È stato presentato mercoledì 21 aprile dalla Commissaria per i diritti umani Dunja Mijatović il report annuale 2020 del CoE. Nelle parole della Commissaria un esplicito incoraggiamento per tutti gli stati membri a ridurre il divario fra i diritti umani minimi garantiti e la realtà
Il discorso, tenuto alla presenza dei delegati dei parlamenti nazionali dei paesi membri, ha affrontato più temi tenendo in considerazione gli effetti che la pandemia Covid-19 ha provocato sul rispetto dei diritti stessi.
Mijatović ha infatti sottolineato come l’esplodere della pandemia abbia fatto emergere con tragica chiarezza molte e crescenti disuguaglianze fra i paesi membri. La commissaria ha esortato gli Stati alla riorganizzazione del sistema sanitario pubblico con l’obiettivo di renderlo più forte per dimostrarsi capaci nell’affrontare l’attuale piano vaccinale. Nel report viene evidenziato come, nonostante la situazione sanitaria, tutti gli Stati siano tenuti a garantire il diritto d’asilo agli immigrati e un’accoglienza inclusiva.
A tal proposito viene condannato il comportamento dei Balcani occidentali e nello specifico della Croazia che più volte, durante tutto il 2020, ha respinto violentemente i migranti provenienti dalla Bosnia Erzegovina. Un’altra area di preoccupazione è rappresentata dal confine fra Turchia e Grecia, dove è stato registrato un uso eccessivo della violenza ai danni degli immigrati lungo la frontiera; da qui la necessità di riorganizzare meglio i campi d’accoglienza, auspicando una maggiore solidarietà da parte di tutti gli Stati membri.
Dal report si evince inoltre come la commissaria incoraggi ulteriori sforzi nei Balcani occidentali chiedendo verità, ricordo e giustizia per le vittime dei crimini di guerra degli anni novanta. Per quanto riguarda i conflitti in corso, ad Azerbaijan ed Armenia viene contestano il mancato rispetto dei diritti umani negli scontri in Nagorno Karabakh; il Consiglio d’Europa è in prima linea per una risoluzione pacifica della controversia.
Durante l’intervento è stata evidenziata in più casi la mancanza di uguaglianza di genere, del rispetto dei dritti delle persone LGBTI e l’intolleranza verso minoranze e persone di colore. Particolare attenzione è stata posta nel report a significativi episodi interni che si sono verificati in Bulgaria, Repubblica di Moldavia e Turchia. Secondo la commissaria la decisione presa da quest’ultima di uscire dalla Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne è sbagliata, generando profonda preoccupazione in Europa. Mijatović ha concluso il suo discorso incoraggiando tutti gli Stati membri a ridurre il divario fra i diritti umani minimi garantiti e la realtà.