Una nave nel Mar Adriatico - © stepmorem/Shutterstock

Una nave nel Mar Adriatico - © stepmorem/Shutterstock

La digitalizzazione e l’innovazione tecnologica sono la chiave per lo sviluppo dell’industria marittima europea. I servizi digitali per la comunicazione di dati e informazioni sono sempre più essenziali per garantire una navigazione più sicura e sostenibile nelle acque europee

17/03/2022 -  Serena Epis

Durante la settimana delle macroregioni dell’Ue, rappresentanti delle istituzione europee e nazionali, della società civile, del settore privato e della ricerca, nonché singoli cittadini, hanno potuto partecipare ad una serie di conferenze interattive concepite attorno a tre tematiche principali: empowerment giovanile, innovazione sociale e sviluppo sostenibile. 

Una delle sessioni di lavoro è stata dedicata al tema dell'importanza della digitalizzazione e della condivisione di dati per lo sviluppo di un’industria marittima sostenibile ed efficiente e di trasporti più sicuri. 

Migliore connettività e trasporti più sicuri e sostenibili 

“La condivisione di dati e informazioni riguardanti il traffico e l’attività marittima è essenziale non solo per favorire la connettività tra regioni, ma anche per garantire una navigazione più sicura nelle acque europee" ha esordito Lazaros Aichmalotidis dell'Agenzia europea per la sicurezza marittima (EMSA) in apertura della sessione. “La comunicazione immediata di informazioni sulla posizione o sui movimenti delle imbarcazioni, su possibili incidenti o su eventuali pericoli in mare è un vero e proprio strumento salvavita. La mancata condivisione di dati, soprattutto per quanto riguarda le rotte marittime, è molto pericolosa e negli anni è stata causa di incidenti che avrebbero potuto essere evitati” ha confermato Ulf Siwe dell’Amministrazione marittima svedese e co-coordinatore della strategia europea per il Mar Baltico (EUSBSR).

L’Agenzia europea per la sicurezza marittima svolge un ruolo centrale nel coordinamento dell’attività marittima: non solo si occupa della raccolta di dati a livello europeo, ma, mettendo i suoi database a disposizione di tutte le autorità marittime nazionali favorisce anche il coordinamento tra i paesi europei. 

Come ha sottolineato Aichmalotidis “l’obiettivo principale di EMSA non è solo quello di trasformare i dati raccolti in informazioni utili, ma anche e soprattutto quello di trovare soluzioni innovative in grado di gestire e comunicare queste informazioni”. Il progetto Safe Sea Net gestito da EMSA è nato proprio come sistema di monitoraggio centrale del traffico navale dell’Ue in grado di fornire informazioni immediate sul traffico navale alle autorità pubbliche di tutti i paesi allo scopo di  aumentare sicurezza ed efficienza nella navigazione. 

Coordinamento tra macroregioni europee 

L’industria marittima rappresenta un settore in comune in cui due strategie macroregionali come EUSBSR e EUSAIR possono scambiarsi e condividere buone pratiche: “Nonostante le specificità di ogni paese, i bisogni legati al trasporto marittimo sono simili tra regioni, per questo è importante lavorare insieme per sviluppare servizi moderni e armonizzare le procedure tanto a livello europeo quanto a livello internazionale” ha spiegato Aichmalotidis. 

Il progetto EUREKA - finanziato in gran parte con fondi della politica di coesione europea - coordinato dal ministero del Mare, dei Trasporti e delle Infrastrutture croato e al quale partecipano le autorità marittime di tutti i paesi della macroregione dell’Adriatico-Ionio, tra cui la guardia costiera italiana, rappresenta un esempio di buona pratica a livello macroregionale. 

Per consolidare il funzionamento dei servizi marittimi nella macroregione “grazie a questo progetto verrà creata una rete transnazionale permanente per la sicurezza marittima che riunirà esperti da ogni paese e continuerà a lavorare anche dopo la conclusione del progetto prevista per il 2023” ha spiegato Toni Maričević del ministero del Mare, dei Trasporti e delle Infrastrutture croato. 

Inoltre, dal momento che il progetto coinvolge anche soggetti provenienti da paesi non membri dell’Ue (Albania, Bosnia Erzegovina e Montenegro) “questo favorisce lo scambio di know-how e competenze digitali tra paesi membri e paesi candidati o potenziali candidati, contribuendo così a migliorare le loro capacità gestionale e la trasparenza della pubblica amministrazione” ha aggiunto Maričević. 

Sguardo al futuro 

Lo sviluppo di navi autonome in grado di navigare senza un equipaggio rappresenta il futuro del trasporto marittimo europeo. Per Minsu Jeon dell'Associazione Internazionale delle Autorità per i Fari (IALA), le MASS (Maritime Autonomous Surface Ships) sono “l’avanguardia dell’industria marittima. Sviluppate sul modello delle auto autonome e sfruttando la tecnologia dell’intelligenza artificiale, garantiranno il massimo della sicurezza nei trasporti e renderanno la navigazione più regolare e più sostenibile anche dal punto di vista ambientale”. 

Se è vero che le navi senza equipaggio si stanno sviluppando sempre più rapidamente, è anche vero che serviranno parecchi anni prima che queste diventino completamente operative nelle acque europee: “Soprattutto per le aree più trafficate è necessario sviluppare tecnologie ed infrastrutture più moderne e un sistema di raccolta dati più accurato. E’ probabile che dovremo aspettare almeno altri 20 anni prima di vedere navi autonome navigare nei nostri mari”, ha concluso Jeon. 

 

Questo materiale è pubblicato nel contesto del progetto "Work4Future" cofinanziato dall’Unione europea (UE). L’Ue non è in alcun modo responsabile delle informazioni o dei punti di vista espressi nel quadro del progetto. La responsabilità sui contenuti è unicamente di OBC Transeuropa. Vai alla pagina "Work4Future"

 


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