© icedmocha/Shutterstock

 © icedmocha/Shutterstock

Delle oltre mille azioni legali mosse tra il 2016 e il 2023 contro giornalisti e media in Croazia, quasi la metà sono definibili come SLAPP - azioni legali strategiche contro la partecipazione pubblica - che hanno l’obiettivo di silenziare la libertà di espressione

21/10/2024 -  Giovanni Vale Zagabria

Sono 1.333 le azioni legali mosse tra il 2016 e il 2023 contro giornalisti e media in Croazia, e di queste, il 40% circa contiene almeno una caratteristica delle cosiddette SLAPP, le “azioni legali strategiche contro la partecipazione pubblica”, ovvero le cause mosse con l’unico scopo di intimidire e silenziare la stampa (e che in Croazia possono essere sia di natura penale che civile). A rivelare questo dato è uno studio realizzato dall’Associazione croata dei giornalisti (HND) e dal Centro per la democrazia e il diritto “Miko Tripalo” (CMT) e presentato il 30 settembre. 

Definire le SLAPP

“Abbiamo dovuto definire cos'è una SLAPP, perché in Croazia non esiste ancora una vera definizione [giuridica]. Si tratta di procedimenti giudiziari dannosi, spesso mossi da persone pubbliche e potenti il ​​cui obiettivo è impedire ai media e ad altre organizzazioni della società civile di riportare decisioni di interesse pubblico”, ha spiegato Ivana Zeljko del CMT . Nell’ordinamento croato, non esiste il concetto di SLAPP e per questo la ricerca, co-finanziata dall’organizzazione britannica Justice for Journalists Foundation (JFJ), si è basata sulla definizione utilizzata dalla Coalizione contro le SLAPP in Europa (CASE), dalla Commissione europea e dal Consiglio d’Europa.

La definizione – si legge sul sito di CASE – è semplice: “Si tratta di un'azione legale vessatoria intentata da un privato con lo scopo di mettere a tacere un discorso critico. La domanda più difficile è come si identifica questo scopo vessatorio”. Gli elementi a cui fare attenzione in questo caso sono diversi: “I risarcimenti richiesti sono insolitamente aggressivi o sproporzionati”, “il querelante si impegna in manovre procedurali volte a far lievitare i costi”, o ancora “le argomentazioni addotte sono prive di fondamento giuridico o fattuale”.

Non bisogna confondere una SLAPP con una legittima causa per diffamazione, in cui si richiede ad esempio la pubblicazione di una smentita. Nel caso croato, il 40% delle cause prese in considerazione dallo studio presenta almeno delle caratteristiche tipiche delle SLAPP elencate qui sopra, e il 20% due o più caratteristiche.

“Questa ricerca smentisce l'affermazione del Ministero della Cultura e dei Media secondo cui ci sarebbero 30 cause SLAPP [in Croazia]”, ha detto il presidente dell'HND Hrvoje Zovko. Le SLAPP nel paese sarebbero al contrario diverse centinaia.

Chi usa le SLAPP

“Importante è l’altissimo valore delle controversie. Il risarcimento medio richiesto è di 9.300 euro, mentre il risarcimento medio pagato è di 3.200 euro. Il problema è la lunga durata dei procedimenti giudiziari, in media 4,3 anni, nonché la disomogeneità della prassi giudiziaria. Alcuni giudici, nel caso in cui venga pubblicata la correzione anche prima del processo, ritengono che il danno sia stato risarcito”, ha detto Ivana Zeljko del Centro Miko Tripalo.

Un altro fattore importante è la presenza di “querelanti e ricorrenti seriali”, che intentano cause legali simili contro i media richiedendo gli stessi importi. Lo scopo è appunto quello di fiaccare le testate giornalistiche, imponendo alte spese legali.

Nel dibattito organizzato dall’HND in occasione della presentazione dello studio, alcuni colleghi hanno testimoniato diversi casi di querelanti seriali. "Milijan Brkić ha avviato 50 cause per danni morali per una decina di testi pubblicati”, ha riferito il giornalista Ivan Pandžić di 24Sata, facendo riferimento all’ex deputato HDZ e per un periodo vicepresidente del Sabor.

Pandžić ha chiamato in causa anche l'ex sindaco di Petrinja Darinko Dumbović, “e non solo lui – ha aggiunto il reporter – anche suo figlio mi ha fatto causa per lo stesso articolo, così come l’azienda del figlio”.

Tra i “querelanti seriali” ci sono politici e uomini d’affari, ma anche giudici – una triste eccezione croata . Nel 2022 il caso della giornalista Davorka Blažević, condannata a pagare 40mila kune (circa 5.300 euro) alla giudice Senka Klarić Baranović per “offese all’onore e alla reputazione”, aveva fatto reagire l’Associazione dei giornalisti croati (HND). Il testo per cui Blažević era stata condannata risaliva al 2015. Si trattava di un “ritratto della settimana” pubblicato da Tris portal e “conteneva fatti già noti”.

“Questa molestia nei confronti dei giornalisti – non c’è altro modo per chiamarla – e la richiesta di ingenti risarcimenti per offese all’onore e alla reputazione è vergognosa”, aveva commentato allora il presidente dell’HND Hrvoje Zovko. Davorka Blažević si era trovata a pagare una somma superiore di otto volte il suo stipendio mensile e la giudice aveva chiesto inizialmente molto di più.

Un altro giudice “querelante seriale” è Zvonko Vrban, presidente del tribunale regionale di Osijek, che ha denunciato più volte il portale Telegram, la sua caporedattrice Jelena Valentić e il giornalista Drago Hedl.

Al tribunale regionale di Zara, il giudice Ivan Marković ha intentato 26 denunce contro giornalisti e media, chiedendo un risarcimento di 400mila kune (53mila euro circa) solo ad Hanza Media per aver criticato la sua sentenza nel caso dello stupro di una minorenne.

Pressioni sulla stampa

Secondo Neven Mates del Centro Miko Tripalo, la percentuale di successo delle SLAPP in Croazia è inferiore al 10% nei casi penali e al 20% in quelli civili. “Tuttavia, se la vera motivazione della causa è quella di fare pressione sulla stampa, allora quel risultato non è importante, perché se per quattro anni affrontate il rischio di una condanna o di un risarcimento, questo influenzerà sicuramente il modo in cui scrivete”, ha detto Mates, aggiungendo che la magistratura croata “non gestisce bene le SLAPP”.

“I giudici – ha detto il giornalista Ivan Pandžić durante l’incontro all’HND – non capiscono il lavoro dei giornalisti. Ad alcuni non interessa quello che è successo dopo la pubblicazione del testo, se ad esempio si è scoperto che avevamo ragione, ma solo su cosa si basava il testo", ha detto Pandžić.

Per risolvere questa situazione servirebbero giudici specializzati nelle SLAPP e in grado di riconoscerle. Ma in Croazia, al contrario, si assiste alla pratica di giudici che usano le SLAPP per zittire le critiche nei loro confronti. E le SLAPP sono solo la punta dell’iceberg.

Uno studio pubblicato dall’ONG croata Gong , realizzato dalla giornalista ed esperta di media Đurđica Klancir sulla base di un questionario a cui hanno risposto in modo anonimo 23 giornalisti e caporedattori di diverse testate, nota che la maggior parte dei soggetti coinvolti (15 giornalisti su 23) ha subito pressioni di qualche tipo negli ultimi due anni.

In questo contesto, le SLAPP sono solo “i processi più importanti e più visibili”, mentre “i meccanismi più sottili che riguardano il rapporto della politica e dei politici con le redazioni e quelli riguardanti la relazione tra le redazioni e i loro rispettivi giornalisti non sono stati studiati a fondo finora”.

 

Questo articolo è stato prodotto da OBC Transeuropa all'interno del progetto Media Freedom Rapid Response (MFRR), un meccanismo a livello europeo che traccia, monitora e risponde alle violazioni della libertà di stampa e dei media negli Stati membri dell'UE e nei Paesi candidati

Consorzio MFRR

Hai pensato a un abbonamento a OBC Transeuropa? Sosterrai il nostro lavoro e riceverai articoli in anteprima e più contenuti. Abbonati a OBCT!