Redazione 10 marzo 2025
Aleksey Gorinov, condannato a 7 anni di carcere @ Aleksandra Astakova per Volti della resistenza russa

Dal 19 al 29 marzo Milano ospita un'esposizione internazionale dedicata ai cittadini russi incarcerati per aver scelto di esercitare la libertà di denunciare. La mostra mette in luce il sacrificio di centinaia di persone – giornalisti, attivisti, scienziati, studenti, artisti e cittadini comuni – che hanno scelto di opporsi apertamente alla repressione e alla guerra in Ucraina

Fonte: Associazione AnnaViva

"Volti della resistenza russa" (Faces of Russian Resistance) intende smantellare gli stereotipi che dipingono la popolazione russa come passiva o compiacente nei confronti del regime. Al contrario, l’esposizione mette in luce il sacrificio di centinaia di persone – giornalisti, attivisti, scienziati, studenti, artisti e cittadini comuni – che hanno scelto di opporsi apertamente alla repressione e all’aggressione. L’evento, concepito da Elena Filina, ex consigliere comunale di Mosca (2017-2022), e da un collettivo di deputati municipali e attivisti anti-guerra costretti all’esilio, rappresenta un atto di memoria e di denuncia contro la crescente repressione in Russia.

Proprio il 6 marzo 2025, l'ex deputata comunale di Mosca Elena Filina è stata condannata in contumacia a 8 anni di carcere per un post del 2022 nel quale denunciava le uccisioni di civili da parte di sodati russi nelle città ucraine di Bucha e Irpin.

La mostra si compone di sedici gigantografie che ritraggono il volto di altrettanti prigionieri politici, ciascuna accompagnata da una breve biografia e da pannelli informativi che illustrano il contesto della repressione attuata dal regime. Tra le storie raccontate, spicca quella della giornalista Antonina Favorskaya, che il 15 febbraio 2024 filmò in tribunale un’udienza del processo ad Aleksey Navalny, immortalando un momento in cui l’oppositore, in uniforme carceraria, scherzava come se nulla fosse cambiato. Il giorno successivo, venne annunciata la morte del dissidente.

Un altro caso emblematico è quello del deputato Aleksey Gorinov, che durante una sessione del Consiglio dei deputati del quartiere Krasnosel’skji di Mosca espresse con dignità il messaggio "Avete ancora bisogno di questa guerra?". Per questo, fu condannato a sette anni di carcere.

La repressione si è intensificata nell’ultimo anno, colpendo non solo figure di spicco, ma anche cittadini meno noti come Nina Slobodchikova, condannata a dodici anni per aver donato denaro a sostegno delle truppe ucraine, e Andrei Vitovtov, incarcerato per un commento su Telegram. Tra i casi più tragici, si ricorda anche la morte del cantautore Vadim Stroykin, deceduto il 6 febbraio 2025 dopo essere caduto dalla finestra durante una perquisizione, sospettato dal Cremlino di aver finanziato l’esercito ucraino.

Secondo i dati del Progetto “Sostegno ai prigionieri politici” dell’associazione Memorial Nobel per la Pace nel 2022 - attualmente in Russia ci sono almeno 683 prigionieri politici, ma il numero reale è probabilmente molto più alto.

Questa mostra, che viene inaugurata il 22 marzo (ore 12.00, in Piazza Mercanti) vuole essere un invito alla riflessione e un appello a non dimenticare il sacrificio di chi ha scelto di resistere. È un’opportunità per il pubblico italiano di conoscere le storie e i volti di uomini e donne che hanno rifiutato di piegarsi alla dittatura e alla guerra, affinché il loro sacrificio non cada nell’oblio.

L’iniziativa è organizzata dall’associazione AnnaViva , nata nel 2008 in memoria della giornalista russa Anna Politkovskaja, assassinata a Mosca il 7 ottobre 2006, in collaborazione con l’associazione Russi Contro la Guerra. AnnaViva, promotrice anche dei Giardini Politkovskaja a Milano, continua a impegnarsi per tenere viva la memoria e sostenere la resistenza contro l’oppressione.

Per sostenere il progetto, si veda il sito dedicato al progetto "Faces of Russian Resistance".