Chi sono i veri responsabili dell'espulsione dei sei “gulenisti” turchi dal Kosovo?

22 agosto 2019

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L'inchiesta della magistratura sulla controversa espulsione di sei turchi residenti in Kosovo verso la Turchia non si deve limitare ai meri esecutori ma includere anche i funzionari di alto livello della polizia e gli alti rappresentanti dello stato. Lo stanno richiedendo a gran voce i deputati dell'opposizione.

“Siamo in attesa che coloro i quali hanno dato l'ordine vengano perseguiti dalla giustizia”, ha dichiarato a Balkan Insight Driton Selmanaj, della Lega democratica del Kosovo (Ldk), evocando così i direttori della polizia e dei servizi segreti, nonché il presidente del Kosovo e l'ex ministro degli Interni. “Lavoriamo sulla questione da mesi e l'accusa ha raccolto prove a sufficienza, non ha senso attendere oltre”, ha aggiunto.

Secondo i risultati di un'inchiesta parlamentare sulla questione, i servizi di sicurezza del Kosovo, che hanno condotto l'operazione, avrebbero deportato illegalmente sei cittadini turchi, cinque dei quali impiegati in istituti scolastici kosovari e un medico. La procura ha inoltre reso noto di aver ricevuto la settimana scorsa un rapporto da parte di ispettori della polizia secondo il quale sarebbero stati interrogati sulla questione 22 poliziotti.

“È positivo che siano cominciate le procedure per portare davanti alla giustizia i responsabili di queste violazioni di legge ma è inaccettabile che vengano presi di mira solo i pesci piccoli, al posto dei veri responsabili”, ha scritto giovedì scorso su Facebook il deputato di Vetëvendosje! Xhelal Svecla. “Mi appello a quei 22 poliziotti affinché non difendano chi ha dato loro gli ordini”, ha aggiunto.

I sei cittadini turchi sono stati espulsi nel marzo 2018 su richiesta di Ankara che li sospettava di essere militanti del movimento gulenista, definito “terrorista” dalle autorità turche. Il primo ministro kosovaro di allora Ramush Haradinaj ha sempre dichiarato che questi cittadini turchi erano stati deportati a sua insaputa puntando il dito su Driton Gashi, all'epoca direttore dei servizi segreti e Flamur Sefaj, ministro degli Interni, che Haradinaj costrinse alle dimissioni.

Link: Balkan Insight , Le Courrier des Balkans