di Zagabria era molto preoccupato del fatto che i funerali di Bobetko si potessero trasformare in una manifestazione politica della destra, critica nei confronti della coalizione al potere e della decisione di cooperare con il Tribunale dell'Aja. Alla fine, il governo ha cercato di trovare la migliore soluzione possibile: partecipare ai funerali di Bobetko, senza dare allo stesso tempo al Tribunale dell'Aja un motivo per criticarlo. Bobetko era infatti stato incriminato dal Tribunale internazionale.
Malgrado fosse stato annunciato che il primo ministro Racan e il presidente Mesic non avrebbero partecipato ai funerali, Racan, accompagnato dal presidente del parlamento croato Zdravko Tomcic, si è presentato al cimitero Mirogoj di Zagabria. Secondo alcune voci, Racan avrebbe modificato la decisione annunciata in precedenza dopo che Ivo Sanader, presidente dell'HDZ, aveva pubblicamente criticato Racan per rifiutarsi di essere presente al rito funebre celebrato per un generale croato dopo aver partecipato ai funerali del primo ministro serbo Djindjic.
Discostandosi dai toni misurati del discorso tenuto a Zagabria da Sanader, il generale in pensione Ivan Basarac ha dichiarato nel suo discorso di fronte alla tomba di Bobetko che: "In Croazia, negli ultimi anni, non c'è libertà per coloro i quali hanno forgiato la libertà. Se non c'è libertà per Gotovina, Norac, Ademi, significa che in Croazia non c'è libertà per nessuno."
Spesso interrotto da applausi e grida di approvazione, Basarac ha affermato che Bobetko aveva vinto tutte le sue battaglie, compresa l'ultima "contro le false accuse e la propaganda del Tribunale dell'Aja".
"Non bisognerebbe applaudire o lanciare slogans ai funerali" - ha dichiarato Mato Arlovic, vice presidente dell'SDP, il partito di maggioranza nella coalizione di sinistra attualmente al governo. "L'opposizione non dovrebbe usare questi mezzi per farsi propaganda ed è triste che i funerali di Bobetko si siano trasformati in una manifestazione politica."
Anche il presidente Mesic non ha partecipato ai funerali. Il giorno della processione, Mesic se ne è andato alla nativa Orahovica per celebrare la festa della cittadina. "Non capisco in base a quale logica, indipendentemente da chi sia il defunto, tutti debbano partecipare ai funerali. Ho fatto quello che da parte mia ci si aspettava - ho mandato una ghirlanda di fiori e un rappresentante", ha dichiarato Mesic.
"E' vergognoso e inaccettabile che i rappresentanti del governo non abbiano partecipato ai funerali di Sisak", ha affermato Ivic Pasalic, a lungo consulente del presidente Tudjman per gli affari interni. Pasalic è fortemente contrario alla cooperazione tra Zagabria e l'Aja. "Ci sono momenti nella vita di una nazione quando tutti i giochi devono essere messi da parte", ha dichiarato Pasalic.
Anche il figlio maggiore del presidente Tudjman, Miroslav, era presente ai funerali di Bobetko. Insieme a lui c'erano anche la vedova di Gojko Susak, Djurdja, e la moglie del generale Gotovina, latitante dopo essere stato incriminato dal Tribunale dell'Aja.
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