Il Documento
Il 6 aprile scorso - a dieci anni dall'inizio della guerra in Bosnia Erzegovina - oltre 400 rappresentanti di enti locali, regioni, organizzazioni non governative, sindacati, associazioni, organismi di volontariato di vari paesi europei si sono incontrati a Sarajevo per dare vita ad un lavoro comune nella costruzione di un'Europa dal basso fondata sui diritti umani e la pace, la democrazia e la convivenza, la giustizia e la cooperazione. Dopo le guerre nelle repubbliche della ex Jugoslavia degli anni '90 e le sue drammatiche conseguenze (morti, profughi, distruzioni, ecc.) è l'ora dell'integrazione -certa, sostenibile, dal basso- dei Balcani nell'Unione Europea, di politiche di cooperazione e di sviluppo fondate sulle comunità locali e sulla coesione sociale, di una politica di pace e di sicurezza che sradichi i nazionalismi e i conflitti, di una politica della cittadinanza e dei diritti che rafforzi il Welfare e la società civile.
L'Unione Europea ha il compito di mettere in campo politiche positive e - di fronte alla sfida storica della riunificazione di un'Europa divisa per quarant'anni dal muro di Berlino - il dovere di non rimanere vincolata alle rigidità di parametri puramente economici e di bilancio. Deve invece cogliere l'occasione, attraverso l'integrazione europea dei Balcani, di chiudere le ferite storiche delle guerre e del nazionalismo e di costruire un futuro di pace, di cooperazione, di solidarietà. Oggi, nuovi muri rischiano di alzarsi tra l'Unione Europea da una parte ed i Balcani - che poi sono essi stessi Europa - dall'altra: il muro delle diseguaglianze economiche e delle povertà prodotte dalle politiche neoliberiste, le barriere alla libera circolazione delle persone causate dalle politiche poliziesche sull'immigrazione, gli ostacoli all'affermazione dei diritti umani e sociali posti da una democrazia limitata e solo formale.
Il muro che divide i cittadini europei deve essere rimosso.
Dal basso, dalla forza e dalla mobilitazione dei movimenti sociali, delle comunità locali, delle organizzazioni di volontariato e delle associazioni. Mettendo al primo posto le politiche e le pratiche - dallo sviluppo locale alla cooperazione sociale, dalla lotta per i diritti all'impegno per il disarmo - che possono dar forza ad una società civile euro-balcanica matura e consapevole. Questa nuova società civile si organizza e si mobilità per l'idea di un'Europa sociale, civile, democratica, che non sia un'altra 'superpotenza' ma un luogo di dialogo, di incontro tra culture, di convivenza plurale, un soggetto attivo di cooperazione e di pace.
Ecco perché abbiamo dato vita al network 'Europa dal basso': per costruire insieme questo percorso di rete e di cooperazione tra le organizzazioni della società civile euro-balcanica; per incidere sulle istituzioni europee e sui governi nazionali affinché - concretamente - l'integrazione, la pace, lo sviluppo diventino principi ispiratori di politiche e azioni della politica europea; per affrontare nei Balcani la sfida di rimarginare una ferita che - se non sanata - può portare a nuovi conflitti, tensioni, violenze.
In questo lavoro di raccordo e di contatto tra di noi ci impegniamo a discutere e a lavorare insieme con iniziative specifiche per influenzare l'opinione pubblica, i governi, le istituzioni europee e costruire una rete che faccia crescere nei Balcani e nell'Unione Europea un movimento attivo per l'Europa dal basso.Alla realizzazione di questa campagna chiamiamo tutti i gruppi e le organizzazioni, gli enti locali impegnati per la pace e la solidarietà nei Balcani, affinché l'Europa dal basso diventi un valore e un'ispirazione concreta di un lavoro comune e di una mobilitazione che, oltre l'Europa dei mercati e delle finanze, possa contribuire a costruire l'Europa dei diritti e della solidarietà.
A tutte queste realtà proponiamo di aderire al Comitato Promotore di Europe from below, che vuole essere il referente aperto e plurale per il nostro lavoro comune e dovrà avere sede nel cuore dell'Europa, a Sarajevo. Il Comitato Promotore si riunirà una volta all'anno in una città diversa del sud est Europa, dando seguito all'incontro di Sarajevo del 6 aprile scorso. Il primo appuntamento sarà in primavera a Belgrado, per verificare il lavoro svolto e per discutere e programmare insieme le attività successive.
L'attività della rete sarà garantita durante tutto l'anno attraverso ruppi di lavoro, seminari e convegni tematici. Da subito ci impegniamo ad attivare una mailing list di Europe from Below, e dal mese di dicembre a far circolare una newsletter periodica con le principali informazioni in lingua inglese e nelle altre lingue ritenute utili.
Come tema di lavoro principale per l'anno 2003 lanciamo sin da ora quello di una grande campagna europea contro i visti interni ai paesi balcanici, e contro quelli richiesti per entrare nell'Unione Europea. Queste barriere sempre più alte e umilianti - per quanto asetticamente definite politiche migratorie - sono l'emblema dell'Europa chiusa che noi rifiutiamo, in nome di un'Europa aperta costruttrice di pace, di dialogo e di convivenza. A tal fine ci impegniamo a riprendere l'iniziativa della coalizione Citizens Pact, promuovendo la raccolta di decine di migliaia di firme per l'abolizione del regime dei visti e di tutte le barriere alla libera circolazione delle persone. L'Europa che vogliamo non è l'Europa delle fortezze, ma quella dei viaggi, degli scambi e delle relazioni umane.
E' l'Europa dal basso, e per quella lavoreremo.
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