Al bar dei motociclisti di Tbilisi
È una calda notte estiva a Tbilisi e il rombo delle motociclette riempie una strada laterale vicino al Teatro dell’Opera.
Dei bambini corrono dentro sacchi di patate e sulle biciclette a fianco di una decina di moto parcheggiate davanti all'ingresso di casa loro. Negli ultimi sei mesi, nel quartiere, la presenza del Cross Riders Motorcycle Club e il loro bar è diventata parte della vita quotidiana.
Nonostante i bikers siano spesso oggetto di stereotipi negativi, nessuno qui è preoccupato. Dalla finestra sopra il bar si può intravedere Grisha Avetisyan, 26 anni, tra i fondatori del Cross Riders’, mentre tatua un cliente. Altri sorseggiano i loro drink nella stanza di fianco.
Data MakashviliIl nome del Club non ha un significato religioso. Ha più che altro a che fare con le croci della bandiera della Georgia. A volte giriamo con la moto sventolando la bandiera.
“Questo è un circolo, un bar e la nostra prima sede” spiega Gio Chkhartishvili, 23 anni, presidente del Club, fondato due anni fa insieme all’amico e vice presidente Beka Nizharadze.
Gio ChkhartishviliQui tutti sono benvenuti. Non sosteniamo nè siamo coinvolti in nessun movimento politico; l’atteggiamento nei nostri confronti è molto positivo, anche da parte della polizia. Ci sentiamo rispettati da loro. Non ci hanno mai fermati senza una valida ragione e quando ne avevano sono sempre stati gentili.
Dopo l’alluvione che ha colpito Tbilisi la scorsa primavera, il Cross Riders Motorcycle Club ha contribuito portando rifornimenti e medicine alle vittime in maniera rapida, riuscendo a evitare il caotico traffico che ingorga la città.
Data MakashviliAbbiamo portato anche cibo al canile che è stato distrutto dall’acqua
Spesso i motociclisti sono in maggioranza nel bar, ma la clientela è generalmente mista, ed attira studenti, giovani professionisti e perfino visitatori provenienti da Armenia, Azerbaijan, Russia e Tajikistan. La musica che fa da sottofondo è varia, ma rock e metal sono i generi più comuni. Anche i classici del rock anni ‘50 fanno ballare la clientela. Un’altra attrazione sono le jam session di musicisti locali che improvvisano i loro spettacoli; i guadagni del bar vanno nel bilancio del Cross Riders Motorcycle Club.
Qeti Mindiashvili, 20 anni, è una delle bariste. “Non mi piacciono i Cross Riders”, scherza.
Qeti MindiashviliLi adoro. Tutti questi ragazzi sono i miei più cari amici e siamo una grande famiglia. Abbiamo costruito questo bar l’inverno scorso con le nostre mani, anche se faceva molto freddo.
“Stiamo creando una nuova cultura” dice Makashvili. “Siamo locali, genuini e facciamo le cose nel modo in cui le vogliamo fare. Non stiamo imitando nessuno. Abbiamo le nostre regole e i nostri standard. Abbiamo trovato la nostra libertà sulle strade”.
Gio ChkhartishviliLa principale ragione per cui abbiamo fondato i Cross Riders era quella di riunire persone affini, a cui non importa se c’è il sole o la luna, hanno solo voglia di andare in moto. Non è mai successo prima in Georgia, è una ventata di novità per tutti. Abbiamo dei progetti, a partire dai nostri vicini. Non vogliamo solo aprire nuove sedi, ma anche viaggiare in moto in Armenia, Azerbijan e Turchia.
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