Continuano in Georgia e tra le comunità georgiane nel mondo le proteste contro la controversa legge sugli agenti stranieri, ribattezzata dai manifestanti "legge russa" voluta dal governo del Sogno Georgiano. Si registrano scontri con la polizia e decine di arresti
Non si fermano le proteste dei cittadini georgiani , anzi si espandono sempre di più in tutte le principali città del paese, e alle comunità dei georgiani all’estero. A Roma delle studentesse georgiane si sono fatte immortalare davanti al Colosseo con il cartello: “Tutte le strade portano a Roma e non alla Russia!”. Manifestazioni anche in altre città italiane.
La causa georgiana ha attirato anche l’attenzione del collettivo hacker Anonymous, che da giorni ha reso inaccessibili i siti governativi e quelli del Sogno Georgiano al potere.
Le manifestazioni di dissenso sono sempre molto spontanee nella forma: ci sono organizzatori, ma rimangono molto versatili. Nonostante l'alto numero dei manifestanti, i cortei restano molto agili nel dipanarsi per le città, a seconda dei target che emergono.
2 maggio, manforte a Piazza degli Eroi
Con il parlamento chiuso per le tensioni e 23 arrestati del giorno prima, le proteste sono riprese nel pomeriggio, con i manifestanti che si sono radunati in Piazza degli Eroi, un incrocio vitale di Tbilisi che collega le principali autostrade della città. Un’ora dopo i manifestanti hanno cominciato a radunarsi anche in viale Rustaveli, davanti al palazzo del parlamento che rimane il target politico della protesta.
Intorno alle 19:30 uno degli organizzatori della manifestazione in piazza degli Eroi è stato arrestato e la tensione è cresciuta visibilmente. La polizia ha iniziato a disperdere i manifestanti con violenza. In risposta si è mossa una colonna di manifestanti da Rustaveli fino a Piazza degli Eroi in solidarietà con i propri concittadini, portando ancora una volta alla chiusura della piazza. I manifestanti in Piazza degli Eroi hanno bloccato con successo l’area e hanno invitato gli automobilisti a unirsi a loro, e alcuni hanno accettato, sotto lo slogan “Tutte le strade sono chiuse a parte quella verso l’Europa”.
3 maggio, gli hotspot di Ivanishvili
Il 3 maggio il primo ministro Irakli Kobakhidze ha rilasciato una dichiarazione controversa accusando gli Stati Uniti di aver orchestrato in Georgia due tentativi di rivoluzione tra il 2020 e il 2023, presumibilmente finanziati da fondazioni straniere. Ha anche fatto riferimento alla repressione da parte della polizia americana delle manifestazioni di protesta studentesca a New York City. Peraltro il governo è stato invitato dall’ambasciata americana per un incontro chiarificatore, invito che non è stato accolto.
Sempre più imbarazzata dal governo la presidente Salomè Zourabishvili, che in giornata ha posto il veto sulla legge lampo adottata sul rimpatrio dei beni offshore, che quindi tornerà al parlamento. Il giorno dopo la Zourabishvili ha incontrato le rappresentanze diplomatiche dei paesi partner e si è scusata personalmente per le aggressioni verbali che hanno subito, soprattutto da Bidzina Ivanishvili in persona durante il discorso in piazza il 29 aprile.
E proprio Ivanishvili e le sue proprietà nella capitale sono stati gli epicentri delle manifestazioni di venerdì. I manifestanti si sono riuniti al Paragraph Hotel, una fra le proprietà dell’oligarca, in concomitanza con l’incontro annuale della Banca asiatica di sviluppo.
Altra tappa, la sede principale del Sogno Georgiano nella capitale , di cui qualcuno ha sagacemente cambiato il nome su google map come Sogno Russo, aggiungendoci pure come sito di partito FSB.ru, le forze di sicurezza russe. Dopo le proteste presso la sede del partito, alcuni manifestanti sono tornati al palazzo del parlamento mentre altri si sono radunati presso la chiesa Kashveti in viale Rustaveli, continuando la loro manifestazione pacifica.
Il ministero degli Interni ha lanciato un avvertimento su possibili provocazioni, sostenendo che alcune forze politiche intendevano inscenare azioni violente fingendosi agenti delle forze dell'ordine durante le manifestazioni. In realtà sono trapelate indiscrezioni, anche riportate dagli arrestati, di tensioni all’interno delle forze dell’ordine, soprattutto per le azioni delle forze speciali e degli irregolari che rispondo a frange particolarmente vicine al partito.
Li si è visti in azione nelle strade, oltre che fra i ranghi della polizia nelle fasi più violente della repressione . Alcuni di loro – aggressori scesi da delle macchine e macchiatisi di violente caccia all’uomo fra i manifestanti – sono stati identificati e riconosciuti dagli organi di informazione non filo-governativi come prezzolati del ministero degli Interni.
La presenza di queste figure non è una novità nella storia georgiana. È un fenomeno che ha caratterizzato il funzionamento delle forze dell’ordine negli ultimi tre decenni, e tra le proprie origini dalla nascita burrascosa delle istituzioni indipendenti nel paese, nei primi anni ’90, quando varie milizie controllavano interi territori. Cooptate nelle istituzioni dello stato dai governi Shevardnadze, hanno visto un ridimensionamento della loro influenza dopo la Rivoluzione delle Rose.
Ma nessun governo georgiano ha mai avuto l’effettiva capacità di sradicare completamente il fenomeno, e tutti sono caduti nella tentazione di mantenere degli irregolari cui far fare il lavoro sporco, che sia comparire vicino ai seggi per intimorire gli elettori, perseguitare figure ritenute scomode, o appunto reprimere e intimorire manifestanti anti-governativi.
La chiesa di Kashveti e la pasqua
La chiesa Kashveti ricopre un ruolo speciale nella storia georgiana, silente testimone da più di un secolo dei principali eventi nella storia del paese. Questa crisi politica e mobilitazione popolare coincide in particolare con la Pasqua ortodossa. L'importanza di celebrare la pasqua nella chiesa di Kashveti, situata di fronte al parlamento, non è sfuggita ai manifestanti. Kashveti è diventata quindi il centro spirituale della protesta , se così si può dire.
I manifestanti si sono riuniti presso l’iconica chiesa per la veglia pasquale. Tradizionalmente, la Pasqua segna un periodo di riunioni familiari in campagna. Tuttavia, quest’anno i manifestanti hanno deciso di festeggiare insieme in città. Mentre si scambiavano uova rosse e dolci pasquali, simbolo di rinnovamento e unità, hanno sfidato i tentativi del partito al potere e dei media filogovernativi di screditarli come antireligiosi. Una pasqua solidale, cui si sono unite le minoranze religiose, gli atei.
Per una volta è addirittura comparso un manifesto a voci unificate armeno-azera , veramente una perla rara che la dice lunga sullo spirito della manifestazione.
In contemporanea si sono svolte manifestazioni a Kutaisi e Batumi, a Zugdidi, nella Georgia occidentale. A Zugdidi i residenti hanno marciato contro la “legge russa”, evidenziando il diffuso dissenso contro le violazioni della sovranità della Georgia. Zugdidi è vicina al fiume Inguri, che separa la Georgia dall’Abkhazia e ospita una numerosissima comunità di sfollati, esuli di guerra.
Questo è uno dei punti del paese dove maggiormente lo stato di occupazione militare russa si avverte di più, insieme ai vari paesini che si affacciano sull’Ossezia del Sud, con il loro carico di rapimenti, spostamenti di confine, privazioni di diritti sulle proprietà.
I georgiani in tutta Europa hanno manifestato contro la controversa legge sugli agenti stranieri, in varie città europee, tra cui Parigi, Francoforte, Stoccarda, Barcellona e Bilbao e oltreoceano.
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