La nuova metro di Salonicco - M.Drosopoulos/OBCT

La nuova metro di Salonicco - M.Drosopoulos/OBCT

La metropolitana di Salonicco, un progetto durato decenni, è una storia di avversità. Inaugurata finalmente nel 2024 dopo un lungo e spesso turbolento viaggio, la metropolitana non è solo un vitale mezzo di trasporto, ma anche un simbolo di coesistenza tra storia e progresso

15/01/2025 -  Mary Drosopoulos Salonicco

Alla stazione di Venizelou, una folla irrequieta ha sfidato il vento freddo e la pioggerellina il 30 novembre 2024. Le sciarpe strette al viso, gli ombrelli che ondeggiavano come bandiere esitanti, le persone erano arrivate da ogni angolo della città e dalla periferia, attratte da qualcosa a cui difficilmente osavano credere: una promessa in divenire da decenni, finalmente realizzata.

Alcuni erano bambini quando è iniziato il sogno della metropolitana, giovane speranza per una Salonicco più luminosa e facile. Ora, le rughe sul volto e vicini alla pensione, eccoli a fianco delle generazioni più giovani, gli occhi strizzati nel bagliore bagnato dalla pioggia della stazione che stava per essere inaugurata. "Dovevamo vedere di persona", mormora uno, la voce in bilico tra stupore e incredulità. Sotto i loro piedi le ossa della città, antiche strade di marmo e resti bizantini, davanti a loro la promessa elegante e moderna di una nuova Salonicco.

Le rete, inizialmente composta da 13 stazioni su 9,6 chilometri, è dotata di treni senza conducente, un risultato che la colloca tra i sistemi metropolitani più moderni d'Europa. Ogni stazione è straordinariamente suggestiva, una combinazione di design elegante e contemporaneo con esposizioni di reperti archeologici che trasforma i normali spostamenti in viaggi nel tempo.

Un ambizioso... buco nel terreno

La storia della metropolitana di Salonicco inizia nel 1986, con le prime discussioni formali su un moderno sistema metropolitano. La città, la seconda più grande della Grecia, è alle prese con la congestione e i limiti della sua infrastruttura di superficie. La metropolitana viene concepita come una soluzione trasformativa a queste sfide, promettendo di alleviare il traffico e fornire un trasporto pubblico efficiente.

Due anni dopo, in un atto simbolico, l'allora sindaco Sotiris Kouvelas scava una buca nel terreno in via Egnatia, in un punto designato da un gruppo di esperti da lui stesso reclutati. Così inizia un progetto di costruzione che durerà tre anni senza produrre risultati tangibili. Il progetto di Kouvelas, né finanziariamente né operativamente sostenibile, naufraga, causando anche danni permanenti in quel punto.

Nonostante l'entusiasmo iniziale, ostacoli burocratici e vincoli finanziari ritardano l'azione concreta per decenni. La costruzione inizia ufficialmente nel 2006, segnando una pietra miliare significativa per Salonicco. Tuttavia, una serie di interruzioni e controversie allungano il progetto ben oltre la sua tempistica originale. Uno degli aspetti più controversi dello sviluppo della metropolitana è la sua intersezione con il ricco patrimonio archeologico della città.

Controversie e attivismo civico

Salonicco, abitata ininterrottamente da oltre 2.300 anni, si trova in cima a strati di storia, dai periodi ellenistico e romano alle epoche bizantina e ottomana. I primi scavi portano alla luce straordinari reperti archeologici, tra cui una strada bizantina lastricata di marmo, negozi e altri manufatti nelle stazioni di Venizelou e Agia Sofia. La scoperta scatena un acceso dibattito. Secondo gli archeologi i reperti dovrebbero rimanere in situ, integrati nelle stazioni della metropolitana per consentire al pubblico di vivere la storia stratificata di Salonicco. Altri, citando costi e ritardi, propongono di trasferirli nei musei.

Nel 2015, il Consiglio di Stato greco emette una sentenza a favore della conservazione delle antichità nelle loro collocazioni originali. Questa decisione, influenzata dall'allora sindaco Yannis Boutaris e da segmenti della comunità archeologica e scientifica, aggiunge complessità al processo di progettazione e ingegneria. Nel dicembre 2019, il Consiglio archeologico centrale (KAS) riesamina la questione e raccomanda la rimozione temporanea e il successivo ripristino dei reperti per facilitare la costruzione della stazione. Questo sviluppo è accolto con manifestazioni e contestazioni legali. Lo slogan "Crimine alla stazione di Venizelou", esposto su striscioni e manifesti in tutta la città, sintetizza il dissenso pubblico e il timore dei critici che la rimozione possa danneggiare i reperti e interferire con il contesto storico.

Nonostante l'opposizione, il Ministero della Cultura procede con il piano e il Consiglio di Stato approva infine il trasferimento temporaneo nel 2021, ritenendolo necessario per garantire l'integrità e la protezione del monumento. Il governo greco si impegna a ripristinare i reperti all'interno della stazione al termine dei lavori.

Oltre agli ostacoli archeologici, il progetto resiste alla crisi finanziaria degli anni 2010, che causa ritardi e carenze di finanziamenti. I governi successivi fanno audaci promesse sulle date di completamento, ma i lavori riprendono slancio solo nel 2016. Nuove tecnologie di scavo, combinate con un'attenta pianificazione per ridurre al minimo i disagi alla città e ai suoi tesori storici, riportano infine in carreggiata il progetto.

Oggi, la stazione di Venizelou presenta un'eccezionale mostra in situ dell'antico Decumanus Maximus, consentendo ai pendolari di vivere in prima persona la ricca storia di Salonicco. Per molti, la metropolitana è una meraviglia che fonde l'antico patrimonio con infrastrutture all'avanguardia. Ciò che la rende unica è la sua doppia identità di hub di trasporto e museo aperto. Se la maggior parte dei sistemi metropolitani dà priorità alla funzionalità, le stazioni di Salonicco aprono anche finestre sul passato. Questo connubio tra antico e moderno è senza pari, non solo in Europa, ma in tutto il mondo, rafforzando lo status di Salonicco come crocevia culturale e storico.

Una lezione di resilienza

Nonostante i suoi successi, il viaggio della metropolitana non è stato privo di costi, sia finanziari che emotivi. Anni di ritardi, controversie e interruzioni hanno messo alla prova la pazienza dei cittadini, a lungo provati dalla congestione del traffico e dall'inquinamento acustico dovuto ai lavori. Piccole imprese locali sono state letteralmente sepolte dietro le recinzioni destinate a nascondere goffamente i lavori di costruzione in corso in tutta la città.

"Quando sono iniziati i lavori della metropolitana, molti negozi del quartiere sono diventati non solo invisibili, ma anche inaccessibili", racconta Foteini Terzidou, (ex) proprietaria di una boutique vicino a via Delfon. "Ai titolari delle attività era stato detto che sarebbe stata una cosa temporanea, ma è durata mesi... anni... finché alcuni di noi non ce l'hanno fatta più. Ero già vicina alla pensione, ma questa situazione mi ha fatto anticipare la decisione".

Bloccati a Nea Elvetia: il paradosso moderno della metropolitana

La metropolitana di Salonicco, elegante ed efficiente, trasporta i suoi passeggeri nel cuore pulsante della città con una facilità che farebbe annuire in segno di approvazione anche il pendolare più impaziente. Eppure, c'è un posto in cui il sogno si ferma: il capolinea orientale di Nea Elvetia.

Qui si svela il paradosso: un passeggero può scivolare attraverso la città, percorrendo chilometri in pochi minuti, solo per scendere dal treno e affrontare una scomoda verità. Nea Elvetia, con tutte le sue promesse moderne, è il luogo in cui il progresso incontra l'inerzia. Oltre questo terminal si trova Kalamaria, uno dei fiorenti sobborghi di Salonicco, e più lontano l'aeroporto di Macedonia, una porta d'accesso al mondo. Per coloro che hanno bisogno di andare solo un po' più a est, il viaggio rallenta fino all'esasperazione.

Inizia l'attesa

C'è qualcosa di eternamente greco nell'attesa, ma non è la pazienza rilassata di un tavolo kafeneio o di un traghetto sotto il sole dell'Egeo. No, è il trambusto frustrato dei passeggeri che fissano un orario dell'autobus che potrebbe anche essere un'opera di fantasia. Un autobus per Kalamaria? Forse in 20 minuti. O 25. O, nei giorni particolarmente sfortunati, 45. Per il viaggiatore, questa pausa è una crudele perdita del tempo risparmiato in metropolitana.

La situazione sarebbe quasi comica se non fosse così esasperante. Attraversare Salonicco a tempo di record solo per rimanere sotto il sole o la pioggia a Nea Elvetia, ad una fermata dell'autobus lontana anni luce dalla modernità.


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