#Hashtag politics: le elezioni europee saranno "elezioni social"?
26 marzo 2014
"This time is different": questa volta è diverso. Così si dice delle elezioni europee di fine maggio, riferendosi al fatto che quest'anno, per la prima volta, i cittadini europei eleggeranno, oltre al Parlamento, anche il presidente della Commissione europea, vero organo esecutivo dell'Unione. Ma molti sulla rete si chiedono anche se le prossime elezioni saranno delle "social media election".
Negli ultimi anni, i social media sono diventati uno strumento importante, non solo di comunicazione politica, ma anche di attivismo e partecipazione, contribuendo a trasformare il linguaggio, la struttura e le modalità del rapporto tra politica e cittadini.
Nel 2009 Twitter contava circa 50 milioni di utenti: oggi il dato è quintuplicato e sfiora i 250 milioni di utilizzatori. Facebook, che aveva 200 milioni di utenti nel 2009, oggi ha superato il miliardo in tutto il mondo.
L'impatto dirompente dei social media sulle modalità della mobilitazione elettorale e sulla partecipazione dei cittadini, è stato osservato per la prima volta durante la campagna elettorale di Obama nel 2008. Nel 2012, durante l'ultimo dibattito televisivo della campagna di rielezione del presidente Obama, si contarono più di dieci milioni di tweet. Uno studio del 2010 sul comportamento elettorale degli utenti Facebook condotto dall'Università della California, aveva concluso che la campagna elettorale sui social network aveva portato al voto almeno 340.000 persone in più. A conferma degli effetti moltiplicatori delle reti, la ricerca aveva evidenziato che il comportamento elettorale era stato influenzato non solo dagli "amici", ma anche dagli amici degli amici. Anche un'altra analisi citata da Waltzing Matilda , blog del webteam della Commissione europea che segue con attenzione gli scenari della comunicazione digitale, conferma che le campagne elettorali sui social producono un "impatto marginale ma significativo" sul voto di preferenza ottenuto dai candidati che si mobilitano sul web.
Tra le istituzioni comunitarie il Parlamento europeo è all'avanguardia nell'uso dei social media come canale di comunicazione istituzionale, di dialogo e interazione con gli utenti del web. Secondo i responsabili della comunicazione del Parlamento l'obiettivo è creare uno spazio di dialogo, una sfera pubblica virtuale pan-europea di incontro con la politica comunitaria e di costante interazione tra i parlamentari e i cittadini, al fine di avvicinare l'attività parlamentare alla vita dei cittadini europei.
Dalle statistiche elaborate nelle prime fasi della campagna elettorale europea, emerge che Twitter è il principale strumento di comunicazione usato dai candidati, dai commentatori e dagli analisti politici. Dall'inizio del 2014, il volume dei tweets contenenti l'hashtag #EP2014 ha subito un incremento costante. Secondo la società di consulenza Burson-Marsteller, i candidati postano in media 2000 tweet al giorno, e il dato è destinato naturalmente a crescere con l'avvicinarsi delle giornate elettorali.
Ma al di là dei numeri da capogiro, e dell'enorme flusso di informazioni veicolate attraverso i social network, non è facile cogliere il significato profondo, le implicazioni e l'impatto della comunicazione digitale sulla partecipazione elettorale e la consapevolezza politica dei cittadini.
Sono, infatti, numerose le questioni aperte e le domande ancora irrisolte in cui gli studiosi della "politica digitale" dovranno impegnarsi nei prossimi mesi: che influenza avranno i social media sull'esito elettorale? Aprono spazi di discussione genuinamente europei, oppure restano ancorati a linee nazionali? Possono aiutare a colmare il gap tra le istituzioni comunitarie, spesso percepite distanti e tecnocratiche, e i cittadini europei? Quel è la distribuzione geografica degli utilizzatori dei social media? Si tratta di una "bolla sopra Bruxelles", o di un flusso che raggiunge e coinvolge anche le periferie europee? In definitiva, è possibile cogliere il senso di grovigli spesso arruffati di informazioni che hanno luogo su piattaforme diverse e virtuali?
Per tentare di rispondere a queste domande l'Ufficio di Comunicazione e Informazione del Parlamento europeo ha organizzato una giornata di studio e riflessione dal titolo:"Hash # Tags and Politics: Social Media and the 2014 European Elections" . Ne discuteranno, anche con l'aiuto di qualche scettico del web, esperti internazionali, tra cui Alecc Ross - consigliere per l'innovazione del Segretario di Stato USA Hillary Clinton - e Joe Trippi, autore di "The Revolution Will Not Be Televised", importante saggio sul rapporto tra internet e democrazia.
L'evento, disponibile in diretta streaming sul sito della web TV del PE , è in programma il 2 aprile alle ore 9,30.
Questa pubblicazione è stata prodotta con il contributo dell'Unione Europea, nel quadro dei programmi di comunicazione del Parlamento Europeo. La responsabilità sui contenuti di questa pubblicazione è di Osservatorio Balcani e Caucaso e non riflette in alcun modo l'opinione dell'Unione Europea. Vai alla pagina del progetto BeEU - 8 Media outlets for 1 Parliament.
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