Lo scorso 13 marzo il Parlamento europeo ha approvato l'istituzione di un nuovo Fondo dedicato ad asilo, migrazione e integrazione. Resterà in vigore fino al 2020. Approvato anche un nuovo Fondo sulla sicurezza interna dedicato alla sorveglianza delle frontiere dell'Unione europea
Fonte: Parlamento europeo
Gli Stati membri dovranno destinare più fondi per migliorare i loro sistemi di asilo e d'integrazione di migranti, per effetto del nuovo Fondo per asilo, migrazione e integrazione della durata di sette anni approvato lo scorso 13 marzo dal PE. Il testo stabilisce gli importi minimi che ciascun paese dovrà spendere per queste politiche. Nella stessa seduta plenaria, gli eurodeputati hanno approvato anche il nuovo fondo sulla sicurezza interna dell'Ue, dedicato al miglioramento della sorveglianza delle frontiere esterne e la cooperazione tra corpi di polizia di frontiera.
Il Fondo per asilo, migrazione e integrazione (AMIF - Asylum Migration & Integration Fund) ha un bilancio totale di 3.1 miliardi di euro da spendere tra il 2014 e il 2020. Almeno il 20% di 2.4 miliardi di euro che gli Stati membri avranno a disposizione (3.1 miliardi di euro meno 746 milioni per i programmi comunitari e altre azioni) dovrà essere speso per misure che sostengano la migrazione legale e promuovano l'effettiva integrazione degli immigranti. Gli stati dell'Ue saranno anche tenuti a destinare almeno un ulteriore 20% dei fondi a misure in materia di asilo.
I paesi dovranno inoltre fornire spiegazioni dettagliate se vorranno mantenere le spese su queste percentuali e chi avrà necessità di affrontare "carenze strutturali in materia di alloggi, infrastrutture e servizi" non avrà la possibilità di decidere di spendere meno in materia di asilo.
Solidarietà
I deputati sono riusciti a rafforzare la solidarietà tra gli stati membri in materia di asilo, grazie alla possibilità di ricevere fondi AMIF per accogliere rifugiati provenienti da paesi Ue o non Ue. I Paesi membri che accolgono i richiedenti asilo nell'ambito del programma di reinserimento dell'UE riceveranno un importo forfettario di 6.000 € a persona reinserita, cifra che può essere aumentata fino a 10.000 € per persone vulnerabili o provenienti da zone prioritarie (come Siria e Ucraina).
Tuttavia, i deputati ritengono che la questione debba essere ulteriormente dibattuta e rivista. Ad esempio, vorrebbero che si potessero sfruttare tutti i mezzi disponibili previsti dai trattati, come l'articolo 80 del trattato di Lisbona, al fine di garantire che ulteriori misure di solidarietà siano messe in atto in futuro.
Fondo sicurezza interna
Il Fondo sicurezza interna (ISF) supporterà la questione delle frontiere esterne e il regime dei visti, con finanziamenti dall'importo di 2.8 miliardi di euro fino al 2020. Il fondo sarà utilizzato per costruire le infrastrutture necessarie ai valichi di frontiera e per la sorveglianza delle frontiere. Sono inoltre previsti finanziamenti per i sistemi informatici previsti dal Sistema europeo di sorveglianza frontiere (Eurosur), nonché azioni volte a facilitare la gestione efficace dei flussi migratori, il trattamento delle domande di visto e la cooperazione tra consolati.
Lo strumento di sostegno finanziario per la cooperazione di polizia, la prevenzione e la lotta contro la criminalità fornirà un finanziamento di 1 miliardo di euro per i prossimi sette anni e sarà utilizzato soprattutto per la prevenzione della criminalità, la lotta alla criminalità transfrontaliera e per rafforzare la cooperazione tra le autorità che operano a contrasto di questo fenomeno a livello nazionale e comunitario.
Controlli a campione sulle spese
Sono previsti infine controlli a sorpresa in loco sulle spese effettuate affinché i fondi vengano utilizzati in maniera corretta. Il contributo dell'UE ai progetti nazionali arriva in generale fino al 75% del bilancio totale ma può essere aumentato fino al 90% in alcuni casi, come, per esempio, quando la pressione sul bilancio di uno stato membro potrebbe mettere a rischio un progetto specifico relativo al settore asilo, migrazione e sorveglianza.
Questa pubblicazione è stata prodotta con il contributo dell'Unione Europea, nel quadro dei programmi di comunicazione del Parlamento Europeo. La responsabilità sui contenuti di questa pubblicazione è di Osservatorio Balcani e Caucaso e non riflette in alcun modo l'opinione dell'Unione Europea. Vai alla pagina del progetto BeEU - 8 Media outlets for 1 Parliament.