Centinaia di chilometri di percorsi in mountain bike, da mare a mare, in mezzo a vigneti, ulivi e orti dalla terra rossa. Abbiamo mandato Massimo Moratti (e la sua bicicletta) a faticare per noi

21/10/2011 -  Massimo Moratti

Rosso mattino

La terra rossa dei campi arati brilla alla luce del sole mattutino. È una fresca mattinata di settembre sulla costa istriana, a Orsera tra Parenzo e Rovigno. Il giorno prima su questi terreni i mountain bikers della Parenzana si sono sfidati nella prima delle tre tappe della corsa, giunta oramai alla sua 16ma edizione.

Stanchi, coperti di finissima polvere rossa, hanno sfilato sul traguardo del paesino di istriano Fontane/Funtana, dopo 33 chilometri di corsa, una vera e propria competizione internazionale dato che i partecipanti vengono non solo da Croazia, Slovenia e Italia, ma anche da Ungheria, Repubblica Ceca, Danimarca e perfino dal Portogallo.

La nostra tappa, molto più prosaicamente, ripercorrerà il sentiero di Casanova, come indicato dall’aggiornatissimo sito Istria-Bike, che contiene tutte le indicazioni necessarie per chi volesse fare mountain bike in Istria. Sul sito di Istria-Bike è possibile scaricare tutte le informazioni: mappa, altimetria, coordinate GPS e roadbook.

In più, nel centro di Orsera, vi è una mappa del percorso e i chioschi che affittano bici distribuiscono anche delle cartine tascabili. Senza troppe pretese, seguiremo in parte il percorso della Parenzana, cercando di cogliere il meglio del paesaggio dell’Istria che sta diventando una vera e propria mecca della mountain bike.

Il percorso di Casanova prende il nome dal famoso avventuriero-latin lover veneziano che in ben due occasioni aveva visitato la cittadina di Orsera-Vrsar e ne era rimasto colpito, come lui stesso descrisse nelle sue memorie. E allora, si parte….

Complimenti, Casanova!

Dal centro di Orsera, si va in direzione sud, verso il canale di Lemme. Lasciate le ultime case, si continua lungo comodi sterrati, circondati da vigne e uliveti. A ogni bivio, vi sono chiare indicazioni sulla direzione da prendere. Si pedala in piano, su terreno facile, il fondo è buono. Ogni tanto la foresta si dirada e lascia intravedere gli spettacolari scorci del canale di Lemme.

Dopo un paio di chilometri, si arriva a uno dei punti più interessanti, la caverna di San Romualdo, uno dei luoghi dove visse l’eremita agli inizi del XI secolo. Dalla caverna si gode un’ottima vista sul canale di Lemme, un fiordo naturale che si inoltra per una decina di chilometri tra Rovigno e Orsera, formato dal fiume Pazinčica, che nel passato costituiva il confine tra le due provincie romane, quella dell’Italia e quella Dalmata. Alcuni viottoli sassosi scendono verso le pareti di calcare del canale fino a orti e moli sottostanti. Il sole, anche se a settembre inoltrato, è ancora caldo e piacevole.

Ripresa la bici, la strada si inoltra nella foresta di Kontija, in mezzo a pini marittimi e querce. Il percorso è leggermente più ondulato ma pedalare al fresco degli alberi è un piacere, si potrebbe continuare a oltranza. Dopo pochi chilometri si raggiunge l’abitato di Kloštar, il punto più ad est di tutto il percorso che è anche il punto più alto con circa 93 metri sul livello del mare. Qui, c’è la possibilità di un ristoro e ci si trova vicino alla strada che da Orsera va a Rovigno. Vi sono le rovine di un antico convento e alcune case di contadini della zona. Volendo da questo punto si può lasciare il percorso di Casanova e, risalendo in direzione nord verso l’abitato di Marasi, collegarsi ai percorsi di Santa Eufrasiana nel settore di Parenzo.

Noi ritorniamo sui nostri passi, verso ovest, in direzione di Orsera. La strada scorre parallela a quella percorsa all’andata, la leggera discesa e il fresco della foresta favoriscono una pedalata leggera e veloce. Ben presto si giunge all’asfalto, è la strada che porta all’aeroporto di Orsera. Da qui si traversa in direzione nord e si prende il ramo del percorso che va verso l’abitato di Funtana.

Il paesaggio è cambiato totalmente. Non siamo più nella foresta, ma in mezzo ai campi su una strada sterrata adibita ad uso agricolo. C’è anche una pompa di benzina abbandonata e un Ferrari Club, nel mezzo della campagna istriana, che fa tanto vintage. Il fondo ora è in terra rossa, come un gran campo da tennis. Fantastico, sembra di pedalare sul velluto, il mare è vicino, ma prima di arrivarvi si passa attraverso i vigneti di Fontane, un tributo necessario a uno dei maggiori prodotti dell’Istria.

Eccoci per gli ultimi chilometri, passando per il piccolo abitato di Funtana, si riprende la pista ciclabile e Orsera è laggiù, a portata di mano: la si raggiunge con pochi colpi di pedale. Gli atleti della Parenzana sono abituati a percorrere queste strade a tutta velocità: i 22 chilometri del percorso combinati con i 150 metri di dislivello sono ben poco per chi è abituato alle fatiche della mountain bike. Ma questo tragitto dà anche l’idea della bellezza dei percorsi di mountain bike in Istria: vigneti, oliveti, terra rossa, calcare, sole e mare e un’infinità di sentieri, viottoli e piste ciclabili, perfettamente segnalati. Si ha solo l’imbarazzo della scelta su dove andare e spesso, durante il percorso, viene la tentazione di abbandonare la strada segnata e raggiungere un altro villaggio o un’altra collina, e poi un’altra ancora.

Hai voluto la bicicletta?

Girando per l’entroterra istriano ci si rende conto di quanto popolare la mountain bike sia. L’offerta culinaria istriana e l’ospitalità tradizionale ben si sposano con il ritmo della bicicletta, che è lento e veloce allo stesso tempo. Di fatto, il cicloturismo allunga la stagione turistica. L’offerta chiaramente si adegua alla domanda: agriturismi, locande di campagna si trasformano immediatamente in ristori per i bikers.

La mountain bike e la realtà rurale dell’Istria si uniscono in un connubio ben riuscito, sostenibile e responsabile. A settembre e ottobre, quando la il periodo  balneare è oramai alle spalle, in Istria, gli alberghi e le sistemazioni private sono ancora affollati. Non c'è solo chi vuole godersi l’ultima tintarella prima dell’autunno, ma coloro che sono venuti qui proprio per la mountain bike.

In tanti vengono dalla Germania o dai Paesi nordici, non più giovanissimi: i capelli brizzolati, le facce abbronzate, la tenuta da ciclista, i polpacci quadrati, bici perfettamente equipaggiate e accessoriate. La passione della bicicletta è anche questo. Si vedono questi gruppi di turisti, mangiare (e bere) allegramente nelle varie trattorie dell’entroterra istriano, con le biciclette parcheggiate sotto un albero, dopo essersi fatti qualche decina di chilometri di sentieri e strade sterrate. Finito il pasto, di nuovo in sella, si rientra alla base, oppure si va in spiaggia per gli ultimi bagni e scampoli di sole. Domani la terra rossa tornerà a brillare e la polvere si alzerà di nuovo sotto le gomme dei cicloturisti.


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