Lo scandalo dei rimpatri forzati di migranti dall'Italia verso la Libia ha toccato anche la Croazia. Secondo Amnesty International, la compagnia aerea croata di Rijeka ha partecipato attivamente alla violazione del diritto umanitario internazionale
Di Ladislav Tomicic, Novi List, 6 maggio 2005 (tit. orig. Air Adriatic transportirao Afrikance u patnju i smrt)
Traduzione per Osservatorio sui Balcani: Ivana Telebak
Trasportando gli immigrati africani dall'Italia verso la Libia, negli ultimi mesi la compagnia di trasporto aereo di Rijeka Air Adriatic ha partecipato attivamente alla scandalosa deportazione degli immigrati africani dall'Italia, con la quale è stata violata la Convenzione europea sui diritti umani, e a seguito della quale ci sono stati come minimo 106 morti tra gli immigrati. Si tratta di Africani che giungono via mare fino all'isola siciliana di Lampedusa, ne sono arrivati più di mille, per poi essere deportati alla prima occasione dalle autorità italiane in Libia, senza controllare se si trattasse di persone che stavano scappando per salvarsi la vita. Gli Italiani non hanno permesso all'UNHCR di visitare gli immigrati, anzi al contrario - lo hanno permesso ai rappresentanti ufficiali della Libia, noti per la costante violazione dei diritti umani.
Altre compagnie aeree rinunciano
Partecipando alla deportazione degli immigrati, l'Air Adriatic ha aiutato le autorità italiane a violare la Convenzione sui profughi, la Risoluzione del parlamento Europeo e la Convenzione europea sui diritti umani e le libertà, la quale afferma che non sono consentite deportazioni collettive, cioè che le deportazioni vanno eseguite singolarmente, dopo che è stata determinata la giustificazione dell'emigrazione da un paese.
Dallo stesso lavoro che stava svolgendo l'Air Adriatic, si era già ritirata la compagnia aerea Blue Panorama, spiegando la sua mossa con un pessimo risultato per l'immagine della compagnia. Inoltre, durante alcuni degli ultimi trasporti di immigrati non ha partecipato nemmeno la compagnia aerea Alitalia, sicché l'Air Adriatic di Rijeka era l'unico cooperante delle autorità italiane nella disonesta e immorale deportazione degli immigrati illegali.
Una valanga di critiche
A causa della partecipazione dell'Air Adriatic nella deportazione degli immigrati dall'Italia verso la Libia, stiamo giusto inviando una lettera al presidente dello stato Stjepan Mesic e al ministro della giustizia Vesna Skare Ozbolt con la quale chiediamo di far pressione e di impedire che chiunque dal territorio croato partecipi alla violazione dei diritti umani, come è il caso delle deportazioni degli Africani dall'Italia, ha detto ieri (5 maggio, ndt.) Edin Tuzlak, il segretario dell'ufficio di Amnesty International Croazia.
Dopo la valanga di critiche sui media italiani, il Parlamento europeo il 14 aprile di quest'anno ha adottato una risoluzione in cui esprime la preoccupazione per il modo in cui gli Africani vengono deportati in Libia, Paese che, detto tra parentesi, non è nemmeno firmatario delle convenzioni standard sui diritti umani e le libertà, come dire che la Libia è piuttosto nota per le violazioni dei diritti umani.
Da noi ovviamente non ci sono pressioni dell'opinione pubblica paragonabili a quelle che ci sono in Italia e nei Paesi che hanno una tradizione democratica e di cultura. Le organizzazioni governative e non governative sono abituate ad occuparsi soltanto della Croazia, dei croati e delle croate, e il concetto generale dei diritti umani viene considerato un lusso. I politici locali e le compagnie considerano se stessi in qualche modo immuni da qualsiasi critica che riguarda in modo diretto la Croazia, dice il presidente del Comitato di Helsinki croato Zarko Puhovski, ricordando che, conoscendo i fatti sunnominati, non avrebbe mai usato i servizi dell'Air Adriatic.
Il rappresentante della compagnia aerea di Rijeka, Ante Dezulovic, però, afferma che nessuno all'Air Adriatic sapeva di partecipare ad un lavoro disonesto e immorale.
Non sapevamo di violare i diritti di qualcuno, nessuno ce lo ha detto. Noi siamo una compagnia che agisce secondo le leggi di mercato: abbiamo semplicemente risposto alla domanda con l'offerta. Sapendo questi fatti, la prossima volta che ci verrà offerta una simile richiesta penseremo bene se accettare un tale lavoro, dice Dezulovic.
Il rappresentante dell'Air Adriatic sottolinea che l'azienda trasportava anche i prigionieri di guerra dall'Algeria al Marocco, che tutti li hanno ringraziati per tale lavoro, così, seguendo la stessa logica, hanno pensato di non violare i diritti umani di nessuno.
Trasportati "al massimo tre volte"
Dezulovic spiega che l'Air Adriatic ha trasportato due, "al massimo tre volte" gli immigrati illegali dall'Italia, e sostiene che al momento "non ci sono richieste per nuovi voli del genere".
Invece, ad Amnesty International della Croazia affermano di aver informato l'Air Adriatic su che tipo di lavoro stavano partecipando, e sostengono che alla "aviocompagnia" non li hanno presi sul serio.
E che la cosa sia più che seria lo conferma nel modo migliore il dato sui 106 morti africani, informazione confermata anche dal Parlamento europeo, deceduti in Libia dopo la deportazione dall'Italia. Si suppone che gli sfortunati immigrati siano morti a causa delle condizioni disumane del trasporto dalla Libia verso altri Paesi africani dai quali provenivano.
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