Sia in Slovenia sia in Croazia le autorità hanno decretato l'abbattimento di alcuni plantigradi. E' assurdo e vergognoso che nel 2001 si ricorra all'abbattimento per risolvere problemi di convivenza.
Riprendiamo il seguente articolo pubblicato su "Il piccolo di Trieste" lo scorso 4 dicembre e poi ripreso da GEVAM (Guardie Ecologiche Volontarie Associazione del Mediterraneo).
Ormai tra Slovenia e Croazia è caccia aperta agli orsi. Una vera e propria sentenza di morte è stata pronunciata tanto dalle autorità slovene che da quelle croate nei confronti di alcuni esemplari di plantigradi. In Slovenia due orsi famelici da una quindicina di giorni stanno terrorizzando numerosi allevatori di bestiame, ma anche gli abitanti del vasto comprensorio che da Caporetto, storica località poco distante dal confine italo-sloveno, che si estende fino a Tolmino e Plezzo (Bovec). Nonostante le proteste dei gruppi ambientalisti una cinquantina di cacciatori del luogo è partita decisa ad abbattere i due grossi bestioni, ognuno del peso di almeno 130 chilogrammi, che stanno provocando danni alle greggi. Le ultime stime indicano infatti che soltanto dalla metà di ottobre a oggi, i due plantigradi hanno sgozzato una cinquantina fare pecore e agnelli, senza disdegnare montoni e persino cani da guardia. Nell'ultima settimana persino alcuni abitanti dei villaggi di Uceja, Hlavisce e Koren, poco distanti dal confine italo-sloveno, si sono imbattuti nei due orsi: due pastori, un elettromeccanico e alcuni studenti ginnasiali impauriti, proprio all'ultimo minuto sono riusciti a fuggire. Così le autorità hanno dato il via libera all'abbattimento. Da parte loro le organizzazioni di animalisti si ribellano, e dicono che è semplicemente inammissibile uccidere questi animali già a rischio di estinzione. Si calcola infatti che attualmente nel litorale sloveno settentrionale si trovino ancora una sessantina di orsi. Soltanto negli ultimi tre anni in seguito a battute di caccia, incidenti stradali e ferroviari in questo comprensorio hanno perso la vita nove plantigradi.
E la caccia è aperta anche in Craozia. Dopo l'orso avvistato vicino Fiume, ora tornano alla ribalta anche gli orsi di Veglia. Accusati di compiere scorribande ai danni delle pecore e di danneggiare gli allevatori, e che adesso hanno le ore contate. L'assessorato regionale per l'Economia ha infatti autorizzato l'abbattimento degli orsi da parte dei cacciatori, che si potranno avvalere anche di cani addestrati a questo tipo di caccia. L'orso infatti non è specie tutelata in Croazia. Gli ultimi episodi parlano di sei carcasse di pecora, con i segni inequivocabili lasciati dagli orsi. Da quando cinque-sei anni fa i primi plantigradi si insediarono nell'isola, raggiungendola a nuoto dalla dirimpettaia catena del Velebit, molti allevatori hanno deciso di cessare l'attività ed il numero degli ovini allevati è letteralmente crollato, scendendo di un buon 70%. In questi anni gli orsi avrebbero ucciso circa 500 tra pecore e agnelli, agendo di prevalenza nell'area settentrionale dell'isola. Potranno essere abbattuti gli esemplari adulti (si parla di una femmina con cuccioli di oltre 300 Kg), ma i piccoli verrebbero catturati e trasferiti. r.s.
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