L'AIDS/HIV rischia di propagarsi rapidamente nei Balcani. L'OIM richiama l'attenzione su questa problematica ed invita la comunità internazionale ad intervenire.

03/12/2001 -  Anonymous User

La LILA, Lega Italiana per la Lotta contro L'AIDS, fa sapere che le recenti stime epidemiologiche riguardanti la diffusione di malattie sessualmente trasmesse, incluso HIV/AIDS, nell'est Europa sono allarmanti. L'aumento del numero di casi di infezioni e le conseguenze sociali e politiche risultanti dal conflitto che hanno colpito l'area dall'inizio del 1990 rappresentano parametri di seria preoccupazione.
Sempre la LILA nota come l'espansione dell'epidemia nelle regioni balcaniche avrà conseguenze sia locali che internazionali, non solo per l'aumento dell'infezione stessa, ma anche per il potenziale impatto sui paesi vicini, incluso l'Italia.
Nell'assenza di programmi di intervento appropriati, ma soprattutto immediati, esiste il rischio che la propagazione dell'infezione in queste regioni, possa velocemente diffondersi similmente a quanto accaduto nell'est Europa. L'aumento dei casi HIV/AIDS in queste regioni è stato significativo. Negli ultimi anni, in particolare tale aumento è stato drammatico, il numero cumulativo dei casi di infezioni da HIV riportati è aumentato più di 5 volte tra il 1995 e 1997, da 9111 casi a 46573; Ucraina, Russia e Bielorussia rappresentano circa il 90% delle nuove infezioni.
Altrettanto preoccupante l'aumento nel numero delle nuove infezioni tra la popolazione di utilizzatori di sostanze per via endovenosa, (IDU); un percorso analogo si è verificato in Moldova, negli Stati balcanici, nel Caucaso e Kazakhstan .
L'aumento dell'uso di droghe da parte di alcuni gruppi cresce in parallelo con la diffusione dell'epidemia delle malattie sessualmente trasmesse. In un contesto di liberalizzazione di comportamenti sessuali potrebbe essere incidente l'impatto sull'aumento della trasmissione del virus HIV.
La variabilità dell'HIV e dei programmi di sorveglianza sanitaria pubblica nei Balcani rende ancora più difficile effettuare stime precise sulla diffusione dell'infezione da HIV e delle altre malattie sessualmente trasmesse.
E' in questo contesto sicuramente allarmante che l'OIM ha lanciato il seguente appello volto a sensibilizzare in primis la comunità internazionale sulla necessità di intervenire rapidamente nel sud est Europa per affrontare il problema dell'AIDS:

L'immigrazione proveniente dall'Europa Sud Orientale verso l'Italia è in progressivo aumento e rappresenta il 33% del totale dei nuovi ingressi nel nostro Paese. In particolare dal 1999 ad oggi si è verificato un aumento del 15% delle presenze Rumene e Bulgare, del 11.6 % di quelle provenienti dall'Albania dalla Macedonia e Croazia e del 6.3% di quelle Iugoslave.
L'Europa dell'Est, rappresenta un area a bassa prevalenza di casi HIV. Un'area dove l'epidemia e' sì, relativamente recente ed apparentemente sotto controllo, ma la cui incidenza sta costantemente aumentando lasciando intravedere una realtà che potrebbe divenire preoccupante se non contenuta da immediati e esaustivi interventi di prevenzione. Alla fine dell'anno 2000, nell' Europa Sud Orientale e nell' Asia Centrale si sono registrati ben 700,000 casi di HIV, rispetto a 420,000 dell'anno precedente.

In Italia tra il 1982 e il 30 giugno 2001 sono stati registrati ben 48.848 casi di AIDS di cui 2.548 di stranieri.
L'ingresso in un paese a maggior incidenza HIV (come l'Italia) rende, i gruppi provenienti dall' Europa Sud Orientale, maggiormente vulnerabili rispetto al contagio in Italia. Nell'anno 2001 sono state stimate più di 100.000 persone sieropositive.

L'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), si sta impegnando per sensibilizzare la comunità internazionale, sulla necessità inderogabile di sostenere urgenti interventi nell'Europa Sud Orientale, area nella quale una rapida diffusione dell'infezione da HIV costituisce un serio rischio.
Inoltre l'OIM sottolinea l'importanza di intraprendere azioni atte ad informare ed offrire strumenti necessari a prevenire la diffusione dell'infezione HIV in queste popolazioni durante la loro permanenza in Italia.

L'OIM dal 1998, sostenuta dal governo Italiano (Direzione Generale per la cooperazione dello sviluppo Ministero degli Affari Esteri), ha in atto in Albania, Bosnia e Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Iugoslavia (incluso Kosovo) Macedonia, Romania, Slovenia piani di prevenzione basati principalmente a rafforzare le capacita degli attori locali.
In quest'ottica, l'OIM sta potenziando, anche, una rete di contatti tra i referenti istituzionali allo scopo di rafforzare lo scambio di esperienze tra i paesi appartenenti all'area Balcanica. Durante il seminario " HIV/AIDS prevention and care among mobile groups in the Balkans" tenutosi a Roma Giugno 2001, i delegati dei ministeri della Sanità' dai paesi balcanici hanno denunciato la mancanza di programmi sufficienti per prevenire la diffusione dell'HIV con particolare riferimento a importanti flussi migratori che caratterizzano i balcani. E' stato più volte evidenziata l'importanza di aiuti internazionali che sostengano e rinforzino i piani nazionali per la prevenzione dell'HIV.

E' possibile prevenire l'infezione nelle aree dove ancora l'HIV e sotto controllo? La risposta sicuramente e' si ed i Balcani rappresentano uno delle regioni dove si ha la possibilità di contenere una devastante epidemia, beneficiando dell'esperienza acquisita, negli ultimi vent'anni. Il sostegno della comunità' internazionale e' quindi ancora più necessario cosi' come il coordinamento tra Organismi internazionali, associazioni non governative ed altri attori che lavorano in questo settore.
Evitare che l'HIV diventi un fattore destabilizzante economicamente e socialmente anche per i Balcani, così come e accaduto in altri paesi, rappresenta oggi una grande sfida e una vera e propria responsabilità' morale della comunità internazionale.

Come OIM ci impegnamo a sostenere queste azioni di prevenzione. Nel mese di dicembre verranno presentate tre pubblicazioni che offrono un dettagliato panorama relativo all'HIV/AIDS nei Balcani sia da un punto di vista clinico/medico che di prevenzione.
Auspichiamo che l'esperienza acquisita possa essere condivisa e discussa con gli altri attori, nel mese di Febbraio del 2002 a Roma verrà organizzata dall'OIM una conferenza internazionale su questi temi.

Per maggiori informazioni rivolgersi a:

Michela Martini, Project Manager, Migration Health
Email: mmartini@iom.int
Phone: 06.44186204


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