La regione di Kassandra, Calcidica, è una delle aree tradizionalmente a rischio di incendio in Grecia. Dopo un'ennesima estate difficile - costata decine di morti e danni incalcolabili nel paese - il progetto FIRE-RES prova a contribuire alla lotta al fuoco selvaggio con un approccio olistico, che coinvolga ed educhi la popolazione alla prevenzione
Afytos, domenica 20 agosto 2023. Alekos e i suoi colleghi stanno trascorrendo in Calcidica gli ultimi giorni della loro pausa estiva, iniziata nella verde isola di Samotracia. Dopo dei brevi soggiorni nelle città di Alessandropoli e Kavala, il loro viaggio culmina nella pittoresca Kassandra, una regione famosa per la sua bellezza naturale e il suo significato storico.
Osservando lo scenario pacifico che lo circonda, ammette di provare uno strano senso di colpa per "essere stato fortunato in mezzo a tanta disgrazia": “Abbiamo lasciato la regione di Evros sabato mattina, 19 agosto, e siamo arrivati ad Afytos la sera dello stesso giorno. Siamo rimasti scioccati nel sentire al telegiornale che un violento incendio era scoppiato lo stesso giorno ad Alessandropoli, causando decine di vittime. È difficile credere che le bellissime foreste dove facevamo un'escursione proprio ieri non esistano più”.
L’estate del 2023 è stata un incubo per i greci. Gli incendi scoppiati sull’isola di Rodi e nella regione di Evros, rispettivamente nei mesi di luglio e agosto, hanno causato decine di vittime. Ma anche perdite incalcolabili in termini di patrimonio culturale, dato che molte chiese, monasteri e altri siti storici sono stati ridotti in cenere. L’impatto sull'ambiente a lungo termine deve ancora essere calcolato.
È il cambiamento climatico la causa delle estati mortali?
Negli ultimi anni, gli incendi estremi hanno trasformato le estati greche in una stagione di disastri. Gli incendi in Grecia non sono un fenomeno nuovo: fanno parte da tempo della storia del Paese e hanno svolto un ruolo fondamentale non solo nella formazione del suo ecosistema e nella fisiologia dei paesaggi, ma anche negli esiti di guerre e battaglie storiche. Nel suo studio History of Burning in Greece , L.G. Liakos (2015:3-13) nota che gli incendi naturali erano un fenomeno abbastanza comune in tutta l'antica Grecia, riflesso anche nei versi dell'Iliade, dove Omero canta di un "fuoco consumante [che] cade su fitti boschi" (Λ. 155) .
Un precedente studio di C. Moulopoulos (1935 ) racconta come la zona costiera della penisola greca dall'Albania al Peloponneso e dal Peloponneso alla Calcidica fosse in tempi precedenti ricoperta da ricche foreste del cosiddetto 'pino d'Aleppo', un albero originario della regione mediterranea la cui resina viene spesso utilizzata per aromatizzare la 'retsina', un tradizionale vino greco. Secondo la stessa fonte, l'attuale ‘formazione di macchia mediterranea’ che domina le coste del Mediterraneo è principalmente il risultato di incendi indotti dall'uomo, innescati dai tentativi di aumentare la produzione di erba per il pascolo degli animali, ma anche di estendere i terreni coltivabili.
In altre parole, gli incendi estremi sono sempre esistiti, ma ciò che sembra oggi preoccupare gli scienziati è la loro frequenza, intensità ed entità. Nel suo Special Report on Climate Change and Land , pubblicato all’inizio di quest’anno, il Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC) stabilisce un collegamento diretto tra il cambiamento climatico e i fenomeni meteorologici estremi.
Misurando l'impatto del surriscaldamento globale sulle persone, sul territorio e sul clima, il rapporto indica che "il cambiamento climatico sta giocando un ruolo crescente nel determinare i fenomeni incendiari collegati all'attività umana, e la futura variabilità climatica aumenterà il rischio e la gravità degli incendi in molte regioni". Durante l’estate, il cambiamento climatico è diventato una comoda scusa per i politici greci, che hanno visitato le aree colpite attribuendo a cause di forza maggiore non solo gli incendi estremi nel paese, ma anche le successive catastrofiche inondazioni.
Il problema è solo il cambiamento climatico? “Solo in parte”, risponde Palaiologos Palaiologou, ricercatore e analista che si occupa di incendi, e assistente professore di protezione forestale presso l’Università di Agraria di Atene. “Sento spesso persone e media porre esclusivamente il cambiamento climatico alla radice di ogni problema, quando in realtà la questione è molto più complessa”.
Palaiologou fa parte del team greco di esperti che lavora al progetto FIRE-RES , un’iniziativa quadriennale (2021-2025) finanziata nell’ambito del programma di ricerca e innovazione H2020 dell’Unione europea. Lo scopo di FIRE-RES è quello di sviluppare una strategia olistica e integrata di gestione degli incendi per affrontare in modo efficiente ed efficace gli incendi estremi in Europa attraverso 11 Living Labs e per mezzo delle sue Innovation Actions .
Tenendo conto delle dimensioni sociali, economiche, culturali ed ecologiche, il progetto intende ridurre al minimo i danni causati dagli incendi e massimizzare i benefici. Il lavoro di Palaiologou e dei suoi colleghi si concentra sull'identificazione delle popolazioni a rischio di incendi boschivi attraverso un sistema basato su simulazioni, e comporta la raccolta, l'organizzazione e l'analisi di dati spaziali relativi alle proprietà sociali e biofisiche delle aree di gestione del carburante.
Poca consapevolezza
Intervistato da OBCT, Palaiologou sottolinea l’importanza dell'“educazione civica” quando si parla di incendi: “Ci si potrebbe chiedere perché, in un paese a rischio incendi come la Grecia, ci sia così poca consapevolezza pubblica su questo fenomeno. È necessario un approccio olistico a questo tema, a cominciare dall’istruzione. Ogni volta che visitiamo le scuole, e lo facciamo spesso, ci rendiamo conto che gli studenti sanno molto poco sugli incendi estremi e, talvolta, le informazioni che ricevono sono false. Ad esempio, l'immediata riforestazione è spesso promossa come la migliore azione da intraprendere dopo un incendio, ma potrebbe non essere sempre così. Ci sono precondizioni da tenere in considerazione; il tempo, lo spazio e le circostanze sono estremamente importanti“.
Attingendo a pratiche basate sull’evidenza scientifica, FIRE-RES aspira a fare buon uso delle conoscenze acquisite per creare modelli replicabili che possano aiutare a identificare, prevenire e gestire gli incendi estremi in diverse regioni sulla base di determinate caratteristiche. Una delle aree in cui viene implementato il progetto è la penisola di Kassandra nella Calcidica.
OBCT ha intervistato Margarita Bachatourian, capo guardia forestale di Kassandra: “La novità di questo progetto risiede nei metodi innovativi di gestione del carburante. Ha una metodologia basata sulla ricerca, applicata a regioni selezionate scientificamente, con l’obiettivo di aumentare la nostra capacità di prevedere e prevenire gli incendi sulla base di determinati criteri basati sull’evidenza. Ci permette anche di capire in quali ambiti sono necessari ulteriori indagini. Inoltre, il progetto è stato concepito per essere economicamente vantaggioso, offrendo spazio per esplorare, tra le altre, prospettive di autofinanziamento”.
Bachatourian sottolinea che i risultati positivi del progetto si vedono già concretamente. Inoltre, considera un valore aggiunto la calorosa accoglienza che questa iniziativa ha ricevuto dalla popolazione locale: “Riceviamo candidature di persone che ci chiedono di includere le loro aree nel nostro ambito di lavoro. Ciò significa che la gente del posto è consapevole dell’impatto positivo del progetto e desidera farne parte attivamente”.
Questo materiale è pubblicato nel contesto del progetto FIRE-RES cofinanziato dall’Unione europea. L’Ue non è in alcun modo responsabile delle informazioni o dei punti di vista espressi nel quadro del progetto; la responsabilità sui contenuti è unicamente di OBC Transeuropa. Vai alla pagina FIRE-RES
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