E' il primo grande festival del cinema internazionale a ripartire dopo il lockdown. Mercoledì si inaugura la Mostra del cinema di Venezia numero 77, con in concorso due novità dalle aree che seguiamo
La Bosnia e, per la prima volta, l'Azerbaijan in concorso. Sono le belle notizie della Mostra del cinema di Venezia numero 77 (informazioni e programma www.labiennale.org ), il primo grande festival internazionale dopo l'interruzione per la pandemia e, si spera, un punto di ripartenza per l'intero settore. Una manifestazione con varie limitazioni e molte attenzioni che si presenta con un impianto vicino al consueto, solo con qualche film in meno. In gara per il Leone d'oro ci sono “Quo vadis, Aida?” di Jasmila Zbanić, la sarajevese già vincitrice dell'Orso d'oro di Berlino con il suo esordio “Grbavica – Il segreto di Esma” e che prova stavolta a raccontare il massacro di Srebrenica, e “In Between Dying” del giovane azero Hilal Baydarov che in pochi anni ha già realizzato diverse opere, tra le quali “Mother And Son” e “When The Persimmons Grew”.
“Quo vadis, Aida?” è una coproduzione tra diversi paesi, con un cast comprendente Jasna Ðuričić, Izudin Bajrović, Boris Ler, Dino Bajrović, Boris Isaković ed Emir Hadžihafizbegović. Siamo nel luglio 1995 e Aida è un’interprete che lavora alle Nazioni Unite nella cittadina di Srebrenica. Quando l’esercito serbo occupa la città, la sua famiglia è tra le migliaia di cittadini che cercano rifugio nell’accampamento dell'Onu, mentre grazie alla sua attività Aida ha accesso a informazioni cruciali sulle trattative. Si troverà a prendere decisioni importanti e affrontare dilemmi in giornate tragiche per la Bosnia. All'interno di una Mostra senza grandi favoriti e all'insegna della scoperta e dell'incertezza, la pellicola della Zbanić ha concrete possibilità di un premio finale.
In “In Between Dying” di Hilal Baydarov con Orkhan Iskandarli (già protagonista dell'esordio “Hills without Names” del 2018), il protagonista Davud è un giovane incompreso e irrequieto in cerca della sua “vera” famiglia. Nel corso di una giornata si trova a vivere una serie inaspettata di incidenti, che faranno riemergere ricordi e l'uomo dovrà intraprendere un viaggio all’insegna della scoperta e della presa di consapevolezza.
Ancora in concorso “Dorogie tovarischi – Dear Comrades” del grande regista russo Andrei Konchalovsky, con Julia Vysotskaya, Vladislav Komarov, Andrei Gusev, Yulia Burova e Sergei Erlish.
Il film d'apertura della sezione Orizzonti è il greco “Mila – Mele” di Christos Nikou (coproduzione con Slovenia e Polonia), molto attuale almeno per lo spunto iniziale. Nel mezzo di una pandemia globale che causa un’improvvisa amnesia, Aris, un uomo di mezza età, si ritrova coinvolto in un programma di recupero pensato per aiutare i pazienti che non sono stati reclamati da nessuno a costruirsi una nuova identità. Aris svolge i compiti che gli vengono prescritti quotidianamente su delle audiocassette, in modo da potersi creare dei nuovi ricordi e documentarli con una macchina fotografica. E incontra Anna, a sua volta inserita in un programma di recupero.
Nella stessa sezione c'è Nowhere Special” di Uberto Pasolini, regista italo-inglese molto apprezzato per “Still Life”, una produzione Italia, Regno Unito e Romania con protagonisti James Norton e Daniel Lamont.
La Settimana della critica presenta “Hayaletler - Ghosts” esordio di Azra Deniz Okyay. Tutto si svolge a Istanbul in una giornata nella quale un sovraccarico di corrente minaccia l'intero paese. Sullo sfondo di un traffico di droga, si intrecciano le vicende di una madre il cui figlio è in prigione, una giovane ballerina, un'artista-attivista e un astuto intermediario.
Anche in “Pohani dorogy – Bad Roads” dell'ucraina Natalya Vorozhbyt, sempre alla Settimana della critica, si incrociano quattro storie sulle strade del Donbass in guerra: non esistono luoghi sicuri, nessuno può dare un senso al caos e forse i ruoli si ribaltano.
Alle Giornate degli autori debutta “Oaza - Oasis” del serbo Ivan Ikić, protagonista la slovena Marusa Majer con Goran Bogdan, Marijana Novakov, Valentino Zenuni and Tijana Marković. All'arrivo in un istituto per persone con disabilità mentali, Maria diventa amica di Dragana, ma la loro relazione è sconvolta quando scoprono di essere entrambe innamorate dell'introverso Robert. I giochi tra le ragazze diventano sempre più pericolosi e i tre rompono l'equilibrio imposto dalle regole dell'istituto in cerca di una via d'uscita.
Infine le Notti veneziane presentano in apertura “EST” di Antonio Pisu, storia di tre giovani che nell'autunno 1989 lasciano Cesena in cerca di avventure per l'Europa, ritrovandosi prima a Berlino per la caduta del Muro, quindi a Bucarest per la fine del regime di Ceaușescu.
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