Il sistema di distribuzione elettrica di Creta verrà integrato con quello della Grecia continentale col contributo dei fondi di coesione europei: il programma rappresenta la prima fase del più ampio progetto di rete di connessione mediterranea "Great Sea Interconnector"
Nonostante gli sforzi profusi per sviluppare le proprie risorse rinnovabili, Creta, la più grande delle isole greche, ha difficoltà a portare avanti la transizione verde a causa di infrastrutture obsolete e mancanza di collegamenti energetici stabili.
Con una popolazione di circa 630mila abitanti, Creta attualmente non è collegata alla rete elettrica nazionale e continua a fare affidamento sul petrolio greggio e sul diesel per la produzione di energia elettrica, responsabile di circa il 60% delle emissioni di CO2.
Per far fronte a queste criticità, nel febbraio di quest’anno, secondo la Commissione europea , il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) ha stanziato 250 milioni di euro per finanziare “la prima fase di un’infrastruttura elettrica ad alta tensione tra l’isola di Creta e la regione dell’Attica, nella Grecia continentale”.
Utilizzando i fondi di coesione, il FESR contribuirà a finanziare il progetto attraverso il programma operativo “Infrastrutture di trasporto, ambiente e sviluppo sostenibile”, che rientra nell’asse prioritario finalizzato a raggiungere basse emissioni di carbonio nelle aree urbane.
Il progetto integrerà ulteriormente il sistema elettrico di Creta con la Grecia continentale, allo scopo di ridurre i costi, aumentare la sicurezza dell’approvvigionamento e promuovere lo sviluppo economico, anche nel settore turistico.
Inoltre, come spiega la Commissione europea, il progetto contribuirà alla transizione verde in Europa, sostenendo il potenziale di energia rinnovabile di Creta, con un interconnettore che, secondo quanto previsto, “ridurrà le emissioni di CO2 di oltre 400mila tonnellate” nel primo anno di attività.
Considerando l’aumento dei prezzi dell’energia e la dipendenza dell’Europa dal gas russo, il collegamento tra Creta e la terraferma rafforzerà ulteriormente la sicurezza energetica del continente. La realizzazione di questa interconnessione è solo la prima fase di un progetto ambizioso, cofinanziato dall’UE, denominato “Great Sea Interconnector” che collegherà la Grecia (attraverso l’isola di Creta) a Cipro, e poi Cipro a Israele.
Come riporta Euractiv, “il Great Sea Interconnector, dal costo di 1,9 miliardi di euro, sarà capace di trasportare fino a duemila megawatt e ha già suscitato l’interesse degli investitori in Israele e negli Emirati Arabi Uniti", ma anche della Development Finance Corporation, un istituto finanziario del governo statunitense.
Anche Cipro si trova in una situazione simile a quella di Creta, alle prese con i prezzi elevati dell’energia elettrica: quindi, come scrive Euractiv, trarrebbe notevoli vantaggi da una rete di connessione mediterranea, che prevede di collegare le reti elettriche dall’Europa a Israele.
Intervenendo al 5° Eastern Mediterranean Business Summit, organizzato dal settimanale The Economist nell’aprile di quest’anno a New York, Giorgos Papanastasiou, ministro cipriota dell’Energia, del Commercio e dell’Industria, ha sottolineato l’importanza del Great Sea Interconnector, specificando che il collegamento tra la regione dell’Attica e l’isola di Creta fungerà da “cavo operativo” all’interno di un progetto più ampio.
Nonostante ci siano ancora alcuni aspetti politici ed economici da chiarire prima della realizzazione dell’infrastruttura, il collegamento elettrico tra l’Attica e Creta dovrebbe essere completato e operativo entro il 2025 .
Questo materiale è pubblicato nel contesto del progetto "Energy4Future" cofinanziato dall’Unione europea (Ue). L’Ue non è in alcun modo responsabile delle informazioni o dei punti di vista espressi nel quadro del progetto. La responsabilità sui contenuti è unicamente di OBC Transeuropa. Vai alla pagina "Energy4Future"
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