Aboliamo il sistema umiliante dei visti per i cittadini del sud est Europa. Questo uno dei messaggi forti lanciati dal network "Europe from below" riunitosi all'ESF di Firenze.
"Schengen è un secondo muro di Berlino" ha più volte denunciato Muhidin Hamamdzic, sindaco di Sarajevo. Sottolineando il tragico paradosso di una Bosnia Erzegovina aiutata durante l'emergenza e poi tenuta lontana da quell'Europa alla quale appartiene.
Una ferita profonda che si può sanare solo abolendo il sistema di visti sia all'interno del sud est Europa sia tra quest'ultimo ed i Paesi dell'Unione europea. Perché non ci siano più umilianti code davanti a consolati ed ambasciate, perché a tutti i cittadini d'Europa venga riconosciuto il fondamentale diritto alla libertà di movimento.
Questo è uno dei messaggi forti emersi dalla conferenza "Europe from below- Europa dal basso" al Forum sociale di Firenze.
Osservatorio sui Balcani e Comitato promotore del network euro-balcanico, convinti che il primo passo verso una Europa diversa non possa essere che in questa direzione, hanno preannunciato una Campagna volta all'abolizione di questo sistema di visti discriminanti.
Si sono ispirati ed hanno unito le forze con iniziative già nate nei Balcani. Una delle più sviluppate è ad esempio quella del ore in code davanti a consolati ed ambasciate per visitare un parente all'estero, per partecipare ad un evento sportivo, per motivi di lavoro, per incontrare amici nell'Europa occidentale. Non accettiamo più questa situazione. Richiediamo la libertà di movimento!", recita uno dei loro volantini informativi. In un altro, a forma di passaporto, al posto della foto vi è uno specchio. Noi come loro, loro come noi; cittadini europei.
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