Ivica Racan presenta la storica richiesta ai 15. Ma sul percorso di adesione pesano ancora l'eredità della guerra e i forti rigurgiti fascisti all'interno del Paese.
Il Primo Ministro croato Ivica Racan ha presentato venerdì scorso ad Atene una richiesta ufficiale di adesione alla UE. Tutti i partiti politici croati si sono trovati d'accordo sulla richiesta, cosa alquanto rara in un Paese governato da una instabile coalizione di sinistra e tormentato da continue domande di elezioni anticipate.
"Il fatto che in Croazia vi sia un pieno consenso sul piano politico per entrare nella UE allevia fortemente gli sforzi del mio governo per introdurre riforme dure ma necessarie - ha dichiarato Racan, presentando la richiesta al collega greco Kostas Simitis, il cui Paese ha attualmente la presidenza della Unione.
Il 70,4% dei Croati sostiene gli sforzi del governo per entrare nell'Unione; il 51,8% ritiene che l'obiettivo verrà raggiunto entro il 2007.
"Ora è il momento opportuno per questa iniziativa - ha dichiarato il presidente croato Stjepan Mesic. Nessun Paese puo' restare un'isola al di fuori della Unione Europea. Se il nostro destino è quello di entrare nell'Unione, dovremmo prendere quel destino nelle nostre mani."
Il Consiglio dei Ministri della UE discuterà la richiesta di Zagabria in aprile, ma questo non significa che la Croazia possa diventare già allora un candidato membro. Molte cose dipenderanno dalla valutazione che la Croazia riceverà all'interno del rapporto annuale della cooperazione nel processo di stabilizzazione e adesione alla Unione Europea. Questo rapporto sarà presentato alla fine di Marzo.
La richiesta croata è stata considerate come "un passo fondamentale nella trasformazione di uno Stato balcanico nazionalista e belligerante verso un Paese democratico della Europa occidentale" (Reuters). Molti intellettuali indipendenti croati concordano con questa valutazione.
"Ci sono divisioni permanenti all'interno della Croazia. Da un lato abbiamo un movimento pro-Europa, dall'altro abbiamo visto più volte nel corso degli ultimi mesi saluti fascisti nella piazza principale di Zagabria, che per alcuni sono una cosa assolutamente normale " - ci ha detto Vesna Trkelic, militante pacifista.
Nel corso degli ultimi tre anni, dopo la sconfitta politica dei nazionalisti dell'Hdz di Tudjman ad opera della coalizione di sinistra, Zagabria ha fatto dei passi importanti verso la democrazia. Nonostante questo, c'è ancora molto da fare.
Per la comunità internazionale, la Croazia non coopera sufficientemente con il Tribunale dell'Aja, e il ritorno dei Serbi che hanno dovuto lasciare il Paese durante la guerra è inaccettabilmente lento. Il sistema giudiziario croato è inefficiente e secondo molti corrotto. Il Paese attende una seria riforma dell'apparato militare, un processo contrastato da quanti hanno accumulato privilegi durante la guerra. Il tasso di disoccupazione è superiore al 20%, e il debito estero supera i 12 miliardi di dollari.
Queste importanti barriere devono essere superate al più presto possibile, se la Croazia vuole davvero diventare un membro entro il 2007. Molti sottolineano che presentare la richiesta in sé non significa nulla, a meno che il governo non intenda seriamente introdurre le riforme necessarie con l'appoggio del Paese.
Da questo punto di vista, la Croazia dovrebbe tenere in considerazione l'esempio della Turchia. Quel Paese ha presentato la propria richiesta di ingresso nella UE nel 1987, ma le discussioni sulla adesione non sono ancora iniziate.
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