Damir Polančec (foto index.hr )

Martedì 30 marzo è stato arrestato l’ex vice premier croato Damir Polančec, con l’accusa di corruzione e abuso d’ufficio. La vicinanza tra Polančec e l’ex premier Sanader lascia pensare che quest’ultimo potrebbe trovarsi presto nella stessa situazione

31/03/2010 -  Drago Hedl Osijek

L’ex vice premier del governo croato, Damir Polančec, è stato arrestato martedì 30 marzo, esattamente cinque mesi dopo che il 30 ottobre dello scorso anno aveva dato le dimissioni a seguito del suo coinvolgimento in un grande scandalo di corruzione. Martedì, di primo mattino, la polizia si è presentata nell’abitazione di Polančec a Koprivnica, nella Croazia centrale, e per diverse ore ha perquisito la casa dell’ex ministro. Dopo di che lo ha portato a Zagabria, dove è stato perquisito anche il suo appartamento, per condurlo infine alla centrale di polizia per l’interrogatorio. Ai giornalisti che gli chiedevano il motivo dell’arresto, sui gradini della centrale ha risposto seccamente: “Non è il momento di rilasciare dichiarazioni, e quando lo sarà ce ne saranno di interessanti”.

Polančec è il "pesce" più grosso catturato finora nella serie di scandali per corruzione che sconvolgono la Croazia dopo le dimissioni del premier Ivo Sanader, il 1° luglio dello scorso anno.

Alcuni politici di opposizione, tra cui anche la deputata al parlamento Vesna Pusić, ritengono che questo potrebbe essere il passo che condurrà all’arresto dello stesso Ivo Sanader. “Dipende da cosa verrà dimostrato dall’indagine, ma è evidente che gli [a Sanader] si stanno avvicinando parecchio”, ha detto la Pusić. Damir Polančec è stato vice premier del governo di Sanader, e il suo nome era iniziato a circolare non molto tempo dopo le dimissioni dell’ex premier, quando venne fuori lo scandalo sugli affari della grande industria alimentare, Podravka, nella quale – fino al suo ingresso al governo – Polančec era stato membro del consiglio di amministrazione.

Polančec, come ha reso noto la polizia, è stato arrestato per complicità in una complessa (e illegale) operazione, con la quale il management della Podravka voleva acquistare le azioni della compagnia con i soldi della stessa. La Podravka doveva essere acquistata coi crediti della banca ungherese OTP, il cui pagamento era garantito dalla compagnia petrolifera ungherese MOL. Di contro, per il favore la MOL, con solo il 47 percento delle azioni della compagnia petrolifera croata INA, aveva ottenuto tutti i diritti di amministrazione. Le trattative per la privatizzazione della compagnia petrolifera croata, che era di proprietà dello stato, erano state condotte da Damir Polančec, pertanto si sospetta che proprio lui abbia reso possibile alla MOL di ottenere i diritti di gestione con solo il 47 percento delle azioni. A seguito delle indagini riguardanti queste transazioni sono stati già arrestati diversi membri dell’amministrazione di questa compagnia. Dopo aver trascorso alcuni mesi in carcere, di recente sono stati rilasciati e aspettano in libertà l’inizio del processo.

Ora, però, è stato arrestato anche Polančec. Il reato penale per cui la polizia lo sospetta è abuso di ufficio, grazie al quale aveva intenzione di ottenere un vantaggio economico. Questo, così riporta il comunicato della polizia, avrebbe procurato alla compagnia Podravka “un danno di enormi dimensioni”, stimato dai media nell’ordine di mezzo miliardo di kune (circa 70 milioni di euro).

“Gli organi competenti devono essere indipendenti nel loro lavoro a prescindere dal nome e cognome o dalla appartenenza ad un partito politico, ma devono tenere presente che ognuno è innocente finché non si dimostra la colpa”, ha dichiarato la premier Jadranka Kosor, la quale era stata al governo per più di cinque anni con Polančec, fino alle dimissioni di quest’ultimo. Ma la leadership del partito di governo Unione democratica croata (HDZ), alla cui guida siede la premier Kosor, non ha atteso che si dimostrasse la colpa di Polančec, tanto che già nel pomeriggio di martedì lo aveva sospeso da tutte le funzioni di partito ed ha avviato contro di lui un procedimento disciplinare. È molto probabile che Polančec, già membro della presidenza dell’HDZ, subisca lo stesso destino accaduto all’ex premier Sanader: verrà estromesso dal partito.

Il deputato dell’IDS (Dieta democratica istriana, partito regionale dell’Istria) Damir Kajin, ritiene che l’arresto di Polančec potrebbe portare a elezioni politiche anticipate. Kajin ritiene che questa sia l’unica mossa con la quale l’attuale premier potrebbe andare alle elezioni. In assenza di un programma economico in grado di portare il paese fuori dalla grave crisi, l’arresto dei responsabili per gli scandali di corruzione verrebbe offerto come compensazione a tutti i cittadini (ed elettori) insoddisfatti.

L’arresto dell’ex vice premier è visto da molti anche come un passo verso l’arresto dell’ex premier Ivo Sanader. Si ritiene che Polančec non potesse prendere da solo decisioni così pesanti, senza che Ivo Sanader ne fosse a conoscenza e le approvasse. “Dopo la perdita di protezione dell’HDZ, l’arresto di Polančec era questioni di giorni. Ma lui non può essere l’unico colpevole. Sono convinto che Polančec, per tutto quanto accaduto alla INA e alla Podravka, abbia informato Ivo Sanader”, ha precisato in una dichiarazione per il portale croato Index Željko Jovanović, presidente del Consiglio per l’applicazione della Strategia per la lotta alla corruzione.

Gli analisti ritengono che la strategia della premier in carica Jadranka Kosor sia quella di ripulire l’HDZ dalle persone implicate in scandali di corruzione e in vari scandali criminali, per poi andare alle elezioni con un chiaro messaggio per gli elettori, che suonerebbe così:"Ho rinchiuso i corrotti in carcere, a prescindere da quanto fossero potenti e ho ripulito il partito dai ladri. Ecco perché mi dovete dare fiducia".

“Questa è l’unica carta che potrebbe giocarsi alle elezioni”, sostiene un alto funzionario dell’HDZ che desidera rimanere nell’anonimato. “Con una debole opposizione come l’attuale, riteniamo che non sia del tutto impossibile”.


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