Jonathan Taylor è un cittadino britannico che gode dello status di whistleblower, per aver rivelato la condotta corruttiva dell'azienda per cui lavorava, la compagnia petrolifera olandese SBM Offshore N.V. con sede nel Principato di Monaco. Ad otto anni dallo scandalo Taylor è andato in vacanza a Dubrovnik e il Principato di Monaco ha fatto subito richiesta di arresto e estradizione alla Croazia. Con questo appello si chiede al ministro della Giustizia croato di non procedere e rispettare lo status protetto di whistleblower
Questa la lettera che insieme a decine di organizzazioni abbiamo inviato al ministro degli Giustizia croato.
Jonathan Taylor è un whistleblower; è testimone di un reato, ed ha collaborato con la giustizia in sette diverse giurisdizioni, e come tale va protetto. Ora si trova in Croazia da 10 mesi, e si oppone a una richiesta di estradizione avanzata dal Principato di Monaco. Ora che la Corte Suprema della Croazia ha emesso un verdetto in suo favore, la decisione finale sull'estradizione spetta a Lei, ministro della Giustizia.
La Corte Suprema della Croazia riconosce lo status del signor Taylor di whistleblower, per cui La invitiamo a respingere la richiesta di estradizione del Principato di Monaco e di permettergli di tornare subito a casa nel Regno Unito.
Jonathan Taylor è un cittadino britannico che, mentre lavorava come avvocato per la compagnia petrolifera olandese SBM Offshore N.V., con sede principale nel Principato di Monaco, ha smascherato uno degli scandali di corruzione più grandi al mondo, sfociato in indagini in Gran Bretagna, USA, Paesi Bassi, Svizzera e Brasile. La sua testimonianza ha fatto sì che l'azienda ha dovuto pagare multe per più di 800 milioni di dollari e ha portato all'arresto di tre persone, compreso l'ex amministratore delegato della SBM Offshore.
Solo il Principato di Monaco non ha ancora avviato alcuna indagine penale, nonostante vi siano prove ben documentate e credibili di corruzione da parte della SBM Offshore N.V.. Al contrario, ha preso di mira l'unica persona che ha svelato lo scandalo e che ha portato all'attenzione pubblica reati finanziari così diffusi.
Il 30 luglio 2020, più di otto anni dopo aver svelato lo scandalo, Jonathan arriva a Dubrovnik, in Croazia, per una vacanza con la famiglia. Viene arrestato all'aeroporto sulla base di una comunicazione del Principato di Monaco, che parla di presunte accuse di corruzione. Non solo tali accuse sono prive di fondamento e costituiscono un abuso, ma la realtà è che Jonathan Taylor, i suoi avvocati e i tribunali croati sono stati informati per iscritto di una richiesta di comparizione per un interrogatorio che dovrebbe stabilire se metterlo o meno sotto processo.
Le autorità giudiziarie di Monaco non hanno mai chiesto la sua estradizione alla Gran Bretagna, dove Taylor vive dal 2013; e questo perché sapevano che non avrebbero avuto successo. Ma poi l'hanno chiesta quando Taylor è arrivato a Dubrovnik.
Sin dal 2017, quando è stato informato per la prima volta che il suo ex datore di lavoro, la SBM Offshore N.V., aveva depositato tre anni prima una richiesta di incriminazione a Monaco, Taylor si è detto disposto a rispondere alle domande delle autorità della Gran Bretagna, sia di persona che da remoto. E da quando è illegalmente detenuto in Croazia, l'offerta è stata ripetuta a patto di rendergli possibile un ritorno a casa in Gran Bretagna.
Che Jonathan Taylor debba essere consegnato al Principato di Monaco per rispondere ad un interrogatorio che deve stabilire se incriminarlo o meno, equivale a un chiaro atto di ritorsione per le sue rivelazioni sulla prassi corruttoria di una grande compagnia petrolifera, una delle maggiori aziende private del Principato.
Nel marzo 2021, dopo che la Corte Suprema della Croazia ha parzialmente sospeso un secondo appello contro l'estradizione, il tribunale di Dubrovnik era stato incaricato di ottenere ulteriori chiarimenti dalle autorità di Monaco in merito ai procedimenti penali in cui Taylor sarebbe stato coinvolto. Una lettera del direttore dei servizi giuridici di Monaco, spedita il primo marzo 2021, confermava che Taylor non era imputato di nulla visto che non vi erano procedimenti pendenti a suo carico, e che non era in sospeso alcuna esecuzione di condanna, le uniche due ragioni motivate legalmente per cui si possa chiedere l'estradizione. L'Interpol inoltre ha confermato il 23 marzo che a carico di Taylor non c'è più l'avviso rosso. E questo dopo che Monaco aveva ritirato il mandato di arresto nel dicembre 2020.
Ora che lo status di “whistleblower” (informatore con finalità pubbliche) per Taylor è stato confermato dalla Corte Suprema croata, anche se il ministro verifica che vi siano le condizioni per l'estradizione, alla luce degli obblighi della Croazia in virtù della Direttiva a tutela dei whistleblower, e vista la natura chiaramente vendicativa della richiesta monegasca di interrogatorio, ci permettiamo umilmente di concludere che la decisione del ministro dovrebbe essere il rigetto della richiesta.
La Croazia è un paese membro dell'Unione Europea, uno dei 27 membri che entro il dicembre di quest'anno devono trasporre nel loro sistema legislativo la Direttiva a tutela dei whistleblower, una misura che intende armonizzare in tutta Europa la tutela dei soggetti che rivelano abusi e corruzione. Ci pare cruciale che la Croazia rispetti sia lo spirito sia gli obblighi della Direttiva per fare in modo che gli informatori siano protetti per legge, e questo implica che siano esonerati da una responsabilità civile o penale per aver fatto delle rivelazioni utili alla comunità. In casi di corruzione così gravi come questo, è essenziale che la tutela degli informatori non si fermi davanti alle frontiere. Altrimenti i protagonisti della corruzione mandano un avvertimento inquietante ai potenziali whistleblower e ai giornalisti investigativi in tutto il globo, e questo mina tutti gli sforzi dell'Unione Europea e del governo croato per prevenire e sradicare la corruzione che minaccia il tessuto della società e il benessere dei cittadini.
Per questi motivi, e per il fatto che Jonathan Taylor gode dello status di whistleblower, noi chiediamo che Lei, ministro della Giustizia, faccia rispettare lo stato di diritto, respingendo la richiesta di estradizione e permettendo a Taylor di tornare a casa immediatamente.
Firmato da:
Whistleblowing International Network (United Kingdom)
Martin Bright, Editor, Index on Censorship (United Kingdom)
Protect (United Kingdom)
Guernica 37 International Justice Chambers (United Kingdom)
European Centre for Press and Media Freedom (ECPMF)
European Federation of Journalists (EFJ)
OBC Transeuropa
Professor David Lewis, Middlesex University. (United Kingdom)
Peter Matjašič, Senior Program Officer, Open Society Initiative for Europe (OSIFE)
Transparency International EU
Blueprint for Free Speech (Australia)
GlobaLeaks (Italy)
The Signals Network (USA/France)
Transparency International Italia
South East Europe Media Organisation (SEEMO), (Austria)
General Workers Union Portugal (UGT-P)
The Daphne Caruana Galizia Foundation (Malta)
Centre for Free Expression (Canada)
ARTICLE 19 (United Kingdom)
Free Press Unlimited (Netherlands)
Transparency International Bulgaria
Transparency International (Secretariat, Germany)
Terra Cypria-the Cyprus Conservation Foundation (Cyprus)
Le Réseau Panafricain de Lutte contre la Corruption (UNIS)
Transparency International Slovenia
Thomas Devine, Legal Director, Government Accountability Project (USA)
Professor Wim Vandekerckhove, University of Greenwich (United Kingdom)
SpeakOut SpeakUp Ltd (United Kingdom)
African Centre for Media & Information Literacy (Nigeria)
Dr John O’Connor Physician and Whistleblower (Canada)
Pištaljka (Serbia)
Vanja Jurić, Attorney at law (Croatia)
Access Info Europe (Spain/Europe)
Human Rights House Zagreb (Croatia)
FIND - Financial Investigations (UK)
Susan Hawley, Executive Director, Spotlight on Corruption (UK)
Parrhesia Inc (UK)
Center for Whistleblowers Protection (Slovenia)
Maison des Lanceurs d’Alerte (France)
WBN - Whistleblower Netzwerk (Germany)