All'interno della rassegna NOW sarà ospite a Milano sabato 18 e domenica 19 novembre il regista Oliver Frljić con il suo ultimo spettacolo
Siamo orgogliosi di chiamarci europei o dovremmo vergognarci dell’Europa? Piangiamo le vittime degli attacchi terroristici in Europa con la stessa empatia di quelle in Medio Oriente? Ci stiamo comprando una coscienza pulita con semplici dichiarazioni di solidarietà? Siamo consapevoli che la violenza genera solo altra violenza? Siamo disposti ad ammettere che il nostro benessere poggia su migliaia di morti in Medio Oriente? Di che teatro abbiamo bisogno in questi anni di ritorno al fascismo in tanti paesi d’Europa? Ispirandosi a “L’estetica della resistenza” di Peter Weiss, Oliver Frljić entra a gamba tesa nella realtà e nella coscienza collettiva ed esplora il confrontarsi dell’Europa con la crisi dei profughi. Un’Europa pronta a dimenticare il suo passato colonialista e la violenza che essa stessa ha provocato per erigere muri e chiudere i confini.
“La nostra violenza e la vostra violenza” è tra gli spettacoli europei più controversi del momento e ci pone fino all’ultimo domande scomode. Spettatori commossi di fronte a scene immaginarie nella semi-oscurità di un teatro, restiamo ancora indifferenti di fronte a persone reali nei campi profughi in tutta Europa?
Oliver Frljić definisce questo lavoro “un progetto d’autore ad alto rischio”. Dovunque sia stato presentato ha polarizzato le reazioni di pubblico, operatori e critica. Dopo la sua tournée in Europa (Wiener Festwochen, Austria; Kunstfest Weimar, Germania; Festival of New Dramaturgies, Bydgoszcz, Polonia; HAU Hebbel am Ufer, Berlino; MESS Sarajevo, Bosnia and Herzegovina; Temps d'Images Festival, Cluj, Romania; Desiré Central Station, Subotica, Serbia; Croatian National Theatre Ivan pl. Zajc, Rijeka, Croatia; KRASS Festival – the Culture Crash Festival, Kampnagel, Hamburg, Germania; MOT International Theater Festival, Skopje, Macedonia), i giornali parlano di “uno spettacolo sotto sorveglianza”: in tutto l’est europeo lo spettacolo ha alzato un vero e proprio polverone, attirato critiche, minacce, denunce. Ogni replica è stata accompagnata dalla presenza di contestatori e polizia, presente per prevenire tafferugli.
“La nostra violenza e la vostra violenza” è uno dei lavori più controversi di un regista controverso per definizione. Tutto il lavoro di Oliver Frljić è caratterizzato dalla scelta di temi importanti e scottanti, sempre trattati con radicalità e linguaggio estremo. Lo spettacolo “Aleksandra Zec” tratta, ad esempio, il difficile tema dei crimini di guerra croati contro una giovane ragazza serba e la sua famiglia; “Balkan macht frei” riflette sugli stereotipi nazionali e le politiche discriminatorie in Europa; “Maledetto sia il traditore della sua patria!” riflette sulla messinscena mediatica della morte e della patria e sulle responsabilità degli europei nei conflitti balcanici degli anni Novanta. Oliver Frljić ha inoltre diretto il Teatro Nazionale di Rijeka, proponendo scelte culturali in costante conflitto con il governo.
In ogni suo lavoro Oliver Frljić prende posizione. E’ di parte, lo dichiara “urlando” e ne sopporta le conseguenze. Da alcuni tutto ciò viene descritto come eccesso provocatorio, da altri lodato per coerenza artistica e politica. Frljić stesso rifiuta le etichette preferendo considerare il lavoro teatrale uno strumento di intervento radicale su traumi e cicatrici della coscienza collettiva. In ogni caso è un artista importante, tra quelli ancora capaci di mettere in cortocircuito il valore simbolico del teatro e la concreta azione politica e accendere un sentito dibattito sui limiti del teatro. E’ una delle figure di spicco di un est europeo al quale il nostro panorama teatrale dà ancora poco spazio.
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