Immagine tratta dal film bosniaco "Sve džaba" (Tutto gratis)

Lecce, Milano, Bergamo. Grande attenzione in vari festival italiani al cinema bosniaco più recente. Una cinematografia interessante, che ha ottenuto anche riconoscimenti importanti, ma che in Italia rimane poco distribuita

01/04/2009 -  Nicola Falcinella Lecce

Fari puntati sulla Bosnia da ieri a domenica nella Settimana del cinema bosniaco organizzata all'interno della 10° edizione Festival del cinema europeo di Lecce. Sei film della produzione recente di un Paese tra i più interessanti, dal punto di vista cinematografico, d'Europa.

Una scelta che il festival ha operato con l'associazione dei registi e dei produttori di Sarajevo, con una selezione ristretta limitata agli ultimissimi anni. Ad aprire il ciclo, stasera, c'è l'unica pellicola del gruppo che ha avuto una distribuzione italiana (anche il dvd), ovvero "Il segreto di Esma - Grbavica" di Jasmila Zbanic. Un film premiato con l'Orso d'oro a Berlino nel 2006 e racconta di una madre bosniaca (la bravissima Mirjana Karanovic) che rivela alla figlia (Luna Mijovic) la verità, ovvero che è stata concepita durante la guerra come risultato di uno stupro. Poi c'è "Snijeg - Neve" dell'esordiente Aida Begic, un lavoro carico di umanità che è stato premiato a Cannes nella Settimana della critica ed ha ricevuto menzioni al Trieste film festival e, a inizio marzo, al festival Sguardi altrove di Milano.

Le altre opere selezionate hanno avuto una circolazione nei festival ma forse inferiori ai loro meriti. Possono essere divisi in due filoni, quelli che cercano di essere ottimisti, di mostrare una voglia di darsi da fare ("Sve džaba - Tutto gratis" di Antonio Nuić e "It's Hard to Be Nice" di Srdjan Vuletic) e quelli più asciutti, silenziosi e per questo interessanti («Mum'n'Dad - Mama i tata» di Faruk Loncarevic e "Nightguards - I guardiani della notte" di Namik Kabil). Linguaggi molto diversi stilisticamente utilizzati per affrontare un passato troppo pesante per la Bosnia. Che forse meriterebbe una rassegna più articolata e con più spazi per riflettere su una cinemtaografia che è riduttivo limitare ai temi della guerra o al tragicomico balcanico. Lecce dedica più corpose retrospettive all'opera di Costa-Gavras (recentissimo autore di "Verso l'Eden" con Riccardo Scamarcio) e Ferzan Ozpetek, turco d'Italia sempre più italiano anche negli argomenti.

Il concorso di dieci film europei comprende una coproduzione croato-bosniaca, "Kino Lika", quinto film di Dalibor Matanic, già in competizione al Festival di Sarajevo lo scorso agosto. Una storia tratta dal libro di Damir Karakas con Kresimir Mikic, Areta Curkovic e Jasna Zalica come interpreti, tutta ambientata sulle montagne della Lika durante il referendum pro o contro l'ingresso nell'Unione Europea. Solitudini in parallelo, tra un giovane calciatore che ha ucciso la madre per errore, una ragazza grassa che soffre per amore e un contadino avaro.

Tornando a Sguardi altrove, il festival di Milano a regia femminile che da qualche anno dedica grande attenzione ai Balcani, c'è da segnalare, oltre alla presentazione fuori concorso di "Verso Est" di Laura Angiulli, la vittoria tra i documentari di "Patria Mia! - Nomad Direction" di Duska Zagorac. Nata a Vares, emigrata a Londra a inizio guerra, autrice di alcuni corti, la regista bosniaca è tornata in Republika Srpska per raccontarne le trasformazioni. Trova una comunità cinese composta di persone molto più simili ai locali di quanto si creda. Tra il personale e l'osservazione, raccontando in particolare di una giovane cinese che inizia una carriera nel mondo dello spettacolo, la Zagorac rivela un mondo nascosto tra le pieghe e fa un discorso interessante sull'identità dei singoli e delle comunità.

Altro film balcanico passato nei festival di primavera italiani è il romeno "Cealalta Irina - L'altra Irina" di Andrei Gruzsniczki, passato al Bergamo Film Meeting. Il primo film del regista, che ha alle spalle una ventennale carriera di aiuto regista di Lucian Pintilie e di autore di corti e documentari, è finito terzo nella classifica ottenuta con i voti del pubblico in sala. È la storia di una coppia, Aurel e Irina, di Bucarest che si rompe all'improvviso quando lei decide di andare al Cairo a lavorare. I due si perdono sempre più di vista finché l'uomo riceve la comunicazione che la moglie è morta, suicida. Quando il cadavere torna a casa per il funerale Aurel non riconosce Irina. Ne scoprirà "un'altra", in una ricerca che il regista mostra con distanza e senza suggerire troppe risposte allo spettatore.


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